Martedì, 15 Aprile 2014 18:13

Roio, via al restauro del santuario di Santa Maria della Croce

di 

"S'alza a destra del fiume un monticello - che tiene la grande Aquila di fronte, - di forma oval, non differente a quello - dove Cristo soffrì martirio ed onte; - sul suo declivio sorge il tempio bello - sacro a Maria..."

Ha preso finalmente il via il candiere del Santuario di Santa Maria della Croce di Roio Poggio, a L'Aquila: così, uno dei luoghi più importanti per la spiritualità popolare potrà essere riconsegnato al culto tra un anno, dopo il restauro reso possibile dalla donazione della Regione Liguria che ha messo a disposizione 1.5milioni di euro per il recupero del bene monumentale.

Alla conferenza stampa di presentazione dei lavori che interesseranno il Santuario, hanno partecipato l'Arcivescovo dell'Aquila, Monsignor Giuseppe Petrocchi, Monsignor Giovanni D'Ercole - "sono commosso", ha sottolineato, "appena arrivato in città avevo due sogni: veder iniziare i lavori di restauro del Duomo e di questo Santuario. Vado via [D'Ercole è stato nominato Arcivescovo di Ascoli Piceno, ndr] con la gioia di aver vissuto questa importante giornata" -, l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, Fabrizio Magani, Direttore regionale per i Beni culturali e Paesaggistici d'Abruzzo, e Maurizio Galletti, Direttore regionale della Liguria, salutato come vero artefice dell'accordo che ha permesso di non perdere il finanziamento messo a bilancio già all'indomani del sisma dalla Regione guidata da Claudio Burlando.

Che ha così commentato l'avvio del restauro: "Abbiamo deciso di salvaguardare un bene del patrimonio culturale dell'Abruzzo in nome della solidarietà nei confronti della regione colpita dal sisma e in nome della salvaguardia dei beni del nostro patrimonio che è salvaguardia della storia, della tradizione, della cultura e dei beni che hanno un valore anche economico per lo sviluppo del turismo. Questo è stato il nostro impegno che manteniamo nei limiti di quelli che sono stati gli atti assunti".

"Una buona notizia anche per l'affetto dimostrato dalla comunità aquilana nei confronti di questo luogo che è religioso ma, insieme, di grande importanza monumentale", ha spiegato Fabrizio Magani. "E' stata una vicenda abbastanza lunga, già abbracciata dal presidente della Regione Gianni Chiodi all'epoca del suo commissariamento. Iniziarono allora, infatti, i primi contatti con la Regione Liguria che si formalizzarono poi con un accordo. Cessata l'attività commissariale, la direzione Regionale ha intrapreso il percorso progettuale che è arrivato all'individuazione dell'impresa e, oggi, dopo le verifiche e le validazioni, insomma concluso il percorso tecnico amministrativo, alla consegna dei lavori".

Magani ha sottolineato come il dato rilevante sia che "un'amministrazione pubblica, in tempi molto difficili dal punto di vista dell'economia pubblica, ha inteso tenacemente conservare in bilancio questa somma - assai rilevante - per far partire i lavori di restauro del Santuario. Riteniamo che con un'altra aggiunta, in un anno - massimo un anno e mezzo - si possa arrivare alla conclusione dei lavori".

 

Il Duomo. Monsignor Giuseppe D'Ercole - come detto - salutando con commozione l'avvio dei lavori di restauro del Santuario di Santa Maria della Croce, non ha mancato un accenno al Duomo della città, con il restauro non ancora avviato per il blocco imposto dall'Arcidiocesi dell'Aquila all'appalto da 45milioni per la ricostruzione dell'imponente aggregato. "Su tutto il patrimonio culturale che non sia nella disponibilità della nostra amministrazione, dunque di cui non siamo proprietari - ha spiegato Magani - chiediamo sempre all'ente proprietario, così come impongono le norme - di dichiarare se è in grado di provvedere al restauro perché in capo alla proprietà c'è, appunto, l'obbligo di provvedere alla conservazione del bene culturale. L'abbiamo fatto anche per il Duomo e per altre importanti chiese della città".

