Giovedì, 25 Agosto 2022 12:24

Fabio Rosini rompe la consuetudine e invita ad agire la Perdonanza

di  Tommaso Cotellessa

Ieri pomeriggio, in un Auditorium del Parco stracolmo, si è svolto un incontro particolare e a suo modo straordinario.

Protagonista dell’evento il biblista Don Fabio Rosini, noto per i suoi libri e podcast, ma soprattutto conosciuto come l’autore del ciclo di catechesi intitolato “le dieci Parole” nel quale viene affrontato il tema dei dieci comandamenti.

Il titolo dell’incontro era "La misericordia come via che unisce Dio all’uomo".

Rosini ha affrontato il tema della Perdonanza proprio passando per la bellezza e l’immensità della misericordia, nella sua catechesi è stato possibile cogliere valori universali di una potenza travolgente sia per cattolici che per i laici.

Lo strumento utilizzato come trampolino di lancio è stato il capitolo 15 del Vangelo di Luca, tra parabole del figliol prodigo e pecorelle smarrite, tra dracme introvabili e fratelli maggiori brontoloni, tutti questi sono stati espedienti, mezzi per facilitare la trasmissione di un messaggio profondo ed esistenziale ovvero la bellezza e la dolcezza del perdono, argomento centrale di questi giorni, di questo tempo.

Il biblista con il uso dialetto romanesco colorito da battute di spirito (cosa aspettarsi da un sacerdote?) ha spiegato che la perdonanza non è solo un evento, un episodio che si ripete ogni anno bensì la Perdonanza è un atto, è il passare sotto una porta che si apre.

Perdonanza vuol dire attraversare la discontinuità di un muro, quella che comunemente chiamiamo porta non è altro che la rottura della consuetudine di una retta di pietra, ed è proprio su questa scia che Rosini ha sottolineato il fatto che entrare per un una porta vuol dire uscire da qualcosa.

Per fare Perdonanza, per agirla, per viverla come atto, è necessario uscire da noi stessi.

Un concetto profondo e che interroga ognuno di noi a prescindere dal credo o non credo.

L’evento che ci apprestiamo a vivere ci pone inevitabilmente dinanzi a domande filosofiche, teologiche e quesiti sulle nostre vite. Ma non è altro che una proposta ad uscire dai noi stessi.

Uscire dalla nostra abitudine, dal nostro luogo comune, dal nostro quieto vivere.

Questa Perdonanza è un invito ad uscire dal tran-tran quotidiano delle singole vite di ognuno di noi, ma anche dalle regole del dibattito giornalistico e politico, dalle contrapposizioni costanti dalle frizioni obbligate.

 L’incontro di ieri mi ha convinto che davvero avevamo bisogno di questo momento, tutti quanti, chi per un motivo chi per un altro. Chi per apprezzare di più questo territorio, chi per riflettere di più, chi per ascoltare buona musica, chi per vedere qualcosa di bello, chi per sentirsi riconciliato.

Sì, penso davvero che questa Perdonanza sia una grande occasione, a prescindere dai soldi spesi e dagli eventi organizzati, penso che davvero questa Perdonanza è un grandissimo dono, perché come ha detto bene Don Fabio se qui a l’aquila abbiamo questa straordinaria occasione di ricevere un’indulgenza ogni anno, quanto abbiamo bisogno essere perdonati noi aquilani?

E allora non ci resta che perdonare, perdonare gli altri, noi stessi e la storia prendendo il meglio da quest’occasione che ci si è presentata davanti.

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