Lunedì, 02 Novembre 2020 07:58

Addio a Gigi Proietti: lo straordinario artista ci ha lasciato nel giorno del suo 80esimo compleanno

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E' morto nella notte, a Roma, Gigi Proietti: era ricoverato in terapia intensiva in una clinica romana per gravi problemi cardiaci; proprio oggi avrebbe festeggiato 80 anni.

Una carriera ricca, lunghissima, più di mezzo secolo in scena e sul set.

Un vero mattatore, che passava dalla musica alle celebri macchiette di Petrolini, per arrivare a Shakespeare. I primi successi arrivano in una cantina di Prati in cui recita Brecht, ma la maturità artistica è legata indissolubilmente allo Stabile dell'Aquila dove incontra Antonio Calenda che lo guiderà in testi di Gombrowicz e di Moravia.

Artista geniale, istrionico, poliedrico, Gigi Poietti trascorrerà gran parte della sua vita sui palcoscenici.

Attore sopraffino, regista e cantante, ha attraversato decenni di teatro, cinema e tv, e ha prestato la voce a star come De Niro, Hoffman e Stallone. Ma Proietti è rimasto sempre legatissimo all'Aquila e allo Stabile d'Abruzzo di cui sarà anche presidente. 

Il ricordo del sindaco Pierluigi Biondi

Gigi Proietti, ovvero il Dio Kurt, scritto da Alberto Moravia, prodotto dal Teatro Stabile dell’Aquila nel 1969, con la regia di Antonio Calenda.

Fu per quel successo di pubblico e critica, fu in quel momento, che il giovane Proietti capì che il teatro sarebbe stata la sua vita. Non sbagliamo ad affermare che Proietti è nato artisticamente all’Aquila, accolto in quel Teatro Comunale che ancora custodisce la sua interpretazione magistrale dell’ufficiale delle SS in preda a un furore verbale ossessivo. Uno spettacolo, quello, che vinse diversi premi, tra i quali il prestigioso premio Saint Vincent.

E, poi, sempre con il TSA, ricordiamo Proietti ne il Coriolano di Shakespeare e in Operetta di Gombrowitz.

Sono convinto che ricordare Proietti all’Aquila, nei primi anni Settanta, sia il modo giusto per piangere un grande del teatro italiano. Ricordare Gigi Proietti, oggi che ci ha lasciati, come un giovane entusiasta e curioso artista che si confrontava con una realtà di provincia colta e creativa, come era L’Aquila di quegli anni, ricca di fermenti culturali e di uomini visionari, credo che sia il sentimento più vero e sincero con il quale la nostra città può tributargli l’affetto e la stima che è presente in ognuno di noi. Un caro abbraccio alla sua famiglia, al Teatro Stabile d’Abruzzo e al teatro tutto che sta attraversando, uno dei periodi più complessi e difficili insieme al suo pubblico e all’Italia intera, a causa dell’emergenza sanitaria.

Liris: "Con l'Abruzzo un legame intenso e profondo"

"La morte di Gigi Proietti colpisce e addolora. E’ stato un personaggio straordinario, un artista unico nel suo genere per la sua grande capacità di vestire i panni più disparati e di interpretare in maniera inimitabile qualsiasi tipo di ruolo".

A dirlo è l'assessore regionale Guido Quintino Liris. "In queste ore di grande commozione ricordo con affetto il suo legame con l’Abruzzo, molto stretto e intenso. In particolare con il Teatro stabile regionale, di cui è stato anche presidente e che ha rappresentato un passaggio fondamentale per la sua maturità professionale. Il mondo della cultura italiana perde un riferimento imprescindibile, ma la sua grande eredità, artistica e umana, resterà immortale, così come accade solo per i più grandi".

Pezzopane: "Proietti amava L'Aquila e l'Abruzzo, straordinario maestro d'arte"

"Gigi Proietti è andato via. Proprio oggi, il giorno del suo ottantesimo compleanno. Il grande Maestro, non ce l’ha fatta. Ho avuto per lui una ammirazione sconfinata: sono orgogliosa di averlo conosciuto e di averlo nominato Presidente del TSA nel 1999, quando ero assessore regionale alla cultura".

Così la deputata del Pd, Stefania Pezzopane.

"Poter lavorare con lui è stata per me un’esperienza indimenticabile. Era un uomo con una intelligenza ed una carica trascinante. Ho riso ai suoi spettacoli come non mai. Un vero mattatore, che passava dalla musica elevata, quando faceva il verso a Louis Armstrong, a divertirci con le sue gag e provocazioni come con “Nun me rompe er ca'“ e poi le celebri macchiette di Petrolini, per arrivare a Shakespeare. I primi successi di Proietti arrivano in una cantina adibita a teatro a Prati in cui recitava Brecht, ma poi l’exploit fu soprattutto con lo Stabile dell'Aquila diretto da Antonio Calenda, che lo guidò in testi impegnativi di Gombrowicz e di Moravia. Amava L’Aquila e quando veniva, non rinunciava mai alla sua passeggiata ed a salutare gli amici dei suoi primi passi da attore. Stare con lui, anche solo 10 minuti, ti dava la carica per sempre. Quella carica la porto sempre con me. Ho tanti bei ricordi, quanta energia ci ha regalato. Lo adorerò per sempre come milioni di altre donne ed uomini e lo piango, ora che non c’è più".

Di Stefano: "Consiglio comunale gli conferisca la cittadinanza onoraria"

"Proietti accorse da noi una decina di giorni dopo il terremoto e fu chiaramente colpito dalla situazione in cui versava una delle città più care che avesse dopo la sua Roma. Ricordò, guardando le macerie del Duca degli Abruzzi, le serate passate con Carmelo Bene e Vittorio Gassman che vi alloggiavano con lui durante gli anni d’oro della cultura a L’Aquila; quelle macerie oggi non ci sono più, ma il rudere dell’Hotel è ancora lí, nonostante dal 2016 il contributo per la sua ricostruzione sia disponibile in banca. Uno dei tanti ritardi immotivati che questa città deve ancora sopportare e che segnano una ferita allo sguardo e alla ripresa socio economica".

A dirlo è Pietro Di Stefano, ex assessore alla ricostruzione del Comune dell'Aquila.

"Proietti aleggerà sempre sull’Aquila, nei ricordi di una generazione che ha vissuto di quella cultura, che ha contribuito a quella frenesia e determinazione che solo le passioni genuine possono dare. Mi auguro che non appena sarà passata questa emergenza e il Consiglio comunale potrà riunirsi di nuovo in presenza si voglia ricordare il Maestro Proietti conferendogli la cittadinanza onoraria; lui che questa città l’ha fatta vivere di passioni e sogni e l’ha fatta conoscere a livello nazionale e internazionale".

Il cordoglio di Mauro Febbo

“Il maestro Gigi Proietti improvvisamente ci lascia e da oggi la sua encomiabile ironia diventerà un patrimonio della cultura italiana e non solo. Ricordo come, agli inizi degli anni 2000, in qualità di membro del CdA del Teatro Stabile dell’Aquila, ho avuto la fortuna di conoscere la grandezza, la competenza e il talento di Proietti, nella sua qualità di direttore, e da abruzzese sono orgoglioso che anche la mia terra e la Regione Abruzzo abbiano potuto apprezzare e far tesoro delle sue irripetibili qualità artistiche”.

Questo il commento del consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo.

Ultima modifica il Lunedì, 02 Novembre 2020 11:54

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