"Abbiamo fatto una programmazione, come noto, in cui è contemplato anche il Duomo e quindi mi auguro che si faccia presto", ha aggiunto.

Poi, l'affondo: "Il dato è che dopo cinque anni non si è ancora inteso intervenire per il restauro di un monumento di straordinaria importanza culturale. E' indispensabile pervenire ad una soluzione, altrimenti proveremo ad intervenire".

In realtà, la delibera 135 contempla la Direzione regionale come soggetto attuatore anche per il Duomo: manca, però, l'autorizzazione a procedere della Curia. "Più precisamente - chiarisce Magani - non trattandosi di beni statali, invitiamo la proprietà ad intervenire laddove c'è bisogno. Se la proprietà non è in grado di intervenire, ci possiamo sostituire. E' questo il senso della previsione di un programma".

Il problema è che la Diocesi, così come sta accadendo in Emilia, vorrebbe essere soggetto attuatore dei lavori, lasciando al Mibact il restauro delle parti decorative e al Comune dell'Aquila l'incombenza delle parti comuni. Un bel guaio. "Se ne dovrà uscire", sottolinea il Direttore regionale. "Ho scritto lettere molto precise sulla necessità di intervenire perché il tempo corre assai velocemente. Può apparire di secondo piano l'intervento sul patrimonio culturale rispetto alle necessità prime di una comunità, ravviso però un grande consenso popolare intorno alle iniziative di recupero del patrimonio culturale. Inoltre, c'è la nostra responsabilità nel sorvegliare la condizione del patrimonio culturale nel segno della tutela. Ho sollecitato, dunque, una decisione concreta e definitiva sul alcuni monumenti fondamentali tra cui il Duomo e Santa Maria Paganica".

Un invito, esplicito, alla Diocesi: "C'è un accordo Mibact - Cei che prevede una dialettica continua e che sto perseguendo da tempo. Non si può immaginare però che un tema come questo venga affrontato con un lessico normale, con rapporti che sussistono in una condizione non grave come quella dell'Aquila. Dunque, credo che l'Ufficio speciale di Paolo Aielli, il Comune dell'Aquila, la Diocesi e - se ce lo permetteranno - anche noi, in nome della tutela di questo importante patrimonio, debbano pervenire alla definizione di una strada praticabile. Siamo a disposizione, concretamente.

 

L'intervento di restauro del Santuario di Santa Maria della Croce. L'edificio, risalente nel suo aspetto attuale al XVII secolo, è composto da tre macroelementi: la facciata, l'aula a croce greca e la torre campanaria a pianta quadrata, danneggiati dal terremoto che ha causato lesioni diffuse sulle murature, il distacco della facciata dal corpo di fabbrica e crolli localizzati soprattutto nell'apparato decorativo interno.

Per questo, l'intervento di consolidamento e restauro prevede - nella prima fase relativa alla parte strutturale - iniezioni diffuse a bassa pressione con malta in calce su tutte le murature portanti, l'inserimento di tiranti in acciaio, la sostituzione degli architravi danneggiati e il ripristino della continuità muraria nei punti deboli, il rinforzo delle volte con fibre di carbonio a doppio strato, la verifica e il consolidamento delle strutture di copertura esistenti e l'inserimento di un cordolo sommitale in acciao.

Solo dopo si passerà al restauro dell'apparato decorativo.

 

La storia del Santuario. Santa Maria della Croce venne edificata nel 1625, come ampliamento della medievale chiesetta di San Leonardo e sul luogo di apparizione della Vergine Maria, nel dicembre del 1578. E' posto sulla sommità della frazione di Poggio di Roio, di fronte ad una Croce portata da alcuni cavalieri di ritorno da una crociata in Terra Santa. Successivamente, divenne luogo di pellegrinaggio. Il Santuario conserva la statua cinquecentesca della Madonna della Croce. L'edificio sacro, con pianta a croce greca, ha una facciata realizzata nel 1663 dipinta all'esterno dall'artista Giacomo Farelli.

 

Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio
Roio

 

Ultima modifica il Mercoledì, 16 Aprile 2014 02:15

Articoli correlati (da tag)

Chiudi