Mercoledì, 08 Giugno 2022 13:10

Commemorazioni dell'eccidio di Filetto: l'Anpi dell'Aquila ha accolto il sindaco di Pocking, la città di Defregger che ordinò il massacro

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Nella giornata di ieri, 7 giugno, si è celebrato, come ogni anno il ricordo dell’eccidio di Filetto.

Il 7 giugno del 1944, diciassette partigiani - diciassette vite, diciassette volti - furono brutalmente uccisi dalla rappresaglia nazi-fascista.

L’esecuzione fu ordinata da Matthias Defregger, un giovane capitano della Wehrmacht.

"La giornata di ieri è stata una giornata storica, simbolo di pace e di un sano revisionismo - sottolinea il segretario dell'Anpi L'Aquila, Tommaso Cotellessa - quello basato sui fatti e documentato, quello che esprime la capacità di pentimento e di saper comprendere i propri errori ricucendo le lacerazioni che la crudeltà umana e l’ingiustizia hanno creato nella storia. Infatti, abbiamo ospitato nelle cerimonie di ieri il sindaco di Pocking, accompagnato da una delegazione. Pocking è il paese in cui Matthias Defregger, finita la guerra, è tornato diventando poi vescovo".

Per un lungo periodo del caso Defregger non si parlò affatto tenendo nascosta la macchia di sangue impressa nella sua coscienza. "Il comune di Pocking però, venuto a conoscenza della realtà dei fatti, non ha voluto far finta di niente o imboccare la strada dell’omertà, ma anzi ha deciso di manifestare una richiesta di perdono. Così ieri a Filetto, nella terra macchiata dal sangue dei caduti, quel sangue è stato riscattato e abbiamo accolto il perdono richiesto" le parole di Cotellessa. 

In questo periodo storico di guerre e dicotomie fra bene e male, di nazionalismi e sovranismi, di tifoserie e odio diffuso, "abbiamo bisogno di gesti forti e teneri. Per questo abbiamo abbiamo voluto sigillare questo perdono con un abbraccio e abbiamo voluto regalare al sindaco di Pocking il fazzoletto dell’ANPI, come dono ma soprattutto come pegno di responsabilità e come bussola per orientarsi. Un futuro nuovo, una nuova storia si può costruire solo partendo da gesti dissonanti e nuovi che non temano il passato ma che puntino a guardare oltre ogni tipo di confine temporale, politico o nazionale. Ciò di cui abbiamo bisogno è umanità affinché si costruisca la pace per chi non c’è più, per chi vive questo burrascoso presente e per chi vivrà il futuro che oggi appare troppo incerto".

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