Mercoledì, 15 Maggio 2013 17:56

Lei disse sì: "Mettiamoci una pezza" e il matrimonio di Ingrid e Lorenza

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C’è una speciale leggerezza, in alcune persone. È quella predisposizione d’animo, raro dono di intelligenza, che rende le situazioni più complesse, occasione di riflessione, pacata e gioiosa soluzione dei problemi, piuttosto che geremiadi inutili e tendenti all’infinito.

La questione dei diritti civili negati, per esempio, diventa durissima e difficile quando si tratta di negazione delle libertà personali, di norme pesanti che interferiscono nelle scelte private. Quando, oltre alle norme, ad ostacolo si pongono preconcetti culturali ed intellettuali.

Le persone omosessuali, per esempio. In più di ottanta paesi del mondo l'omosessualità è considerata un reato; in otto di questi (Afghanistan, Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Qatar, Sudan, Yemen e negli stati della federazione della Nigeria che applicano la sharia) i rapporti fra persone dello stesso sesso sono puniti con la pena di morte e in molte professioni l'omosessualità resta ancora un tabù.

Sono anni che si combatte per evitare che le persone non subiscano discriminazioni a causa del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere; perché sia preservato e favorito un atteggiamento culturale profondamente laico e non siano ammissibili eccezioni all'universalità della protezione dei diritti del singolo e che tutti i diritti umani sono interconnessi.

Ingrid e Lorenza hanno scelto il fare leggero e frizzante che dovrebbe accompagnare ogni “cambiamento” culturale e hanno deciso di sposarsi molto più che pubblicamente: hanno deciso di raccontare, attraverso il loro blog Leidissesì i preparativi del loro imminente matrimonio.

Si sposeranno in Svezia, perché Ingrid è svedese, ma comunque fuori dall’Italia, perché nel nostro paese di diritti civili non se ne parla per nessuna coppia di fatto, se non in rare eccezioni.

leidissesìE però preparare un matrimonio è logorante, divertente, appassionante, complicato per tutte le persone di questo pianeta che vogliono farlo, a qualunque genere appartengano, qualunque sia l’orientamento sessuale. Magari non a tutte viene in mente di fare un tour per l’Italia che diventi un’occasione di riflessione, di conoscenza e di denuncia per l’assenza di un vuoto culturale e normativo che tuteli i diritti civili di tutti.

Alle anime di “Mettiamoci una pezza” questo percorso di crescita collettiva che Lorenza e Ingrid propongono nel loro blog, di denuncia leggera dai temi così potenti e serissimi della loro vita in comune è piaciuta molto. Ci sembra che prolunghi naturalmente il filone di condivisione che abbiamo inaugurato nel 2012 e che abbiamo portato quest’anno in Emilia. I cambiamenti culturali necessari alla crescita di un paese sono sempre di più una vicenda pubblica e mai privata, politica, dunque, nella migliore accezione del termine. Ci sembra che non possa e non debba essere rinchiusa dentro le pareti di casa o ingabbiata in confini territoriali.

Ce la metteremo con grande convinzione, questa pezza, sul matrimonio di Ingrid e Lorenza. Per sottolineare, denunciare e custodire un gesto civile che dovrebbe essere libero per chiunque ci creda, in qualunque parte dell’universo. In fondo, di matrimonio si tratta. E a noi, anime frivole come siamo, denunciare con il sorriso sulle labbra quello che riteniamo una mancanza di crescita e un grave affronto alle libertà di tutti, piace assai.

Allora, Il 25 maggio le ospitiamo da noi, all’Aquila. E la pezza gliela metteremo proprio fisicamente intorno, nel corso di un incontro che sarà una festa, una chiacchiera, un augurio e speriamo, un messaggio di civiltà che arrivi il più lontano possibile.

Maria Luisa Serripierro - Animammersa

 

Ultima modifica il Giovedì, 16 Maggio 2013 00:18

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