Mercoledì, 16 Giugno 2021 18:28

L'Istituto comprensivo Rodari sottoscrive 'Patto educativo' con 12 associazioni

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Nei giorni scorsi, riflettendo sui recenti fatti di cronaca che hanno visto coinvolti dei giovanissimi, ci siamo interrogati su che città stiamo ricostruendo per le nostre figlie e i nostri figli; ci siamo posti delle domande: "E' una 'questione neutra' la mancata ricostruzione delle scuole, l'occasione perduta di restituire alla comunità scolastica edifici sicuri, moderni, dotati di aule studio, biblioteche e palestre? E' una 'questione neutra' lo stato di degrado in cui versano gli impianti sportivi cittadini, l'impossibilità per molti di svolgere regolarmente attività?".

Ci siamo risposti che no, non lo è. E ancora: "che tipo di messaggio veicola ai giovanissimi l'assenza di spazi aggregativi, di luoghi di ritrovo, formazione, crescita culturale, contaminazione artistica?".

Sono domande più attuali che mai, in una città che si sta ricostruendo nei suoi palazzi ma non nel suo tessuto sociale e che è chiamata a dare risposte a domande complesse che la pandemia sta ponendo in tutto il mondo, e che attengono, anche, alla dispersione scolastica, alla mancanza di opportunità e di politiche di coesione sociale, alla scarsità dei servizi essenziali ed educativi, a diritti negati e disuguaglianze inaccettabili.

Nel rapporto 'Riscriviamo il futuro', pubblicato ad inizio giugno, Save the Children ci ha detto che la povertà minorile, in poco più di dieci anni, è aumentata di dieci punti percentuali e ha raggiunto nel 2020 il suo massimo storico degli ultimi 15 anni: 1 milione e 346 mila minori (il 13,6% dei bambini e degli adolescenti in Italia), ben 209mila in più rispetto all’anno precedente, sono in condizioni di povertà assoluta. Un dato destinato a crescere con la crisi economica generata dal Covid e dovuto, in larga parte, all’aumento consistente del numero di genitori che hanno perso temporaneamente o definitivamente il lavoro, 345.000 durante l’anno trascorso, e la conseguente diminuzione delle loro disponibilità economiche.

E sta emergendo, tra l'altro, una nuova forma di povertà educativa, quella digitale: secondo una ricerca condotta dall’Organizzazione, ancora oggi, un quinto dei ragazzi non è ancora in grado di eseguire semplici operazioni utilizzando gli strumenti informatici, quasi 1 ragazzo su 3 non ha un tablet a casa e 1 su 7 neanche un PC, l’11% non sa condividere uno schermo durante una chiamata con Zoom e il 29,3% non riesce a scaricare un documento condiviso da un insegnante sulla piattaforma della scuola.

Ecco perché il 'Patto educativo di comunità' firmato, nel pomeriggio di ieri, dall'Istituto comprensivo Rodari dell'Aquila con il Punto Luce di Sassa gestito dalla cooperativa ApStart, Save the Children, Solisti Aquilani, Associazione Donatella Tellini, Autismo Abruzzo Onlus, UNLA, L'Aquila Rugby, Viviamolaq, Nati nelle Note, Greenpeace L'Aquila, Ass. Alpini Preturo, Ju parchetto con noi e con il Comune dell'Aquila, è una iniziativa straordinariamente lungimirante, che risponde a problemi globali amplificati, a livello locale, dalla particolare situazione del post terremoto, in una città il cui tessuto sociale è sconnesso, sfilacciato su un territorio vasto, su decine e decine di frazioni non collegate tra loro e prive di servizi essenziali.

"Per fare un uomo, necessita un villaggio" recita un proverbio ugandese che il Dirigente scolastico dell'Istituto Rodari, Marcello Masci, ha inteso richiamare; in questo senso, i 'Patti educativi di comunità' rappresentano un nuovo modo di operare che vede un territorio, una comunità protagonisti della propria rinascita mettendo al centro la scuola.

Di che cosa si tratta? Il 'Piano scuola 2020-2021' individua nei 'Patti educativi di comunità' gli strumenti operativi per far operare insieme, sinergicamente, Scuole, Enti Locali, Istituzioni pubbliche e private, le realtà operative nel terzo settore, le associazioni e anche i singoli cittadini, attraverso la sottoscrizione di specifici accordi per creare un'alleanza educativa, civile e sociale. E' con queste finalità che sono stati introdotti, di recente, dal Ministero dell’Istruzione: l'idea è restituire alle comunità la possibilità di un nuovo protagonismo per rafforzare non solo l’alleanza scuola famiglia, ma anche quella tra la scuola e la comunità educante attraverso l'approccio partecipativo, cooperativo e solidale di tutti gli attori in campo che, con pari dignità, si impegnano a valorizzare e mettere a sistema tutte le esperienze e tutte le risorse del territorio. 

"Un modo per superare l'individualismo tipico delle società occidentali e che ha mostrato i suoi limiti con la pandemia", ha ribadito Masci; "c'è bisogno di recupare il senso di comunità e la scuola ha un ruolo centrale, in questo senso, essendo la manifestazione fisica dello Stato. Una scuola che deve essere aperta, non chiusa". 

E' attingendo ai fondi ministeriali che si è arrivati alla firma del 'Patto educativo di comunità' che permetterà di tenere aperte questa estate le porte di una scuola a Sassa e di un'altra a Pianola, entrambe del comprensivo Rodari, oltre che del Punto Luce di Sassa, per un mese e mezzo a partire da lunedì con sei operatori a disposizione di ragazze e ragazzi. "E' una azione sfidante e innovativa", ha tenuto a sottolineare Domenico Capanna della cooperativa ApStart che gestisce il Punto Luce. "Col progetto messo in campo, creeremo un villaggio educativo diffuso per l'area ovest della città". 

Tema portante dell'iniziativa sarà l'Odissea, letta, però, con una prospettiva femminile, attraverso gli occhi di Penelope: "un viaggio che faremo con 180 ragazze e ragazzi dai 6 ai 16 anni, studentesse e studenti del Rodari. Un'azione ludica e ricreativa, d'altra parte siamo in estate - ha aggiunto Capanna - ma integrata con i percorsi di recupero delle competenze didattiche".

Ovviamente, ciascuno dei soggetti partner che hanno sottoscritto il 'Patto' proporrà delle iniziative, dal teatro alla musica passando per lo sport, che verranno inserite nel progetto e realizzate.

Non è l'unica iniziativa che l'Istituto comprensivo Rodari intende mettere in campo per aprirsi al territorio. "Dal 21 giugno al 21 luglio - ha svelato il Dirigente Marcello Masci - gli studenti delle scuole secondarie verranno qui, nell'aula magna dell'Istituto, per affrescarla. L'idea è rendere questo spazio un luogo polifunzionale, aggregativo per la comunità, sede di manifestazioni culturali. Lo ribadiamo: la volontà è di rimettere la scuola al centro della comunità".

 

 

Ultima modifica il Giovedì, 07 Ottobre 2021 12:36

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