Dopo le cerimonie istituzionali che si sono svolte ieri mattina, nella mattinata di oggi l'ANPI L'Aquila ha ricordato i nove martiri ripercorrendo il cammino a loro dedicato.
Una folta delegazione dell'associazione dei partigiani partendo dalla "sbarra" ha raggiunto la Madonna Fore per poi proseguire fino al fontanile di Collebrincioni per onorare il monumento dei giovani eroi della resistenza.
La mattinata si è conclusa nel circolo ARCI di Collebrincioni, con un brindisi in onore della memoria e con l'annuncio della volontà dell'ANPI di intitolare la sezione dell'Aquila proprio ai giovani aquilani che diedero la vita per ribellarsi contro la dittatura nazifascista e consegnare la libertà e la democrazia al nostro paese.
Cerimonie come questa hanno un'importanza di una portata enorme, infatti troppo spesso dimentichiamo di raggionare sulla storia ripercorrendone i momenti più complessi e ammettendo le verità più scomode.
Di frequente sentiamo individui vantarsi del proprio nonno partigiano o di storie di solidarietà legate alla propria famiglia, e questi sono gioielli preziosi per una società, ma non possiamo dimenticare che c'è stato un intero paese che del regime fascista ha fatto parte, che intere frange della popolazione non ha visto in malo modo l'asse Roma-Berlino.
Senza accettare questa verità non possiamo apprezzare l'importanza della resistenza e dei valori racchiusi in essa; già perchè proprio accettando questa verità renderci conto che cambiare la storia è possibile, che le cose non sono costrette ad andare sempre nel modo a cui sembrano destinate possiamo scoprire una nuova speranza.
Noi possiamo sempre incidere, uomini e donne possono incidere, così come allora hanno inciso con forza uomini e donne modificando ciò che ormai per il tempo di allora sembrava un destino.
Un esempio illustre e concreto di questo cambio di rotta è rappresentato in maniera esemplare nella toponomastica della città dell'Aquila, infatti quella che oggi viene chiamata, a volte con troppa superficialità, piazzetta Nove martiri un tempo era chiamata piazzetta 28 ottobre, in onore della marcia su Roma.
Questo fatto testimonia che la storia può essere cambiata, così come è cambiata quella targa che sovrastava la piazzetta in cui oggi sono impressi i nove nomi dei migliori giovani aquilani.
Le persone come i luoghi possono cambiare senso, cambiare orizzonte ed è proprio in questa capacità di cambiare orizzonte, di rinsaviere, di vincere la condanna alla coerenza che si trova la saggezza profonda. Scoprire che c'è qualcosa di più bello di quello che hai, di più giusto di quello che pensi, qualcosa di più prezioso di quello che custodisci.
Noi, in qualità di uomini e donne del nostro tempo, siamo chiamati a custodire e valorizzare l'eredità lasciataci allargandola e vivendola come un patrimonio comune che supera ogni divisione.
I valori della resistenza sono valori che infiammerebbero il cuore di chiunque, l'unica cosa da fare è far battere sempre più forte e all'unisono quei cuori.
Il fascismo tante volte viene usato in maniera faziosa come uno spauracchio o uno strumento per denigrare l'avversario, ma il fascismo non è solo quello del regime, non è solo quello dei saluti romani e dei simboli littori, il fascismo come scrive Romain Gary, è una maniera di odiare.
Non ci resta che continuare a camminare sulle orme dei nove martiri, così come oggi ha fatto l'ANPI, portando alti i loro valori e i loro sogni di pace libertà e democrazia, perchè questi sogni valgono sempre la pena di essere perseguiti, ce lo hanno dimostrato proprio Anteo, Pio, Francesco, Fernando, Berardino, Bruno, Carmine, Sante e Giorgio, ai quali va un grazie pieno di orgoglio e responsabilità.