E' stata pubblicata qualche mese fa, nella collana di poesie 'L'Angiolo' di Ianieri Edizioni, l'opera "Poesie fisiche" firmata con lo pseudonimo Polifilo, prefazione del direttore del FLA - Festival di Libri e Altre cose Vincenzo D'Aquino.
Potete trovarla qui.
D’Aquino introduce ai versi proprio partendo dall’assenza di una biografia dell’autore che possa orientare nella lettura; quindi procede per ipotesi che emergono esclusivamente dai componimenti. A partire dal fatto che la raccolta sembra attraversare un tempo lungo e spazi ampi, pur costruendo “un nucleo poetico forgiato con cura e attenzione alle sfumature, perfettamente calibrato tra tocchi nostalgici e slanci nitidissimi”.
Lo pseudonimo, Polifilo, fa riferimento al protagonista di un romanzo allegorico del 1499, “Hypnerotomachia Poliphili” letteralmente “Combattimento amoroso di Polifilo in sogno”, che si è nutrito per secoli di mistero; a partire dell’autore che un acrostico (dalle iniziali dei 38 capitoli del libro) indicherebbe in Francesco Colonna.
E riferimenti “misterici, simbolici ed iniziatici” si trovano in "Poesie fisiche" così come c’è un “combattimento d’amore” a volte per la “Polia” che è sia il nome dell’amata da Polifilo nel romanzo cinquecentesco, sia letteralmente la “Moltitudine”.
I versi si muovono, quindi, tra la realtà sociale, quella intima e sentimentale e quella fisica; soprattutto nel senso delle acquisizioni della fisica teorica e della matematica, assunte nel loro carattere metaforico. Questo solco culturale in realtà ha origini nobili, in particolare per la letteratura italiana, da Dante a Leopardi, da Calvino ad autori contemporanei di grande successo come Paolo Giordano.
Le citazioni e i riferimenti sono molti; ne indichiamo qualcuno tra quelli che abbiamo colto o che sono espliciti: Borges, Fibonacci, Dante molte volte, Goethe, Saba, Dostoevskij, il jazz, Schrodinger, Moravia, Montale, Bulgakov, Quasimodo, Caravaggio, l’Antico Testamento, Peter Handke, Virgilio.
Ebbene, alcuni indizi - e qualche voce - ci fanno supporre che dietro alla pseudonimo di Polifilo possa nascondersi Michele Fina, segretario regionale del Partito democratico.
Due indizi, in particolare, sembrano riportare a Fina: la poesia numero 8 ha per titolo “6 Aprile”, è dedicata all’Aquila e al quinto anniversario del terremoto. Qualcuno ricorda di aver già letto questi versi pubblicati (forse sui social) da Fina proprio nel 2014. O erano suoi o li conosceva prima che fossero editi. Il secondo indizio è dato dalle ultime due poesie: “Sole 1” e “Sole 2”. I riferimenti sono più recenti (probabilmente le poesie sono proposte in ordine cronologico) e Sole è il nome della bimba che Fina ha avuto meno di due anni fa.
D'altra parte, da aprile 2020 Fina cura una rubrica domenicale sui social (giunta ormai alla quarantaduesima puntata e sbarcata anche su Rete 8) con scrittori, saggisti e personalità della cultura in cui appaiono molti riferimenti che troviamo poi in “Poesie fisiche”.
Le persone più vicine a Fina lo raccontano molto impegnato sul fronte politico, soprattutto da quando è segretario regionale di un Pd per molti versi da ricostruire; elencano un’agenda di molti appuntamenti “prosaicamente” legati alla quotidianità dell’emergenza, ai progetti per il Recovery Plan, ai congressi da svolgere o alle elezioni da preparare. Ma nessuno nega o esclude che la nostra ipotesi possa essere vera.
Il diretto interessato ha preferito non commentare.