L'eccellenza del tartufo aquilano diventa "marchio", che ne attesta l'autenticità del prodotto. A renderlo noto è la Camera di commercio dell'Aquila, nell'ambito del convegno "La ricchezza del tartufo e la tartuficoltura in Abruzzo", alla presenza delle associazioni tartufai aquilani Il raspino, Vallelonga, Amici del tartufo d'Abruzzo, Mondo tartufo e Tartufai della Marsica. Il tartufo aquilano ha ufficialmente ricevuto l'attestazione di "marchio collettivo geografico".
"Un progetto che nasce dalla necessità di tutelare e valorizzare una produzione tipica del territorio", ha dichiarato Antonio Romeo, del consorzio d'innovazione tecnologica Dintec, "il marchio collettivo geografico è uno strumento snello, di titolarità della Camera di commercio dell'Aquila, che lo darà in uso ai produttori che si atterranno al disciplinare e al regolamento di utilizzo".
Il primo requisito è la provenienza geografica, relegata esclusivamente alla provincia aquilana. "Il tartufo deve, inoltre, rispondere a particolari caratteristiche fisico-chimiche e organolettiche", prosegue Romeo, "e al sistema di conservazione ed etichettatura indicato nel disciplinare. Un modo per evitare imitazioni, salvaguardare l'autenticità del prodotto e la sua tracciabilità, dal produttore al consumatore".
"La Camera di commercio dell'Aquila", ha annunciato Lorenzo Santilli, presidente della Camera di commercio aquilana, "si presenterà all'Expo di Milano con due eccellenze: il tartufo e lo zafferano. Prodotti che caratterizzano il nostro territorio, con spiccate qualità e peculiarità". Santilli ha auspicato "che le associazioni locali, a seguito della nascita del marchio collettivo geografico del tartufo aquilano, diventino promotori di impresa perché emerga il risultato economico e di sviluppo di questo prodotto, da portare in tavola e nei migliori ristoranti italiani".
Sono 48 le aziende abruzzesi produttrici di tartufo, circa 8mila i raccoglitori e 3mila i coltivatori, con 1.500 ettari coltivati a tartufo. I dati sono stati forniti da Giovanni Pacioni, dell'Università dell'Aquila: "I nostri tartufi", ha specificato, "crescono su terreni sani ed hanno un'elevata qualità, anche se la raccolta con zappatura, sempre più in uso, rischia di procurare un danno alla successiva crescita. Ben l'80 % del tartufo nero abruzzese viene coltivato e raccolto con questa tecnica. Nella nostra regione sono state trovate due nuove specie, il tartufo Suave e l'Aprutinum".