Il secondo anno della Jane's Walk è stato pienamente avvolto dall’indeterminatezza del periodo pandemico.
Non ci si è potuti organizzare con la consueta passeggiata urbana, né con attività di dialogo, partecipazione e confronto in presenza; si è scelto di manifestare però ugualmente, anche se non attraverso i luoghi fisici della città, dei borghi e del paesaggio, ma virtualmente.
Ed ecco allora che quest’anno la Jane’s Walk è stata una passeggiata virtuale, portata avanti con oltre venti associazioni, lungo un percorso immaginato attraverso sei borghi, con il portato di vita e cultura del palinsesto paesaggistico.
Patrocinato in Italia dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, l’edizione di quest’anno ha coinvolto Fr.Azioni Fr.Intese, Slow Food L’Aquila e Green Peace L’Aquila, Donne TerreMutate, Archeoclub L’Aquila, Italia Nostra L’Aquila, TES Transizione Ecologica e Solidale, cooperativa Mètis, Urban Center L’Aquila, Legambiente Beni Culturali Abruzzo, Ju Parchetto con Noi, Le Api nel Cuore, SAVE THE CHILDREN L’Aquila - Punto Luce Sassa, Cittadinanzattiva, Zero Rifiuti, Pronatura, CGIL L’Aquila, Pro Loco di Coppito, Presenza Femminista, ANPI L’Aquila ed Arcigay L’Aquila.
Il viaggio virtuale continuerà su NewsTown con un progetto di divulgazione: ogni lunedì vi proporremo un'intervista a settimana realizzata da Quirino Crosta con i Walk Leader 2020.
Attraverso sei borghi aquilani, conosceremo un presidio Slow Food, comporremo un racconto con le donne che hanno fatto e fanno il nostro paesaggio, centrandoci sulla sussidiarietà e sulla biodiversità. Questi sono stati i concetti che hanno guidato la seconda edizione della Janes' Walk, e con questi apriremo alle lettrici e ai lettori un canale di dialogo: partecipazione è porosità, permeabilità, confronto, accessibilità e molte altre chiavi di lettura della realtà urbana e territoriale.
Iniziamo allora questo ciclo con l'intervista a Luana Di Lodovico, ingegnera e urbanista, vice presidente della sezione INU Abruzzo e Molise.
Cos'è stata per te questa Jane's Walk?
Una janes Walk particolare per il momento storico, per la mobilità in cui si è svolta e per il tema che abbiamo scelto: la sussidiarietà.
Quanto spazio dovrebbero occupare le politiche territoriali per i piccoli centri?
Le città e i territori esistono in primis se ci sono le comunità e i cittadini. Le politiche territoriali dovrebbero, ed uso ahimè il condizionale, dare a questi piccoli borghi un modello di sviluppo che sia in primis sostenibile e che metta al centro il cittadino con tutti i suoi bisogno, diritti e doveri.
In Abruzzo cosa manca?
In Abruzzo manca da tempo una Vision condivisa di sviluppo che guardi al futuro di questa splendida Regione. Tutti parlano di Piani ma nessuno ha forse idea di come si costruisce un piano. Un piano necessita di un processo complesso che parte dalla conoscenza del territorio, per passare poi ad individuare problemi e criticità e cercare, attraverso un processo multidisciplinare, una soluzione. Questa soluzione, questo schema di assetto si può sostanziare solo attraverso progetti fattibili, ovvero che possano essere realizzati in tempi certi e con dei fondi certi. Penso che i proclami non servano più: servono progetti, serve concretezza e servono le capacità tecniche per far ripartire questa Regione e proiettarla verso un futuro sostenibile.
Quali sarebbero tre buone prassi da poter suggerire?
Ci sono tanti piccoli borghi che negli ultimi anni, grazie ad amministrazioni coraggiose, fatte da donne e uomini intraprendenti, stanno cercando modi alternativi per evitare lo spopolamento. E queste idee sono vincenti perché partono da un bene primario: il rapporto tra i borghi e cittadini. L’idea è quella di puntare sulla digitalizzazione dei territori, sulle risorse locali, su nuove forme di turismo lento e sulla valorizzazione dei beni identitari di ogni luogo.
Cosa ti porti di questa inedita passeggiata?
Mi porto dentro storie di donne e uomini che resistono nei loro territori in mutamento. Resistono non passivamente ma contribuendo attivamente a costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile, legato alle risorse locali e alla riscoperta di vecchie tradizioni agricole ed artigiane. Partire dalla memoria per pianificare il futuro. “Gli uomini non imparano dalla storia” scriveva Guccini qualche settimana fa, ma in questo caso questi Uomini e queste Donne hanno imparato dalla loro storia a progettare un futuro consapevole.