Due risultati estremamente significativi per l’Università degli Studi dell’Aquila e per il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-Architettura e Ambientale (DICEAA), diretto dal Prof. Angelo Luongo e che negli ultimi mesi si è aggiudicato la vittoria di due bandi di valenza nazionale e internazionale, grazie ai progetti competitivi la cui responsabilità scientifica appartiene all'unità di ricerca in Scienze del Territorio coordinata dai Proff. Bernardino Romano, Alessandro Marucci e Francesco Zullo.
Il primo progetto è risultato vincitore di un bando del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (oggi Ministero per la transizione ecologica), a supporto della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (Bando Snsvs 2). La proposta del gruppo di ricerca aquilano, denominata Sost.EN&Re - Sostenibilità, resilienza, adattamento per la tutela degli ecosistemi e la ricostruzione fisica in Italia Centrale - si è avvalsa della partnership con la Regione Abruzzo, attraverso il Servizio Valutazioni Ambientali e il Servizio Politica Energetica e Risorse del Territorio, diretti rispettivamente dall’Ing. Domenico Longhi e dalla Dott.ssa Iris Flacco.
Il progetto, centrato su attività di cooperazione con le regioni Umbria e Marche, ha come obiettivi sia la realizzazione di protocolli per il controllo della pressione insediativa sia la predisposizione di una rete ecologica regionale. Attualmente la normativa territoriale regionale su questi temi deve confrontarsi con una serie di eventi e di variazioni di assetto intervenuti negli ultimi dieci anni, che hanno cambiato profondamente gli scenari evolutivi e le aspettative delle comunità dell’Italia centrale.
Gli effetti di gravi e ripetuti episodi sismici, nonché una altrettanto accresciuta frequenza di fenomeni conseguenti ai cambiamenti climatici, hanno provocato in questi territori l’insorgere di esigenze emergenti di ricostruzione, di incremento della resilienza, di adattamento e, sostanzialmente, di profonda revisione dei paradigmi di relazione tra territorio, ambiente naturale e società insediate. Pertanto oggi è in questo tessuto di problematiche che la qualità ecosistemica, anch’essa irrinunciabile componente di tale area geografica nella percezione europea e mondiale, deve trovare nuove forme di dialogo e di rapporto, con una inevitabile complessificazione e intersecazione degli obiettivi delle procedure di programmazione, di pianificazione e di progettazione che dovranno essere allestite, attuate, gestite e monitorate.
Il secondo importante risultato, di valenza internazionale, è arrivato con l'approvazione del progetto europeo LIFE Integrato della durata di sette anni, dal titolo Integrated MAnagement and Grant Investments for the N2000 NEtwork in Umbria (IMAGINE), con molteplici partner, con leader la Regione Umbria e le Università di Camerino e Perugia, Hyla Group, Comunità Ambiente.
La finalità del progetto è la creazione di un sistema integrato di gestione che garantisca il raggiungimento degli obiettivi di conservazione di cui alla Direttiva Habitat, tra quelle identificate quali prioritarie nel PAF (Prioritized Action Framework), anche in termini di sostenibilità economica e tecnica, attraverso lo sviluppo di politiche che vedano la gestione attiva degli habitat e delle specie, la garanzia di coerenza tra il sistema Natura 2000 ed i territori esterni (connettività ecologica e paesaggio), la formazione di figure professionali idonee alla gestione dei siti Natura 2000 e le forme di partecipazione pubblica.
L’unità operativa dell’Università dell’Aquila dovrà in particolare aggiornare e monitorare le dinamiche di incremento insediativo della regione in relazione al posizionamento dei varchi strategici, controllare i nuovi strumenti urbanistici comunali in merito alle esigenze di connettività, progettare la consolle di indicatori di registrazione delle modificazioni del suolo regionale, organizzare i tavoli tecnici per il recepimento e l’attuazione degli Accordi di Varco.
Le risorse acquisite grazie alla approvazione dei due progetti, un milione di euro circa, saranno indirizzate per il coinvolgimento di numerosi giovani ricercatori e studiosi nel campo delle Scienze del Territorio, settore di sviluppo scientifico attualmente in corso di importante affermazione nell’Università e nelle politiche gestionali anche grazie alle prospettive disegnate dal Recovery Fund.