Di Serena Guarracino* - Per i viaggiatori stranieri del passato esplorare l’Abruzzo non era cosa semplice.
Parte del cosiddetto Petit Tour e inizialmente povera di strade agevolmente carrozzabili, la regione divenne più frequentata alla fine del XIX secolo, in particolar modo con l’arrivo della ferrovia (1875). Sebbene la letteratura e l’arte prodotte dai viaggiatori stranieri in Abruzzo siano state oggetto di numerosi studi, resta però ancora sullo sfondo l’esperienza delle poche ma notevoli viaggiatrici che ebbero interesse ad avventurarsi in un’area così poco frequentata.
È questa la lacuna che sta provando a colmare il progetto nato nel Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila e coordinato da Serena Guarracino Lo sguardo delle viaggiatrici, che prevede l’organizzazione di un convegno alla fine di settembre, ma anche alcune pubblicazioni e molte altre iniziative culturali.
Prima significativa azione sul territorio è l’omonima mostra fotografica, curata dai proff. Giuseppe Di Natale, Serena Guarracino e Luca Pezzuto, che si terrà in modalità diffusa nei borghi di Santo Stefano di Sessanio, Rocca Calascio e Castel del Monte nel corso dell’estate 2021 (25 luglio-31 agosto) e che a settembre verrà riunita a Palazzo Camponeschi nei locali del Rettorato dell’Università dell’Aquila, in occasione della Notte dei ricercatori.
Sono stati scelti sei tra fotografi e fotografe su base competitiva per proporre una riflessione originale sulle esperienze di tre figure di spicco di origine britannica che attraversano il primo Novecento abruzzese: Amy Atkinson, Estella Canziani, e Anne MacDonell.
È dalla lettura dei loro libri - In the Abruzzi (Negli Abruzzi) di MacDonell con acquerelli di Atkinson (1908) e Through the Apennines and the lands of the Abruzzi: Landscape and peasant life (Attraverso gli appennini e le terre degli Abruzzi: paesaggio e vita contadina) con testo e illustrazioni di Canziani (1928) –, intrecciata con la riflessione sullo stato attuale dei luoghi e delle popolazioni raccontate da queste viaggiatrici, che i fotografi hanno deciso di partire per proporci il loro lavoro, che sarà pubblicato anche nel catalogo della mostra. Sergio Camplone, con la sua riflessione sulla Tiburtina Valeria, e Alessandra Condello, con squarci del territorio marsicano, espongono a Santo Stefano di Sessanio; Antonio Di Cecco, con una suggestiva rilettura notturnale di Campo Imperatore, e Isabella Nardis, con il suo acuto e fiero sguardo sul mondo femminile e sulle donne d’Abruzzo, presentano i loro lavori a Rocca Calascio; infine, Claudio Cerasoli, con il suo racconto di Villa Badessa e delle tradizioni della comunità albanese, e Giovanni Paolone, con una visione onirica e altamente poetica della Baronia di Carapelle, mostrano le loro opere a Castel del Monte.
Il progetto espositivo è stato il frutto di una sinergia virtuosa tra il Dipartimento di Scienze Umane, i comuni di Santo Stefano di Sessanio e Castel del Monte e la cooperativa Calascio, enti con cui è stata stipulata una convenzione di ricerca ad hoc che, nell’ottica della terza missione dell’Università ma anche dell’avvicinamento al mondo del lavoro da parte degli studenti, prevede anche dei tirocini sul territorio che consentano agli studenti di apprendere le pratiche di gestione della mostra.
* Professoressa di Letteratura inglese, Univaq