Giovedì, 09 Dicembre 2021 17:25

Presentata la IX edizione del premio Avus dedicato agli studenti vittime del sisma

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Si è tenuta questa mattina, a Palazzo Camponeschi, la conferenza stampa di presentazione della IX edizione del premio nazionale “Avus 6 aprile 2009”, dedicato alla memoria degli studenti e delle studentesse universitari/e fuori sede morti/e nel terremoto dell’Aquila.

Nato dalla pubblicazione del libro “Macerie dentro e fuori”, scritto dal giornalista RAI Umberto Braccili insieme ai genitori di 13 ragazzi deceduti la notte del 6 aprile, il premio è promosso dalla onlus Avus (Associazione vittime universitarie del sisma), dall’Università dell’Aquila e dal Gran Sasso Science Institute e viene assegnato alla migliore tesi magistrale incentrata sulla prevenzione sismica e sugli aspetti ingegneristici, sociali ed economici legati alla gestione del rischio sismico e alla resilienza delle popolazioni e dei territori.

Alla conferenza stampa di questa mattina hanno partecipato il presidente dell’associazione Avus Sergio Bianchi, i rettori di UnivAQ e GSSI Edoardo Alesse e Eugenio Coccia, la già rettrice UnivAq Paola Inverardi e, in rappresentanza del Comune dell’Aquila, l’assessora Fabrizia Aquilio.

Il premio consiste in un assegno del valore di 3.000 euro ma il numero e l'entità dei premi potranno crescere in funzione di donazioni o contributi provenienti da enti, associazioni e privati cittadini sensibili al tema della prevenzione del rischio sismico.

Sono oltre 160 le tesi pervenute nelle passate otto edizioni. I lavori che si sono aggiudicati il primo premio saranno raccolti in un volume di prossima pubblicazione che sarà curato dalla Sigea, la Società italiana di Geologia ambientale.

Il bando 2022 è disponibile sul sito dell’Università dell’Aquila (qui)  e sul sito del GSSI (qui) .

Le domande di partecipazione per la nona edizione vanno inviate entro il 17 gennaio 2022. La cerimonia di premiazione si terrà il 4 aprile alla Camera dei Deputati.

“Il nostro obiettivo, quando siamo nati, non era solo quello di tenere viva l’attenzione su quello che è accaduto all’Aquila” ha affermato Sergio Bianchi “ma anche di creare qualcosa che fosse d’aiuto ai giovani che. In questi anni il premio è cresciuto molto, ottenendo risultati che non ci aspettavamo. Vuol dire che stiamo onorando bene l’impegno che abbiamo preso. E anche se quello che abbiamo perso non ci verrà mai restituito, è un dovere per noi continuare”.

“La tragedia che, come comunità, abbiamo vissuto” ha affermato Edoardo Alesse “ha fatto maturare in noi sentimenti nuovi, una coscienza e consapevolezza maggiori dell’importanza della prevenzione e della sicurezza. Sono tante le iniziative e le condotte messe in atto dall’ateneo per dare delle risposte su questi temi, dall’istituzione dell’Unità di crisi ai lavori di adeguamento sismico sui nostri edifici. I nostri studenti e le nostre studentesse sono il bene più prezioso, che va tutelato in ogni modo possibile”.

“Gli studenti e le studentesse morti la notte del terremoto sono e saranno sempre parte della grande famiglia dell’Università dell’Aquila, così come le loro famiglie” ha detto Paola Inverardi “Erano ragazzi che avevano scelto di venire a studiare all’Aquila ed essere scelti da giovani che vogliono costruire il proprio futuro è un enorme privilegio. Questo premio è importante perché è giusto ricordare chi siamo e da dove veniamo. Ma è importante anche perché una testimonianza e un esempio di quella memoria attiva che si coltiva non solo nel ricordo ma in azioni concrete, gettando uno sguardo al futuro”.

“Ogni anno” ha osservato Eugenio Coccia “siamo sempre piacevolmente colpiti nel constatare come siano migliaia gli studenti, provenienti da ogni parte del mondo, che fanno richiesta per iscriversi a uno dei nostri dottorati. E’un segno non solo di come quella del GSSI, nato nell’ottica di rendere L’Aquila una città sempre più votata all’alta formazione, all’innovazione e alla conoscenza, sia stata una scommessa vinta ma soprattutto di come siano sempre di più i ragazzi che scelgono di venire qui perché sanno che qui c’è un ambiente ideale per completare e arricchire il loro percorso accademico. La loro presenza è un segnale di speranza per l’intera città”. 

Ultima modifica il Giovedì, 09 Dicembre 2021 19:43

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