Non credevano ai loro occhi i due guardaparco che, due giorni fa, hanno scattato la foto che vedete di lato durante lo svolgimento del proprio turno di servizio; è stato talmente grande lo stupore che, a distanza di ore, faticavano ancora a raccontarlo. Lo stesso stupore, ammirazione e tantissima gioia hanno pervaso tutti gli operatori addetti al monitoraggio dell’orso bruno e, più in generale, tutti coloro che hanno avuto modo di ammirare questa foto, che racconta di un evento eccezionale e non solo per l’orso marsicano, visto che anche nel resto d’Europa eventi simili sono piuttosto rari.
Da quanto risulta negli annali del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è la prima volta che si osserva un’orsa con 4 cuccioli nel territorio del Parco, non avendo nessuna evidenza scientifica che un altro episodio analogo si sia mai verificato in passato. Ovviamente ora la sfida è quella di assicurare un futuro ai cuccioli di questa fantastica mamma orsa, uno dei quali sembra un po’ più piccolo degli altri, com’è normale che accada in tutti i parti plurigemellari.
“Questo evento, sicuramente eccezionale - ha dichiarato il direttore del Parco Luciano Sammarone - è la testimonianza migliore che il territorio del Parco ha tutto ciò che serve per supportare la vitalità della popolazione di orso bruno marsicano. Conferma quanto sia importante la ricerca scientifica nel contribuire ad aumentare la conoscenza e a creare una base indispensabile per le scelte gestionali utili anche alla tutela. Resta la consapevolezza che la sfida per la conservazione di questa specie unica si gioca fuori dai confini del Parco, dove purtroppo i pericoli, soprattutto di origine antropica, sono ancora troppi e richiedono uno sforzo coordinato tra tutti i soggetti presenti, istituzioni e operatori economici in primis”.
Infatti è difficile immaginare, come alcuni sostengono, che l’orso debba restare confinato solo all’interno del PNALM, soprattutto alla luce di risultati come questo che, in modo eclatante, confermano la vitalità dimostrata dalla popolazione “sorgente” negli ultimi anni, fino all’exploit del 2019, quando in definitiva sono stati registrati ben 20 nuovi nati (16 nel PNALM e 4 fuori).
Volere questo, cioè pensare di tenere confinata una popolazione all’interno di spazi limitati, significa ignorare le basi elementari della biologia e dell’ecologia, in cui l’aumento della popolazione è proporzionale all’espansione dell’areale e quindi all’occupazione di nuovi territori. Grazie al lavoro degli ultimi anni, svolto dalla Rete di Monitoraggio Abruzzo e Molise ed a quella della regione Lazio, è stato possibile osservare come alcuni esemplari di orso marsicano ormai hanno colonizzato abbastanza stabilmente aree esterne al PNALM come la Valle Roveto, la Riserva Regionale del Monte Genzana e il Parco della Maiella, senza contare quelli che si spingono oltre l’area di presenza stabile come l’esemplare avvistato qualche settima fa nel Parco Nazionale del Gran Sasso.
“Senza nulla togliere ad altri eventi - ha dichiarato il Presidente del Parco Prof. Giovanni Cannata - questa è la notizia più bella nel giorno che ha celebrato la Giornata Europea dei Parchi, ricordando, grazie all’orso marsicano, quanto sia importante fare rete e squadra, promuovendo iniziative organiche di tutela degli habitat e delle specie minacciate, ma anche di sviluppo sostenibile, utile a promuovere l’economia delle aree protette attraverso la conoscenza dei temi di tutela e la sensibilizzazione di residenti e turisti”.