Sabato, 25 Luglio 2020 15:40

25 luglio: la Pastasciutta antifascista all'Aquila

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"Anche quest'anno avremmo voluto rinnovare il consueto appuntamento con la Pastasciutta Antifascista in programma per oggi, sabato 25 luglio, nella nostra sede di Piazza d'Arti ma, a causa dell'emergenza sanitaria non sarà possibile. Pe questo, in attesa dell'edizione del 2021, volevamo inviare tutte e tutti a replicare in forma privata, con parenti, amici e compagni la pastasciutta antifascista".

L'invito è del Circolo Arci Querencia, di Anpi e Anppia.

La ricetta é semplice. "Pasta, burro e parmigiano ma, soprattutto, la volontà di celebrare sia la fine del fascismo e del ritorno alla democrazia come fece papà Cervi nel '43, sia per assumersi la responsabilità di farci argine contro i fascismi di oggi: razzismo e discriminazione sono la matrice di tante aggressioni e violenze fisiche o verbali di cui sono state e sono vittime donne, migranti, rom, persone senza fissa dimora, persone di diverso orientamento sessuale o di diversa scelta politica".

L’origine della Pastasciutta Antifascista Il 25 luglio del 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini viene destituito e arrestato. Dopo 21 anni il terminava il governo del Partito Fascista. Il Re designò il Maresciallo dell’esercito Pietro Badoglio come nuovo capo del governo.

Nonostante la caduta del Fascismo, la guerra continuava a fianco dei tedeschi: nei giorni successivi l’arresto vi furono numerose sollevazioni popolari; il 28 luglio, a Reggio Emilia, i soldati spararono contro gli operai delle Officine Reggiane facendo 9 morti.

I Cervi non vennero immediatamente a conoscenza della notizia della caduta di Mussolini perché impegnati nei campi, ma fu sulla via del ritorno a casa che incontrarono numerose persone in festa. Sebbene sapessero che la guerra non era davvero terminata, decisero di festeggiare comunque l’evento, un momento di pace dopo 21 anni di dittatura fascista. Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta. Una volta che questa fu pronta, caricarono il carro e la portarono in piazza a Campegine pronti a distribuirla alla gente del paese.

Fu una festa in piena regola, un giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso: anche un ragazzo con indosso una camicia nera (forse era l’ultima rimasta?) fu invitato da Aldo a unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta. 

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