E’ morto a Sassari a 73 anni, dopo una operazione al cuore, lo scrittore inglese Edward Burman, nato a Cambridge nel 1947 e da due anni cittadino della splendida città sarda che oggi lo ricorda come un protagonista della vita culturale dell'isola.
Edward appartiene anche alla città dell'Aquila dove è vissuto venti anni e dove è nato il figlio Nicolas, giovane avvocato laureatosi a Kent in Inghilterra e oggi importante operatore di un istituto di credito a Milano.
La vita di Edward è stata il percorso straordinario di un intellettuale, scrittore, docente universitario e manager internazionale, nella migliore tradizione anglosassone del viaggiatore curioso e colto come sono nella storia della letteratura i cittadini del mondo.
Ci siamo conosciuti agli inizi degli anni '70 quando, con Agostino Lombardo e Gaetano Castorina, iniziò quella straordinaria presenza dei protagonisti del Teatro nigeriano e africano all’Università degli studi dell’Aquila dove Edward aveva un incarico come lettore.
Nella nostra città divenne presto un riferimento culturale, una presenza stimolante e ricca di iniziative. Il suo primo libro nacque dall’adorazione per il monumento funebre di Maria Pereyra Camponeschi a San Bernardino, scultura di Silvestro dell’Aquila del quale divenne un esperto anche grazie alla frequentazione di Palazzo di Notar Nanni, il cui mecenate aveva commissionato a Silvestro la facciata della Chiesa del Soccorso al cimitero monumentale.
La sua conoscenza della nostra storia, la sua innata curiosità di ricercatore e storico era continuamente sollecitata da interessi comuni e ci sorprendeva per la profondità delle sue intuizioni che produssero un’altra opera pubblicata dalla Convivio editore, oggi esaurita: “Il tempio di Re Salomone”; si tratta di un prezioso libro sui Templari che nacque dalle visite a Santo Spirito d’Ocre.
Nella sua villetta di Tempera scrisse Emperor to Emperor, un libro sui grandi Re, Italian Dynasties sull’Italia prima del Rinascimento e, ancora, I Templari: arma di Dio, tutti pubblicati in Inghilterra, oltre a tante altre opere fino alla sua ultima fatica sulla Sardegna.
Dopo i primi anni di amicizia, scomparve dall’Aquila all’improvviso. Una sera mi telefonò: "Sono a Bari, sono scappato da Teheran con mia moglie Fatie e mio figlio Esfandiar; mia moglie dirige la Biblioteca Nazionale ma con la caduta dello Scià e l’arrivo di Komeini siamo scappati, torno a L’Aquila puoi aiutarmi?".
Abbiamo vissuto per otto mesi come due famiglie unite a casa mia e le mie figlie sono ancora affezionate a Esfandiar che non abbiamo più sentito dopo il suo ritorno a Teheran.
Edward è vissuto qualche anno a Barete e poi, con la sua nuova famiglia, si è trasferito a Tempera dove è nato Nicolas. Dopo venti anni con la nuova famiglia aquilana, scomparve di nuovo. Mi arrivò una mail da Pechino che mi diceva che si era di nuovo sposato con una giornalista della radio nazionale e che aspettavano una bambina. Due anni dopo il comune amico Paolo Rubei andò a Pechino ed oggi il primo a darmi la notizia è stato proprio Paolo.
A Sassari lascia la figlia Lucy di 15 anni e tanti nuovi amici ed estimatori: mi auguro possa arrivare anche la moglie Xiao Hong. Nella nostra città lascia parte della sua vita, dei suoi affetti, dei tanti che hanno avuto da lui amicizia e motivazioni al bello, alla curiosità di conoscere, di avere gli occhi larghi e la sensibilità al rispetto delle diversità e delle culture che Edward ha attraversato.
Sit tibi terra levis amico caro.
Federico Fiorenza