di Beatrice Marsili - Alessio Mariani è un professore di filosofia, psicologia e scienze sociali ma quando non è in classe è Murubutu: un rapper, uno storyteller e un ammutinato del Bouncin'. Il 20 settembre sarà a L'Aquila, all'Asilo Occupato, nel contesto del Re_Acto Fest [leggi l'articolo].
"L'ammutinamento del Bouncin' è la rivolta a bordo di una nave che segue una rotta imposta, dove gli insorti si ribellano alle decisioni del comandante e dei suoi ufficiali e se ne impossessano cambiando la direzione", ha spiegato a La Repubblica. Gli ammutinati del Bouncin' (ovvero mirabolanti avventure di uomini e mari) è infatti un cambio di rotta, non solo metaforico, del rap italiano. Un invito a lasciare le coste del mainstream, dell'underground, del ghetto di cui si veste il rap nazionale per approdare a tematiche più profonde, introspettive e culturalmente stimolanti. Dalla fine degli anni 90 è questo l'intento di Murubutu, palesato nel titolo del suo ultimo album.
Alessio Mariani si avvicina all'hip hop dapprima come breaker, skater e writer e solo nel 1991 come mc, formando i Kattiveria Posse. Nel 1999 si aggiungono alla crew nuovi membri e così i Kattiveria Posse diventano La Kattiveria. Ad oggi La Kattiveria è formata da Murubutu, U.G.O, Il Tenente,Yanez Muraca e DJ Gamon. Oltre alla line up e al nome nel 99 si modificano notevolmente anche le tematiche: si abbandona il political rap per passare alla letteraturap, secondo la concezione che il rap faccia parte della letteratura italiana.
Maturato all'interno di La Kattiveria, nel 2009 Murubutu inizia la carriera solista, che ha portato ad oggi alla produzione di 3 album (Il Giovane Mariani e altri racconti; La bellissima Giulietta e il suo povero padre grafomane; Gli ammutinati del Bouncin'), tutti caratterizzati dallo storytelling e da argomenti profondi che li separano dal resto del rap italiano, profondamente collegato al mainstream di matrice U.S.A.
Lo storytelling è la tecnica che caratterizza lo stile di Murubutu: ogni suo pezzo è una storia, a volte con una base vera ma poi romanzata, sempre accompagnata da una curvatura cantautorale e accenti poetici. Il suo intento è quello di dare al rap una nota didattica, di creare una musica che vada oltre il semplice intrattenimento e lasci in qualche modo un segno profondo, di liberare il rap italiano dai suoi limitanti contenuti e dagli argomenti proposti più e più volte. Nei testi del cantante reggiano non si trovano atteggiamenti machisti o gangeristi, non ci sono mai allusioni alla droga dal punto di vista del consumatore, come è invece diffuso di questo genere di musica, almeno in Italia.
In quanto professore-musicista è perfettamente consapevole di come i ragazzi tendano a rifuggire alcuni argomenti a scuola e come vi si possano invece appassionare attraverso la musica: molti dei suoi brani hanno infatti contenuti storici, dalle riforme di Pietro il Grande (L'Ussaro triste) alla resistenza italiana (La collina dei pioppi, Storia di Gino...). Non mancano argomenti, soprattutto nell'ultimo album, che possano far riflettere su tematiche attuali quali l'aborto (Storia di Laura), i migranti del mare (Sull'Atlantico) o la disabilità (Anna e Marzio o Marco gioca sott'acqua).
Ad esempio, la droga è affrontata come problema sociale (Quando venne lei), raccontando la storia di un giovane artista che, uscito dal suo piccolo mondo per andare a studiare all'Accademia di Belle Arti a Bologna, si perde nell'eroina (in alto il video ufficiale).
Il 20 settembre, dunque, il tour promozionale di Gli Ammutinati del Bouncin' vedrà L'Aquila e l'Asilo Occupato come scenario della sua ultima tappa.