L'Archeoclub dell'Aquila, in una lunga nota, esprime "alcune preoccupazioni e perplessità" sulle proposte di inserimento del "moderno" nella ricostruzione del centro storico cittadino.
In particolare l'associazione si riferisce agli edifici non di pregio che di conseguenza "potrebbero essere esposti a opinabili sostituzioni edilizie non congrue rispetto al contesto in cui sono inseriti".
"E' importante - specifica l'archeoclub - ricostruire quegli edifici secondo le normative antisismiche e di risparmio energetico di ultima generazione ma il loro aspetto esterno deve essere compatibile con lo stato precedente e con il contesto urbano; non si tratta di falso storico ma di compatibilità storica".
"Gli edifici "non di pregio", infatti, - continua la nota - pur avendo di per sé 'minore' valore architettonico, rappresentano il 'tessuto connettivo' della maglia urbana di un centro storico perché richiamano forme, rifiniture e colori che identificano una tradizione costruttiva secolare, non più in essere dal secondo dopoguerra".
Con queste premesse l'associazione torna nuovamente a chiedere il vincolo paesaggistico sull'intero centro storico cittadino: "Il vincolo non significa conservare tutto com'è ma ristrutturare o ricostruire rispettando parametri estetici (ad esempio colori, forma, rivestimenti) e volumetrici ben precisi (rispettando le quote originali degli edifici), eliminando le superfetazioni ma evitando l'inserimento di un "moderno di facciata" con soluzioni estetiche estranee alla tradizione locale che facciano "a pugni" con il contesto complessivo del centro storico"
L'archeoclub fa anche un esempio specifico: "Ben vengano case più sicure nel Quarto di San Pietro ma non vorremmo ritrovarci strade e piazze allargate e/o stravolte oppure facciate in vetro e acciaio o coperture a terrazza nei vicoli antichi della nostra città".
"Il nostro discorso naturalmente - si afferma in conclusione nella nota - è differente per la sostituzione di edifici in cemento armato realizzati nel secondo dopoguerra in centro, dentro e fuori la 'zona A' del Piano Regolatore (e in particolare fuori la 'zona A'), per i quali, invece, soluzioni più innovative, sempre entro certi limiti, contribuirebbero alla riqualificazione di determinate aree: ad esempio via XX settembre, Villa Comunale, Santa Maria a Forfona o "di Farfa", Lauretana, Santa Croce, viale Duca degli Abruzzi".
Infine l'archeoclub riassume la sua idea di città in uno slogan: " Tradizionale nell'aspetto e moderna nella sostanza, questa secondo noi è la vera modernità".