Di Luana Di Lodovico - Prosegue la nostra Jane’s Walk L’Aquila alla volta di Campotosto.
In questo cammino virtuale fatto di passi, parole e storie ci piacere di conoscere da vicino gli abitanti di sei borghi aquilani. Oggi conosciamo Assunta Perilli, nota come la “tessitrice di Campotosto”.
Ospiti nella sua bottega in legno a Campotosto, inizia la nostra chiacchierata con Assunta, davanti all’antico telaio di inizi ‘900 della nonna, e circondati da gomitoli di lana colorati, tappeti, vestiti e preziosissimi attrezzi che hanno più di 100 anni.
Nella sua bottega si respirano storia, emozioni e amore. Amore per una terra che la tessitrice non ha voluto abbandonare, nonostante gli ultimi eventi calamitosi: “Tre terremoti, 2009, 2016 e 2017, un mucchio di macerie” e pochissimi abitanti “amanti della montagna”. Le ultime scosse sismiche in particolare sono rimaste forse senza ricostruzione.
Incantati dalla vista che si può ammirare in questo piccolo borgo chiediamo alla tessitrice: cos’è oggi Campotosto?
“Campotosto è un borgo sì ferito, ma un borgo che ha un lago meraviglioso da dove si vedono la catena dei monti della Laga e parte del Gran Sasso. Questi paesaggi e questa montagna sono tanto belli da attirare tanti turisti nel periodo estivo, forse più di quanti riesce ad accogliere. Un territorio dove si praticano molti sport all’aria aperta come canoa, windsurf, bici, corsa e gite in montagna. Inoltre negli ultimi 3 anni Campotosto è meta di due importanti cammini: Terre Mutate e Cammino naturale dei Parchi. Il primo cammino parte da Fabriano e arriva all’Aquila, un percorso di 254 Km, il secondo parte da Roma e arriva a L’Aquila in un tempo di 4 settimane”.
Quali sono le tue risorse e quali vengono dal territorio?
“Fino al 2016 ho portato avanti una piccola filiera del lino che partiva dal seme e arrivava al filato attraverso tutte le fasi della tradizione. Purtroppo, dal 2017 sto moltiplicando i semi perché la busta che li conteneva è rimasta sotto le macerie di casa mia. La lana, invece, proviene sia da una filiera abruzzese (lana d’Abruzzo di Roberta Castiglione), sia da un pastore che abita a 20 km da casa mia, sia da un lanificio fiorentino e sia da una filiera del viterbese (Tuscialpaca). Tutta la lana è grezza e viene lavorata da me: la lavo, la cardo, la filo e la tingo. La colorazione è ottenuta esclusivamente con le piante che crescono sulle montagne che circondano Campotosto”.
Campotosto è sicuramente un esempio di “resistenza”, lotta e amore di chi questo borgo e queste montagne le vive e ama tutta l’anno. Cosa affideresti a questa compagnia di viandanti della Jane’s Walk da portare con sé?
“Tutti coloro che passano per di qui credo si portino via la sensazione che lotteremo fino a quando ce la faremo per non abbandonare questo paradiso. Con tutte le forze.”
Grazie ad Assunta e alle amiche ed amici di Campotosto. Grazie a tutte le donne e gli uomini che vivono e resistono nei piccoli borghi delle aree interne, luoghi che rendono unico e speciale il nostro Abruzzo.