Lunedì, 23 Agosto 2021 22:27

Di Pietrantonio presenta all'Aquila il suo Borgo sud: "Non è stato facile ricominciare dopo L'Arminuta"

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"Non è stato facile ricominciare dopo L'Arminuta. Non ritrovavo il silenzio dentro di me, non il vuoto doloroso da cui nasce la scrittura. A ogni tentativo mi ritiravo frustrata, insoddisfatta. Poi la mia tiroide si è ammalata di un piccolo tumore e l'ho dovuta togliere".

Con queste parole Donatella Di Pietrantonio ha aperto la sua toccante presentazione di Borgo Sud a 'tuttolibri – La Stampa'.

Ma nel momento più difficile, nella sua stanza dell’ospedale, "Adriana ha invaso la scena con la sua energia […] Illuminava di nuovo le pagine, le attraversava come un vento. Mi portava nel suo matrimonio, e in quello della sorella".

Premio Campiello con L'Arminuta nel 2017, Di Pietrantonio - nata ad Arsita, in provincia di Teramo, ma da anni residente a Penne, dove svolge la professione di dentista pediatrico - si era già fatta notare come una delle voci più originali e autenticamente letterarie del panorama italiano con i primi due romanzi, Mia madre è un fiume e Bella mia; poi, il successo straordinario della sua terza opera, conferma definitiva di un talento sbocciato forse un po’ tardi ma che, proprio per essere arrivato a maturazione lentamente, senza fretta, è capace di produrre pagine di rara bellezza, profondità e intensità.

Merito soprattutto di una lingua asciutta e apparentemente scarna ma dotata, in realtà, di un grande potere evocativo. Una lingua che predilige la sottrazione all’accumulo, ruvida, luminosa e aspra come quell’Abruzzo scelto dalla Di Pietrantonio come ambientazione delle sue storie.

Borgo sud, finalista al Premio Strega, è arrivato dopo quel successo, "e non mi offendo se viene definito un seguito de L'Arminuta, sebbene sia un romanzo a sé", spiega nell'intervista rilasciata a NewsTown in occasione della presentazione del suo romanzo all'Aquila, davanti ad un pubblico numeroso e appassionato giunto alla Libreria Maccarone, in piazza Duomo: "ho ripreso alcuni personaggi, alcuni fili della storia", aggiunge.

borgo sud

E' Adriana che irrompe nella vita di sua sorella, "che possiamo ancora chiamare l'arminuta", con la forza di una rivelazione. Sono state bambine riottose e complici, figlie di nessuna madre. Ora sono donne cariche di slanci e di sbagli, di delusioni e possibilità, con un'eredità di parole non dette e attenzioni intermittenti. 

Nata e cresciuta in montagna, Adriana cerca un mondo nuovo, più aperto: "Ho voluto spostarla verso il mare perché è un personaggio così esagerato, così estroverso che mi sembrava giusto avesse un universo più ampio", sottolinea Di Pietrantonio. 

"In questo romanzo, ciò che solitamente viene individuato come tema principale è la sorellanza" - prosegue l'autrice - sebbene irrompa la figura di Piero che ha il compito di "mostrare nella vita della protagonista, l'arminuta, quelle che io chiamo le conseguenze del disamore. Questa deprivazione affettiva che l'arminuta, e così la sorella Adriana, hanno patito nella famiglia di origine, si riverbera nelle loro relazioni adulte. Piero, il marito dell'arminuta, sta lì a farci vedere che si tratta di un matrimonio che non è veramente una libera scelta ma la conseguenza di ciò che la protagonista ha patito e di ciò che lo stesso Piero ha patito".

Oltre la sorellanza, tornano poi alcuni temi cari alla scrittrice abruzzese, la maternità, l'appartenenza al territorio. "Sono le mie ossessioni e, dunque, riemergono sempre. Il tema della maternità riemerge nella figura della madre delle due sorelle che è nell'ultima fase della sua vita; il territorio è quasi un personaggio, mi prende sempre molto spazio. Ormai mi sono rassegnata a lasciarglielo, mi fa anche piacere; in fondo, sta a significare la forza di questo legame".

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