Duro atto di accusa nei confronti dell'amministrazione comunale in fatto di randagismo e tutela degli animali. A parlare di "gravi inadempienze" è Cristiana Graziani, veterinaria e volontaria, che denuncia l'immobilismo che dura da anni in materia di prevenzione e controllo del randagismo, fenomeno diventato ormai vera emergenza.
"Dal mese di maggio abbiamo assistito ad un incremento importante della nascita di cuccioli soprattutto nelle zone rurali di Arischia, Assergi, Filetto e Roio. Dal 5 luglio i nostri volontari hanno recuperato 25 i cuccioli abbandonati. Le nostre strutture sono al collasso - racconta l'attivista che parla di una gestione sempre più difficile e lasciata ai soli volontari.
"Siamo costretti a sostituirci alle istituzioni che in questi anni non hanno fatto assolutamente nulla. Eppure le leggi ci sono, la Legge quadro nazionale 281/91 in materia di randagismo e la legge regionale 86/99, basterebbe applicarle. Invece l'amministrazione guidata da Biondi pensa che la soluzione al randagismo sia il canile e spende soldi che dovrebbero essere utilizzati per combattere questo fenomeno con la prevenzione, il controllo e l'educazione come indica la normativa in materia. Siamo di fronte a un'amministrazione comunale composta da persone impreparate che non hanno alcuna intenzione di promuovere la tutela dei diritti degli animali nel nostro territorio".
Avviare un censimento della popolazione canina comunale è il primo passo per porre un argine al profilerare del randagismo. "L'amministrazione in collaborazione con la Asl veterinaria che è competente in materia - incalza Graziani - dovrebbe in primis istituire giornate di controllo per microchippare tutti i cani presenti sul territorio, in città così come nei paesi del circondario. Come pensano di risolvere il problema del randagismo se ado oggi non sappiamo quanti cani ci sono vaganti, randagi o di proprietà? Contestualmente - aggiunge Graziani - bisognerebbe intensificare i controlli sul territorio. A partire dagli allevatori di bestiame che hanno pastori abruzzesi in gravidnaza tutto l'anno e dai capannoni nei paesi del circondario, spesso stracolmi di animali malati tenuti alla catena. Se non partiamo da qui è inutile affrontare il problema del randagismo con le chiacchiere e con i soldi dei contribuenti aquilani".
Per adesso il peso della gestione del fenomeno, ribadisce la volontaria, ricade interamente sulle spalle dei volontari. "Stiamo scontando gli errori di un'amministrazione che si è dimostrata totalmente inadempiente. Noi volontari, cittadini aquilani, chiediamo che ai tavoli degli uffici comunali competenti in materia ci siano professionisti competenti che abbiamìno realmente a cuore la tutela dei nostri animali".