Venerdì, 18 Febbraio 2022 17:16

Quo vadis?

di  Tommaso Cotellessa

Quo Vadis?

A secoli di distanza, la situazione si è ribaltata: questa volta la domanda divenuta celebre la rivolgiamo noi a Pietro.

Nelle ultime ore sembrerebbe, come già riportato su NewsTown [qui], che la venuta del Santo Padre nella nostra città in occasione della Perdonanza celestiniana 2022 si stia facendo sempre più concreta.

Se Papa Francesco, come pare, dovesse venire all'Aquila sarebbe un avvenimento eccezionale, non solo per l’importanza che avrebbe la visita di un Pontefice nel nostro territorio e per la fama di cui gode Bergoglio ma soprattutto perché sarebbe un enorme riconoscimento per la nostra Perdonanza.

La Perdonanza, infatti, pur essendo il primo giubileo della storia, indetto da Papa Celestino V, non ha mai goduto delle attenzioni che meriterebbe, in particolare dalla Santa Sede.

Il nostro territorio già ha ospitato diversi Papi: Giovanni Paolo II era affezionatissimo alle nostre montagne e alle nostre terre mentre Benedetto XVI fu il Papa del Terremoto che condivise il suo destino con il nostro Celestino.

Dopo aver accarezzato i bambini e la luna ora è arrivato il momento di accarezzare la nostra città.

Papa Francesco in questi anni sta rinnovando la chiesa, guadagnandosi la stima di laici e religiosi grazie al suo modo di fare umile e privo di pomposità. È un Pontefice che possiede la delicatezza e la misericordia ma che allo stesso tempo ha il coraggio e la forza di condannare dal soglio pontificio il clericalismo. Un uomo e un intellettuale che con semplicità riesce a dare una visione altra del mondo, da una prospettiva che sta dalla parte dei più deboli e degli ultimi.

La sua enciclica “Fratelli Tutti” è un manifesto su interpretare il nostro tempo con umanità, cercando sempre di guardare l’altro con lo stesso sguardo del buon Samaritano, cercando di recuperare quel senso di comunità che troppo spesso la politica dimentica e senza il quale la società rischia di frammentarsi irreversibilmente. Nel conteso in cui viviamo, credo non sia inutile ribadire l’importanza di quell’amore per il bene comune.

Papa Francesco ha più volte dimostrato di essere in grado di immergersi nella società senza rinunciare a sé stesso, un uomo con una forte morale ma privo di moralismo.

Il mio non vuol essere un discorso da sacrestia ma credo che in una città come la nostra ogni gesto nei nostri confronti sia d’aiuto; d’altronde, una città aperta e di ampie vedute è sempre pronta ad accogliere.

Speriamo che Papa Francesco, come disse un suo predecessore, ci solleciti a fare presto, fare bene e fare lietamente perché ne abbiamo bisogno.

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