Mercoledì, 10 Marzo 2021 09:40

L'Aquila: bene il collegio di merito, ma la città della conoscenza non può dimenticare le scuole

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"La nostra idea di città guarda ai giovani e alla conoscenza. Il collegio di merito è realtà", festeggiava ieri il sindaco Pierluigi Biondi sulla sua pagina facebook, con tanto di 'card' a rivendicare il voto d'approvazione del Consiglio comunale sulla delibera che istituisce la fondazione 'Ferrante d'Aragona', il soggetto giuridico - di cui faranno parte Comune dell'Aquila, Gssi e Univaq - che dovrà gestire l'omonimo collegio universitario.

E' vero, la comunicazione politica è qualche passo avanti alla realtà: a differenza di ciò che viene rivendicato dall'amministrazione, infatti, il collegio universitario sarà collegio di merito soltanto a valle di una puntuale istruttoria del Miur che dovrà valutare i primi tre anni di attività; come ampiamente spiegato su newstown, i collegi di merito appartengono infatti alla categoria dei collegi universitari che in in Italia sono disciplinati da una serie di decreti del ministero dell’Istruzione. Queste strutture non sono semplici studentati. Oltre alle funzioni residenziali, oltre, cioè, al vitto e all’alloggio, devono garantire una serie di servizi aggiuntivi: culturali, didattici (come aule, biblioteche, sale studio ecc), ricreativi e anche sportivi. Devono offrire agli studenti assistenza tutoriale personalizzata, corsi integrativi a quelli accademici e scambi con l’estero. Di collegi di merito in questo momento ne esistono, su tutto il territorio nazionale, 55 e vengono finanziati con un apposito capitolo di spesa nel bilancio dello Stato.

Il collegio D’Aragona mira a entrare, dopo la fase di startup inziale, in questa speciale élite.

collegio

Insomma, ieri si è fatto soltanto il primo passo di un percorso importantissimo per una città che voglia fondare il suo sviluppo sulla conoscenza, sulla ricerca e sull'alta formazione, se è vero che il collegio di merito potrà rappresentare una formidabile leva per attirare all'Aquila intelligenze che altrimenti sceglierebbero altre città, sviluppando, tra l'altro, un meccanismo virtuoso - in termini di servizi - di cui beneficierebbe l'intera cittadinanza. 

Una scelta strategica lungimirante, in altre parole, decisiva per iniziare a disegnare la città che verrà. 

Tuttavia, una città che guardi davvero ai giovani e alla conoscenza dovrebbe fondarsi innanzitutto sulle scuole; l'ambizione dovrebbe essere quella di crescere studenti e studentesse, sin dalla scuola dell'infanzia, in un ambiente accogliente e stimolante. Ecco il motivo per cui lascia interdetti che oggi, all'indomani del voto favorevole al collegio di merito, con le 'card' sulla città che guarda ai giovani e alla conoscenza, ci siano scuole dell'infanzia che non hanno potuto accogliere i piccoli alunni perché, da due giorni, la caldaia è fuori uso e non si è stati ancora capaci di ripararla. 

Succede a Sassa, al così detto 'Muspino' del Rodari che, tra l'altro, come era già accaduto con l'ultima nevicata, è difficilmente raggiungibile non essendo stata premura del Comune di pulire la strada e il piazzale antistante la struttura provvisoria. Eppure, le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado sono chiuse, con studenti e studentesse in didattica a distanza, e l'Ente avrebbe dovuto occuparsi soltanto degli edifici che ospitano le scuole dell'infanzia. 

Purtroppo, a dodici anni dal terremoto - un tempo infinitamente lungo - la maggior parte delle scuole aquilane, di ogni ordine e grado, sono ancora nei Musp, e non ci stancheremo mai di ripetere che si tratta di una ferita nel corpo della città che non si rimarginerà mai. Per responsabilità della passata e dell'attuale amministrazione, ci sono ragazzi e ragazze che non hanno mai fatto lezione in scuole in muratura; piccoli e piccole nate nel 2017, a otto anni dal terremoto, hanno iniziato il loro percorso di formazione in strutture che, per definizione, avrebbero dovuto servire la città negli anni dell'emergenza e che, per questo, denunciano quotidianamente l'usura del tempo, inadeguati ad accoglierli come si dovrebbe. E non è certo confortante che, finalmente, alcune norme introdotte a livello centrale abbiano sbloccato alcuni cantieri che finalmente sono partiti o stanno partendo.

Se si aggiunge la scarsa manutenzione effettuata dal Comune, che si dimentica persino di pulire le strade d'accesso ad alcuni plessi quando nevica, si comprende come ci sia ancora molta strada da percorrere prima di poter parlare di città che guarda ai giovani e alla conoscenza. A meno di non intendere la conoscenza soltanto come ricerca universitaria.

Il collegio di merito diventerà una eccellenza se sarà accompagnato da politiche attive dell'amministrazione che puntino a rendere davvero L'Aquila una città della conoscenza, a partire dalle scuole dell'infanzia. 

 

 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 10 Marzo 2021 10:33

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