"Fino al momento della mia morte guarderò con orgoglio indietro a quel giorno, 29 agosto 1867, quando trovai il coraggio di lottare faccia a faccia contro lo spettro di un'antica idra irata che da tempo immemorabile stava iniettando veleno dentro di me e dentro gli uomini della mia stessa natura. Parecchi sono stati spinti al suicidio perché tutta la loro gioia di vivere era sciupata. Infatti, sono orgoglioso di aver trovato il coraggio di assestare a questa idra il colpo iniziale del pubblico disprezzo".
Quando scrisse queste parole, negli ultimi anni di vita, Karl Heinrich Ulrichs era già a L’Aquila. L’aveva scelta, dopo diversi anni di pellegrinaggio, come casa del suo esilio volontario. “Exul et pauper”, come volle far incidere sulla sua tomba (collocata nel cimitero monumentale della città) il latinista marchese Nicolò Persichetti, suo grande estimatore e protettore.
“Con la tua perdita, oh Karl Heinrich Ulrichs, la fama dei tuoi lavori e la tua virtù non scompariranno nella stessa maniera... ma anzi, finché l'intelligenza, la virtù, l'erudizione, la poesia e la scienza verranno coltivate su questa terra e sopravviveranno alla debolezza dei nostri corpi, finché la nobile importanza del genio e della conoscenza saranno ricompensate, noi e coloro che verranno dopo di noi verseremo lacrime e cospargeremo fiori sulla tua venerata sepoltura”, le parole del marchese al termine dell’elegia funebre dell’amico, il 14 luglio 1895.
Karl Heinrich Ulrichs era nato ad Aurich, nei pressi di Hannover, il 28 agosto di settant’anni prima. Fu scrittore, poeta e giurista oltreché apprezzato latinista. La grande fama e l’immortalità del personaggio restano legati in modo indissolubile al suo ruolo di primo attivista per la liberazione del movimento omosessuale che la storia ricordi a livello internazionale, iniziato sin da giovanissimo, quando a metà del XIX secolo prese pubblicamente le difese di un uomo arrestato per “atti omosessuali”.
Laureato nel 1846 all’Università di Gottingen in diritto e teologia, approfondì gli studi in storia a Berlino. Tra il 1849 e il 1857, lavorò come consulente legale ufficiale presso la corte distrettuale di Hildesheim, nel regno di Hannover. Venne licenziato nel 1859, a causa delle proprie inclinazioni sessuali. Forse anche questo lo spinse, nel 1862, a svelare alla famiglia ed agli amici la propria omosessualità.
Iniziò a scrivere dell'argomento utilizzando lo pseudonimo di Numa Numantius. I suoi primi cinque saggi, raccolti in "Forschungen über das Rathsel der mannmännlichen Liebe" (in italiano, Amore sessuale tra uomini come enigma della natura), spiegava questo amore come naturale e biologico riassumendolo nella frase latina anima muliebris virili corpore inclusa (una psiche femminile in un corpo maschile).
In questi saggi Ulrichs coniò per primo alcuni termini per descrivere i differenti orientamenti sessuali come Urning (gay), Urninds (lesbica), Uranodionings (bisessuale) e Zwitter (ermafrodito). Ulrichs iniziò presto a pubblicare utilizzando il suo vero nome (è probabilmente il primo coming out pubblico della storia). Viaggiò per l’intera Germania, scrivendo e pubblicando libri e saggi.
I suoi libri vennero confiscati e vietati dalla polizia della Sassonia; successivamente lo stesso accadde a Berlino e i suoi scritti vennero vietati in tutta la Prussia. Non lo fermarono, però. Nel 1867, divenne il primo gay dichiarato a parlare pubblicamente dei diritti omosessuali quando richiese al congresso dei giuristi tedeschi a Monaco di Baviera una risoluzione che sollecitasse l'abrogazione delle leggi anti-omosessuali. Le sue parole vennero zittite dalle grida indignate dei presenti.
Due anni dopo, pubblicò il dodicesimo (ed ultimo) libro dell'Amore sessuale tra uomini come enigma della natura. Sofferente di salute e credendo di aver fatto tutto il possibile in Germania, si autoesiliò in Italia, a L’Aquila, ospite del latinista marchese Nicolò Persichetti.
Dopo la morte, Ulrichs fu dimenticato per molti anni. Oggi, però, in Europa è diventato una figura di culto. Sono state intitolate a suo nome strade a Monaco di Baviera, Brema e Hannover. Il suo compleanno è ricordato con uno street party e una lettura di poesie che si tiene nella Karl-Heinrich-Ulrichs-Platz ad Hannover.
A L’Aquila, viene commemorato ogni anno nel luogo della sua sepoltura dal circolo Arcigay “Massimo Consoli” che peraltro prende il nome proprio dal 'padre' del movimento omosessuale italiano che ha ricostruito la vita e le vicende di Ulrichs e, nel 1988, ne ha scoperto la tomba nel cimitero monumentale. L’appuntamento, per quest’anno, è fissato per domenica 31 agosto alle 12:00 al cimitero monumentale per celebrare, scrive l’Arcigay, "ciò che Ulrichs ha rappresentato per il movimento omosessuale nel mondo e la sua eredità morale in termini di coraggio, in un’Italia che ancora stenta a dare riconoscimenti giuridici alle persone gay e lesbiche".
I festeggiamenti seguiranno al ristorante “La Cerella” (località Sassa). "Tutti sono invitati a partecipare a questo momento di forte identità storica, per conoscere e riscoprire una delle testimonianze più esemplari della nostra città nel campo dei diritti LGBT".