Un 25 aprile, evidentemente, 'diverso', all'Aquila come altrove; è la prima volta che la festa della Liberazione non ha potuto nutrirsi della partecipazione fisica, delle manifestazioni di piazza. Eppure, il 75esimo anniversario della festa della Repubblica è stato più partecipato che mai, nelle piazze virtuali e sui balconi dei palazzi, da nord a sud.
La Resistenza e la fine della "follia" nazifascista rappresentano, d'altra parte, una "riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale - ha ricordato il presidente Mattarella - che oggi, ancora una volta, deve fornire al Paese quella potente energia comune per affrontare insieme la fase di rilancio"; di certo, l'immagine del Capo dello Stato che da solo, con la mascherina, si è recato all'altare della Patria, atteso in cima alla scalinata da due corazzieri che hanno deposto una corona al sacello del milite ignoto, resterà come immagine potentissima nella storia del paese.
"Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero parte, significa ribadire i valori di libertà, giustizia, e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore", ha aggiunto Mattarella sottolineando come il 25 aprile sia "la data fondatrice della nostra esperienza democratica, di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione". La Resistenza è un pezzo decisivo della nostra identità repubblicana: "Nella nostra democrazia la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai, nei decenni, incrinato l'esigenza di unità del popolo italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità. E dunque avvertiamo la consapevolezza di un comune destino come una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale. L'abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili, verso la propria comunità ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori".
Oggi più che mai.
E' per questo che, in un momento così drammatico, la scelta del Comune dell'Aquila di non ricordare, anche solo simbolicamente, di non fare memoria della Liberazione, di non commemorare il sacrificio di chi si battè per la libertà della nazione, è davvero incomprensibile. Per fortuna, l'Anpi ha reso omaggio ai IX Martiri aquilani, nella piazzetta che li ricorda, e ha poi fatto memoria delle stragi di Filetto e di Onna. "Questa amministrazione continua a ritenersi portavoce di una sola parte, della peggiore parte, quella dell’indifferenza e del negazionismo", la denuncia dell'associazione Partigiani. "Tuttavia, siamo certi che oggi abbiamo rappresentato la maggioranza della cittadinanza". Con i rappresentanti dell'Anpi Fulvio Angelini e William Giordano, alle commemorazioni hanno preso parte il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e la deputata Stefania Pezzopane.
Nel pomeriggio, poi, si è tenuta un’insolita celebrazione in diretta facebook che ha visto l’intervento di molte organizzazioni ed associazioni unite dall’appartenenza a valori antifascisti, declinati in base alle particolarità di ognuna, ma anche in base alla volontà di rispondere ad attuali esigenze di impegno e di resistenza.
Nei mesi scorsi, era iniziato in città un percorso promosso da CGIL e Libera per l’organizzazione di un 25 Aprile che avrebbe portato all’Aquila Luigi Ciotti anche per la nascita del presidio di Libera in città. A tal fine CGIL, Libera ed ANPI avevano coinvolto molte delle associazioni presenti sul territorio, con le quali aveva iniziato a pensare l’iniziativa.
In seguito all’emergenza coronavirus, anche questo progetto si era interrotto con grande dispiacere di tutti gli organizzatori. Negli ultimi giorni, però, anche ampliando la platea delle associazioni partecipanti, si è proceduto ad organizzare la diretta Facebook che si svolta raccogliendo l’appello di ANPI nazionale a cantare tutti insieme Bella Ciao, canzone simbolo di liberazione ormai a livello mondiale.
A partire dalle 15, quando tutti e tutte le partecipanti hanno cantato Bella Ciao guidati da un video donato all’iniziativa da Michele Avolio, si sono succeduti in diretta interventi di Anpi, Cgil, Libera, Slow Food, Arci, Rete solidale/3:32, Arcigay, Uds, Save the children, Presenza femminista, Mgs e il mondo della scuola rappresentato dal Dirigente Scolastico Antonio Lattanzi e dall’insegnante Silvia Frezza.
