Domani, a 78 anni di distanza, si rinnoverà con immutata commozione il ricordo del sacrificio dei Nove Martiri Aquilani, la pagina più triste e gloriosa della storia democratica della città dell’Aquila.
La storia è nota.
Dopo l’Armistizio con gli Alleati dell’8 settembre ‘43, l’Italia venne occupata dai nazi-fascisti. Per sfuggire al Proclama di Kesserling che obbligava tutti i giovani ad arruolarsi nell’esercito tedesco, un gruppo di giovanissimi patrioti aquilani per difendere la dignità e la libertà dell’Italia si rifugiò in montagna.
Nel tentativo di unirsi alle Bande partigiane vennero però sorpresi dai tedeschi, catturati e fucilati.
Il 23 settembre 1943 morirono così Anteo Alleva, Pio Bartolini, Francesco Colaiuda, Fernando della Torre, Berardino Di Mario, Bruno D’Inzillo, Carmine Mancini, Sante Marchetti, Giorgio Scimia.
Di quell’eccidio il professor Corrado Colacito fece una rigorosa e struggente ricostruzione nel libro “Ricordo storico” (ripubblicato nel 2013 da Textus Edizioni) e le sue parole restano ancora le più belle per proteggere la memoria di quei giovinetti ed offrirla come lezione tutti i giorni ad ognuno di noi: "Nella sua tragica semplicità – scrisse Colacito – l’episodio così commovente dei Nove Martiri illumina di vividi riflessi l’atmosfera ingloriosa di quel settembre ’43: è come una perla nel fango […] un momento di toccante umanità che vide consumare, in un attimo, il sacrificio di nove innocenti cuori giovanili ardenti di amore ideale. Non si ripeta, stolidamente, che quei “ragazzi” s’ingannarono o furono ingannati; non si dica che agirono per imprudenza e per sventatezza dovuta alla loro età, senza nemmeno rendersi conto di ciò che volevano […] soprattutto non si insulti alla loro memoria affermando che il loro sacrificio fu inutile e vano. Il fremito di rivolta che agitò quelle anime pure e generose merita ogni rispetto, ogni ammirazione. Non si mossero, quei “ragazzi”, perché volessero sfidare un immortale destino: essi volevano una cosa molto più semplice ed umana: volevano evitare la vergogna e l’umiliazione di essere schiavi dei nuovi dominatori che calpestavano il suolo della Patria. E non si batterono come “eroi” ma come “ragazzi”: però non ve n’erano molti di “ragazzi” come loro in tutta la penisola durante quel triste frangente. Andarono essi incontro alla Libertà e incontrarono invece la morte sul loro cammino. I Nove Martiri aquilani sono e saranno, perciò, sempre degni di compianto e onore".
"A chi dimentica la storia, a chi confonde vittime e carnefici, a chi oscura il 25 aprile, a chi nega il valore della Resistenza, a chi offende i diritti di libertà, solidarietà e giustizia, rispondiamo con la bellezza e il coraggio dei nostri Nove Martiri giovinetti", scrive oggi l'ANPI L'Aquila. "Interpretando il sentimento di tutti gli uomini e le donne della città, ricorderemo questa straordinaria pagina di storia – che fu uno dei primissimi esempi di Resistenza armata al nazifascismo – con un omaggio, domani 23 settembre alle ore 11.00, in Piazza Nove Martiri.
In occasione del 78esimo anniversario dell’eccidio, anche la municipalità aquilana renderà omaggio alla memoria dei Nove martiri aquilani.
La cerimonia di commemorazione, alla presenza del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e delle maggiori autorità locali, si terrà nella caserma Pasquali Campomizzi, con inizio alle ore 9, nel luogo in cui i giovani aquilani, tutti tra i 17 e i 21 anni, furono trucidati.
Le celebrazioni proseguiranno, alle ore 9:30, nel piazzale antistante l’Istituto di istruzione superiore “Amedeo di Savoia Duca d’Aosta”, in via Acquasanta 5, in ricordo di Fernando La Torre, martire e studente diplomatosi al Regio Istituto Industriale.
La cerimonia si svolgerà alla presenza di una rappresentanza degli istituti superiori aquilani e delle maggiori autorità locali e prevede la deposizione di una corona.