Partirà domani, mercoledì 19 maggio, il progetto “Web White&Black” per la sicurezza digitale che vede coinvolti 120 alunni della scuola media Patini e le prime classi dei licei afferenti al Convitto nazionale D. Cotugno in un percorso finalizzato a insegnare ai giovanissimi a difendersi dai pericoli del web.
Il progetto è stato realizzato dall’associazione Agape con l'adesione del Comune dell’Aquila.
Alla redazione finale dell’elaborato si è pervenuti dopo una serie di incontri che si sono svolti tra associazione, ente e soggetti interessati, tenendo conto dei bisogni degli alunni che frequentano la scuola.
Stamane, nella biblioteca della scuola media Patini di via Ficara, l’iniziativa è stata illustrata dalla dirigente scolastica dello stesso istituto, Gabriella Liberatore e dalla dirigente scolastica del Cotugno, Serenella Ottaviano; sono intervenuti la dottoressa Chiara Gioia dell'associazione Agape, il vice sindaco, Raffaele Daniele e l’assessora all’Informazione e Innovazione tecnologica, Maria Luisa Ianni.
Obiettivi del progetto sono l’educazione, l’informazione e la formazione per il corretto uso di tecnologie, con tematiche che vanno dall’adescamento on line al cyberbullismo. "Il progetto nasce con l'intento di andare a creare una cultura digitale. Oggi i ragazzi facilmente confondono la realtà concreta, quotidiana, con quella virtuale", ha spiegato Chiara Gioia; "c'è una maggiore semplicità nell'intrattenere rapporti mediati con i coetanei sul web, ma ciò espone i giovani a rischi non indifferenti".
Il progetto sperimentale avrà una durata di 12 ore: la prima tematica che verrà trattata sarà quella del 'grooming', dell'adescamento virtuale. "Il grooming è una sorta di anticamera dei rischi cui i ragazzi sono esposti quando interagiscono col mondo virtuale. I ragazzi non conosco la seduzione emozionale, il pericolo che si cela dietro certi atteggiamenti. Il nostro obiettivo è educarli, formarli, far sviluppare un occhio più attento, capace di fargli discernere comportamenti che potrebbero esporli a pericoli".
Il percorso sarà multidisciplinare: "l'interazione, la sinergia di più figure professionali è basilare per andare a formare i ragazzi, agendo su alcuni tabù: oltre al grooming, pensate al sexting, al revenge porn. Attraverso dei laboratori, i ragazzi saranno protagonisti per acquisire una giusta conoscenza che sarà importante restituire a genitori e al corpo docente: famiglia e scuola sono le due agenzie educative per eccellenza che debbono essere in sinergia tra di loro". Per questo, ha concluso Chiara Gioia - psicologa e psicoterapeuta, esperta di cyber crime - nel progetto sono coinvolti l'ingegnere informatico Cristian Franciosi, perito tecnico al Tribunale, altri colleghi psicologi e pedagogisti oltre Ugo Capezzali che concluderà con i ragazzi il progetto di educazione e formazione attraverso una rappresentazione teatrale dell'argomento trattato".
La delibera d'approvazione del progetto è di gennaio 2020, ha inteso ricordare l'assessora Maria Luisa Ianni; "eravamo già pronti a partire nel mese di marzo del 2020, ma ci siamo scontrati con il primo lockdown e con le difficoltà che ne sono seguite. Ora finalmente siamo pronti ad avviare il progetto con 120 alunni dei 6500 circa tra gli 8 e i 18 anni che vivono all'Aquila, un campione sufficientemente rappresentativo. Il percorso non si occuperà soltanto di cyber bullismo, di sicurezza digitale: l'intento è operare nell'ambito della prevenzione primaria, affinché i ragazzi e le loro famiglie siano educati al digitale. D'altra parte, da tempo l'Oms sta stimolando a mettere in campo progetti sul benessere dei nostri ragazzi: il web, oggi, è capace di determinare lo stile di pensiero dei nostri figli, di influenzarli; eppure, soltanto 1 ragazzo su 4 parla con i genitori degli strumenti che utilizza nel mondo virtuale e soltanto 1 genitore su 5 è alfabetizzato per comprendere in che modo intervenire con strumenti di controllo parentale. Non ne abbiamo gli strumenti: i ragazzi sono molto più veloci di noi nell'acquisire la capacità di utilizzare la tecnologia. E questo è un problema", ha rimarcato l'assessora comunale.
"Vanno individuate le devianze, le pratiche di utilizzo della rete non corretto: i ragazzi debbono imparare a conoscere e riconoscere i contenuti. Avevamo la necessità di utilizzare strumenti nuovi: per questo, abbiamo sposato il progetto presentato da Agape, sicuramente innovativo facendo uso di laboratori artistici e tecnologici che in modo giocoso consentiranno ai ragazzi di educarsi al virtuale".