"Siamo in rete con la manifestazione nazionale 'Io resto libero', cui offriamo il nostro contributo locale", le parole di Fulvio Angelini; "visto che il Comune dell'Aquila ha evitato brutalmente di svolgere qualsiasi iniziativa di commemorazione, a nome di tutti voi e dei democratici antifascisti abbiamo deciso di onorare il 25 aprile per testimoniare la riconoscenza perenne a quel sacrificio di uomini e donne innocenti per la liberazione dell'Italia. Abbiamo voluto farlo con ancora più forza proprio per l'assenza dell'impegno istituzionale del Comune. Mai come quest'anno è stato forte, appassionato e diffuso il bisogno di manifestare: quel Bella ciao, una delle più belle canzoni del mondo, simbolo del riscatto, della libertà e della dignità dei popoli, mai come quest'anno è stata cantata, diffusa, promossa e valorizzata. Penso per due ragioni: la prima, Bella ciao parla di libertà e, in un momento come questo, sentiamo il bisogno forte di una libertà fatta di solidarietà e voglia di ricostruire una nostra vita. Questa esperienza ci insegna - come disse Calamandrei - che la libertà è come l'aria: ti accorgi di quanto è importante soltanto quando ti manca. Certo, non c'è paragone tra i sacrifici che stiamo facendo oggi e l'oppressione di un ventennio subita durante il fascismo: credo, però, che il bisogno di libertà che sentiamo oggi si incarni perfettamente in questa canzone. La seconda: la nostra passione e il nostro impegno sono diventati, in questi anni, ancora più forti grazie ai 'nemici' del 25 aprile, persone ostili, non dico ignoranti perché conoscono bene il valore della Liberazione, che cercano di minimizzare, di offendere e negare il valore della Festa della dignità dell'Italia, che si è riscattata dal giogo nazi-fascista, della Festa che onora la pace contro la guerra. E dunque, questi 'nemici' del 25 aprile sono l'alimento più forte della nostra passione e della nostra tensione".
A conclusione della celebrazione, è stato trasmesso il messaggio che il fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti, ha inteso comunque inviare agli aquilani: "Cari amici, vi posso assicurare che il mio pensiero oggi va innanzitutto alle vittime del terremoto, ai loro familiari, a tutti voi che state lottando per la ricostruzione; mi unisco a voi con forza, in questo 75esimo anniversario del 25 aprile, celebrazione che dobbiamo più che mai trasformare in impegno, memoria viva e operativa. Non dobbiamo dimenticarci che la libertà della Costituzione, della Democrazia, è una grande responsabilità: responsabilità di costruire il bene comune, di garantire a tutti una casa, un lavoro vero, istruzione e cure, diritti che sono fondamentali e che sono le premesse di una vita dignitosa e libera. Della libertà che ci ha consegnato la Resistenza, in troppi hanno fatto un uso egoista, se non criminale, come dimostrano le ingiustizie e le disuguaglianze che emergono più che mai oggi con l'emergenza sanitaria. Per questo, il 25 aprile deve rappresentare una grande forza capace di farsi motore di speranza e di cambiamento per dire basta alle ingiustizie, alle guerre, alla devastazione ambientale, per dire sì all'appello di un cambiamento vero, non un semplice adattamento, per liberarci dalle mafie e dalla corruzione, dalla produzione e dal commercio delle armi, da un sistema economico selettivo e ingiusto che arricchisce pochi alle spalle di tanti alimentando povertà e disperazione. Pensiamo ai giovani in cerca di lavoro, agli anziani soli e abbandonati, al vergognoso olocausto dei migranti, vittime di egoismo e di tanta indifferenza. Un cambiamento che venga dal basso, da un impegno umile, costante, condiviso, da coscienze vive e inquiete. Ribelli alle ingiustizie e alla menzogna: sia questo il nostro 25 aprile. La libertà è di tutti o non è libertà. E la libertà, in Italia, in parte deve essere ancora liberata".
All'Anpi è arrivato anche un breve saluto di Juan Martin Guevara, fratello di Ernesto.
L’iniziativa si è conclusa con l’impegno di voler continuare a resistere ai fascismi e di farlo insieme, ma soprattutto con la rafforzata certezza di stare dalla parte giusta: quella della libertà ritrovata grazie alla lotta partigiana e della democrazia nata da quella stessa lotta e declinata da una Costituzione che, mai come oggi, va difesa e tutelata.
Il 25 aprile, all'Aquila, si era aperto con l'esposizione di alcuni striscioni affissi dalla Rete solidale/3e32: 'Basta propaganda: solidarietà e diritti per tutte/i', 'Nessuno deve restare indietro: libertà e diritti per tutte/i', 'Fatti non foste per viver come reclusi, l'emergenza non diventi la normalità'. "Il 25 aprile quest'anno arriva nel corso di un'emergenza che non avremmo mai voluto vivere, e che mostra tutta la sua violenza sul piano economico e sociale", è stato spiegato. "Oggi la nostra resistenza si chiama anche solidarietà, per questo abbiamo steso questi striscioni in strada. Affinché nessuno rimanga indietro, nonostante le vergognose speculazioni politiche dell'amministrazione Biondi. Per lottare oggi e sempre contro i fascismi, la propaganda e le sopraffazioni".