Sabato, 12 Settembre 2015 18:58

La novità. Uomo e società, natura e scienza nella poesia di Sabatino Ciuffini

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Ottavo appuntamento dell'approfondimento a puntate con il quale NewsTown vuole [ri]scoprire e omaggiare la figura di Sabatino Ciuffini, poeta, sceneggiatore e intellettuale aquilano morto nel 2003 // Leggi qui tutte le puntate

 

di Anna Lucia Bonanni*** "Non mi trovo d'accordo con l'andazzo del mio mondo. [...] Nessun progetto ideale, niente amore, niente bisogno di arte (bellezza), niente etica. Questa è la nostra società; pochi hanno il coraggio di gridare che è orrenda." Così Ciuffini nelle prose dei suoi Sfregazzi.

Eppure, o forse proprio per questo, gli uomini non possono fare a meno di ingannare loro stessi e amano raccontarsi il contrario, crogiolandosi in illusorie "magnifiche sorti e progressive", immaginandosi un futuro di "progresso" e felicità.

Illusi, gli uomini, su loro stessi e la sorte che li accomuna. Costantemente dediti alla sopraffazione e a quella che Aristotele chiamava "allelofagìa", il divorarsi l'un l'altro, non fanno che parlare di amore e fratellanza. Il Progresso di cui si inorgogliscono non è che il miglioramento tecnologico dei modi per darsi vicendevolmente la morte.

"Sono atterrito dal pensiero che la nostra vita debba consumarsi tutta tra favole e sangue". Favole e sangue: l'illusione di cui non possiamo fare a meno per vivere, dunque la dimensione dell'immaginazione, del sogno, della poesia, e il sangue, cioè la violenza delle forze di Natura cui siamo sottoposti.

Eppure, ci piace crederci creature spirituali, pensarci al di sopra di queste forze brute; secoli di pensiero religioso e filosofico si sono consumati nell'affanno di costruire un'immagine idealizzata del nostro essere e del nostro vivere associato.

Ma se vuole capire se stesso e la direzione che prenderà il mondo, l'essere umano non può che interrogarsi sul suo passato, conoscere le sue radici, guardare con lucidità e coraggio alle sue origini, a quell'insieme di istinti, di materia grezza e fango, con cui è impastata e aggrovigliata la sua tanto auto-decantata spiritualità.

La scienza contemporanea, a partire dai tardi anni Quaranta, ha iniziato a mettere qualche punto fermo in questo percorso di ricerca, per così dire, delle origini: la teoria del Big Bang risale indietro all'inizio dell'espansione delle galassie e dunque forse dell'Universo, la scoperta del Dna dà conto dei meccanismi di trasmissione del codice della vita, le scoperte della paleo-antropologia hanno avviato l'indagine sull'origine dell'attuale animale uomo, il Sapiens sapiens; alcuni scienziati, infine, hanno provato a guardare all'essere umano da un punto di vista zoologico, considerandolo per quello che in effetti è: un primate, una scimmia che diversamente dalle altre 193 specie di scimmie conosciute, è sprovvista di pelliccia, è nuda; che ha una intensa vita spirituale, ma che tuttavia conserva gli istinti e i comportamenti dei suoi oscuri antenati.*

Ora, tutto questo discorso, a cavallo tra scienza, filosofia, antropologia, etologia, socio-biologia e chissà cos'altro, così sommariamente riassunto e volgarizzato, non è certo facile da mettere in poesia.

D'altro canto, per Ciuffini la poesia si nutre dell'empito della vita e non può esimersi dal fare i conti con tutte le sue manifestazioni; il suo discorso è intriso di pensiero e razionalità, tanto quanto di immagini e intuizioni liriche; deve fare i conti con la realtà sociale, poiché è essa stessa "fatto" (dal greco poiesis, 'fare') e deve infine "far propri i risultati e le scoperte delle scienze moderne, così come Dante aveva scritto la sua Commedia alla luce della scienza medievale". (Alinei)

Solo un poeta straordinario e geniale poteva trovare il linguaggio, la misura, la sintesi per affrontare una simile prova, aggiungendo il tocco di un'ironia leggera alla luce della quale l'essere umano risulta infine uno strano animale che ebbe la pretesa di anteporre l'anima - cioè le ragioni dello spirito - alla ciccia, ovvero le ben più solide ragioni della carne.

Quello che segue è il mirabile risultato di questa prova:


LA NOVITA'


Il presente, diciamo, si vede.
Il futuro si prevede, ci dà
per certa la felicità.
Ma il passato, con l'acido
desossiribonucleico nel caldo
brodo primordiale e i protisti
e l'uomo schiaccianoci, rimane
un sorridente mistero.
Nel cielo, dopo il maiuscolo bang,
sicura novità di registra
solo che un homo sapiens, animale
dalla pelliccia mai vista,
trovò l'anima meglio della ciccia.


*
nota
Il termine che designa la teoria del Big bang, proposta da Gamow nel 1946, è coniato alla radio nel 1949.
Watson e Crick presentano su Nature nel 1953 il modello del Dna. La sigla designa l'acido desossiribonucleico, costituente dei cromosomi, capace di duplicarsi e trasmettere l'informazione genetica sulla sintesi delle proteine.
Lo zoologo Desmond Morris pubblica nel 1967 "La scimmia nuda", studio zoologico dell'animale uomo.
"L'uomo schiaccianoci" è il soprannome dato al fossile di un Australopiteco, vissuto tra 2,6 e 1,2, milioni di anni fa, di cui venne trovato l'intero cranio nel 1959 in Tanzania.
I protisti sono organismi eucarioti unicellulari: comprendono specie che possono essere considerate ai confini tra i regni delle piante, degli animali e dei funghi. Si riproducono per lo più asessualmente, per divisione cellulare, e talvolta sessualmente, per coniugazione. Rappresentano dunque una forma molto primitiva di vita, non specializzata, e sono alla base di ogni evoluzione biologica.

**
la poesia e l'immagine riportate sono tratte da Sfregazzi, Guidotti editore Roma 1988
L'immagine è un dipinto di Kurt Flechl realizzato appositamente per illustrare la poesia di Ciuffini.

*** aquilana, docente di lettere

Ultima modifica il Sabato, 12 Settembre 2015 19:06

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