Venerdì, 02 Ottobre 2015 18:15

Dall'Aquila al Maryland, Laura Benedetti racconta la storia di tre generazioni di donne

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Di Enrico Botta* - Un paese di carta (Pacini Editore, 237 pagine, 13 euro) è il romanzo d’esordio di Laura Benedetti, professoressa di letteratura e cultura italiana presso la Georgetown University di Washington.

È un testo che coinvolge il lettore sin dalla prima pagina per la profondità e l’ironia con cui tratta temi esistenziali quali l’identità nazionale e sessuale, i rapporti con la propria famiglia e con le proprie origini, l’amore per le persone amate e la loro morte.

Che prezzo saremmo disposti a pagare per accontentare il volere di una persona che abbiamo amato e che ora non c’è più? E, soprattutto, cosa direbbe di noi questa persona che, come un fantasma o un angelo custode, ancora ci è vicino, ci osserva e, forse, ci guida?

Un paese di carta è ambientato in gran parte tra Bethesda e L’Aquila, due luoghi cari all’autrice, che con la sua famiglia vive nella città del Maryland e che è nata e cresciuta nel capoluogo abruzzese.

Una delle protagoniste del romanzo è Alice, bibliotecaria aquilana trapiantata negli Stati Uniti, che vive le crisi di valori e le crisi esistenziali di sua figlia Jane e sua nipote Sara. Il rapporto tra le tre donne sembra tuttavia in equilibrio, fin quando la malattia e poi la morte di Alice aprono una breccia tra Jane, Sara e gli altri membri della famiglia, compresi il compagno della donna e i fratelli della ragazza. Le ultime volontà di Alice di essere cremata e di avere le proprie ceneri disperse all’Aquila spalancano un nuovo scenario nel romanzo. Alice è ormai morta ma può ancora sentire, osservare e pensare; e nel romanzo la sua presenza è ancor più viva quando commenta con ironico e spesso cinico distacco quello che accade intorno all’urna che la contiene.

Sara accetta di accompagnarla nel suo ultimo viaggio in Italia, a L’Aquila, una città stravolta dal terremoto, che, proprio come Alice, si presenta come un fantasma ancora in vita. La città reale è diversa da quella che Alice ricordava e altrettanto diversa da quella che Sara immaginava; è un paese di carta che tra le sue pagine raccoglie la storia di un Papa ribelle e di giovani martiri morti per la libertà; ma è anche un paese di carta che ogni giorno scrive la storia di quei suoi abitanti che, proprio come fantasmi, continuano a restare legati alla vita, cercando il futuro tra le macerie.

Scritto in una lingua elegante e colta, eppure moderna e dinamica, il libro – come già suggerito dalla portata simbolica del titolo – è articolato in vari livelli di lettura: è avvincente e commovente quando segue, con il suo ritmo modulato, la storia delle protagoniste; diventa acuto e profondo quando fonde e confonde le vite delle tre donne con quella di un paese, gli Stati Uniti, schiacciato dalle ipocondrie legate al futuro e con quella di un altro paese, l’Italia, immobilizzato dai resti ingombranti del passato.

Il paese di carta, allora, non è soltanto la cittadina abruzzese immortalata nell’unica lettera che Alice scrive ad un suo mancato amore, ma è un intero occidente che è sofferente per via delle sue convinzioni e convenzioni e che, nonostante la voce soffocata, fa emergere la propria superbia.

È a questo paese di carta che Laura Benedetti fornisce l’inchiostro per segnare la tensione tra ciò che è reale e ciò che è immaginazione, o forse soltanto speranza.

L'autrice

Laura Benedetti insegna Lingua e Cultura Italiana presso la Georgetown University di Washington, USA. Tra le sue pubblicazioni, compaiono una monografia su Torquato Tasso dal titolo “La sconfitta di Diana. Un percorso per la «Gerusalemme liberata»” (1997); “The Tigress in the Snow: Motherhood and Literature in 20th-Century Italy” (2007), vincitore del Premio Internazionale Flaiano per gli Studi di Italianistica; la traduzione in inglese e l’edizione critica del testo di Lucrezia Marinella “Esortazioni alle donne e agli altri se a loro saranno a grado”. A questi titoli vanno aggiunte decine di articoli sulla letteratura italiana dalle origini alla contemporaneità. Dal 2000 al 2009 ha contribuito all’aggiornamento della voce relativa alla letteratura italiana per la “Encyclopedia Britannica”; nel 2014 è stata insignita dalla National Organization of Italian American Women del premio “Wise Woman” e nel 2015 della Gold Medal da parte della Federazione Associazioni Abruzzesi U.S.A. “Un paese di carta” è il suo primo romanzo.


* Dottore di Ricerca in Generi Letterari, Enrico Botta insegna Lingua e Civiltà Inglese presso il Liceo Scientifico di Sulmona. Ha presentato paper in convegni nazionali e internazionali, e ha pubblicato saggi su Henry James, Joel Barlow e Bruce Springsteen. Attualmente, sta ultimando il suo volume sul rapporto tra la letteratura epica statunitense e la fondazione nazionale e imperiale degli Stati Uniti.

 

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