Martedì, 27 Ottobre 2015 23:35

'Ecosistema urbano', la vivibilità dei capoluoghi di provincia: L'Aquila al 22esimo posto

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E' stata pubblicata la 22esima edizione di Ecosistema Urbano, la ricerca di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, realizzata in collaborazione con l'Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. [Qui, il dossier completo]

Ne emerge un quadro piuttosto sconfortante, che racconta di città ingessate, statiche e pigre. Aree urbane che arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile e ad essere capaci di una rigenerazione urbana che migliori davvero la qualità dei singoli e della comunità. I passi avanti fatti fino ad ora sono, infatti, troppo pochi: se da una parte nelle città italiane si registrano lievi eco-performance soprattutto sul fronte della raccolta differenziata, delle energie rinnovabili e si assiste ad un lieve calo degli sforamenti nelle concentrazioni di NO2, di PM10 e di ozono grazie anche a condizioni metereologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti, dall’altra parte manca, invece, il coraggio e la voglia di puntare sulla mobilità nuova per uscire dalla morsa di traffico e smog e sugli eco-quartieri per rigenerare le periferie e rilanciare il patrimonio edilizio.

Leggere i dati del dossier significa capire in che direzione si stanno muovendo le città italiane. E leggere i dati relativi alla città dell'Aquila, in ricostruzione, è ancora più interessante, perché significa capire come si sta ripensando la città.

L'Aquila si piazza al 22esimo posto, un buon risultato anche se, l'anno passato, si era classificata al sesto. Il capoluogo ottiene ottimi risultati per quel che riguarda gli indici sulla qualità dell'aria, più che accettabili le performance per il traporto pubblico (domanda/offerta), anche se i dati vanno letti nell'ottica del post-sisma. Non sono affatto lusinghieri, invece, i dati sulla gestione delle acque, con l'indice molto preoccupante legato alla dispersione della rete. Buona, al contrario, la capacità di depurazione.

Il capoluogo di Regione si dimostra molto indietro sulla raccolta differenziata.  

Pessimi, infine, i dati sul tasso di motorizzazione auto, sull'indice di ciclabilità, sulle aree verdi fruibili e le isole pedonali.

 

Le classifiche: 18 indicatori, marcato il divario tra Nord e Sud

Anche quest’anno, sono 18 gli indicatori selezionati per confrontare tra loro i 104 capoluoghi di provincia italiani. Tre indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi idrici domestici, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull’incidentalità stradale, due sull’energia (consumi e diffusione rinnovabili).

Marcato il divario tra Nord e Sud: a guidare la classifica nazionale, infatti, sono le città di Verbania, Trento, Belluno, Bolzano, Macerata e Oristano. Nel complesso, i protagonisti delle performance migliori sono i piccoli capoluoghi, tutti al di sotto degli 80mila abitanti (Verbania, Belluno, Macerata, Oristano, Sondrio, Mantova, Pordenone), oppure le solite Trento e Bolzano, centri di medie dimensioni (con abitanti compresi tra 80mila e 200mila), e soltanto una grande città: Venezia. In testa c’è prevalentemente il nord del Paese assieme con due città del centro Italia, entrambi piccoli centri, la marchigiana Macerata e la sarda Oristano. Le peggiori invece (le ultime cinque) sono tutte città del meridione, tre grandi e due piccole: la calabrese Vibo Valentia (101) e le siciliane Catania (100), Palermo (102), Agrigento (103) e Messina (104).

I dati dell'Aquila
 

Qualità dell'aria

 

NO2 ( g/mc NO2, media dei valori medi annuali registrati dalle centraline urbane presenti sul territorio comunale)

Il biossido di azoto (NO2), insieme al particolato sottile e all’ozono, è uno tra i maggiori problemi con cui le amministrazioni devono confrontarsi. Le emissioni di ossidi di azoto derivanti dai processi di combustione e, specialmente nei centri urbani, dal traffico automobilistico e dal riscaldamento domestico, nel corso degli ultimi anni non hanno subito la riduzione che ha invece caratterizzato altre emissioni inquinanti come l’anidride solforosa e, in modo meno accentuato ma pur sempre consistente, il monossido di carbonio. Aumentano le città dove il valore medio delle concentrazioni misurate dalle centraline in ambito urbano è inferiore al limite di legge di 40 g/mc che sono 77 per il 2014 (erano 66 lo scorso anno) e si conferma anche in questa edizione il calo della media nazionale che si ferma a 29,25 g/mc, mentre scendono a due le città che fanno registrare valori medi oltre i 50 g/mc: La Spezia (64 g/mc) e Torino 52 g/mc. Rimangono comunque 27 le città in cui almeno una centralina ha rilevato concentrazioni medie annue superiori ai 40 g/mc.

L'Aquila è al 19esimo posto sulle 88 città censite (le altre 16, non hanno centraline in ambito urbano), con un valore medio di 20.8, ben al di sotto del limite di legge (la media nazionale si attesta a 29.25).

PM10 (g/mc PM10, media dei valori medi annuali registrati dalle centraline urbane presenti in territorio comunale)

Sono 90 i capoluoghi, sul totale dei 104 esaminati, che presentano valori validi sempre riferiti alle sole centraline urbane. Per quanto riguarda la rilevazione della concentrazione PM10 si conferma il miglioramento registrato già lo scorso anno. Solo a Benevento, Palermo, Frosinone e Cagliari si ha almeno una centralina con un valore medio annuo superiore al limite per la protezione della salute umana di 40 g/mc, previsto dalla direttiva comunitaria. Se consideriamo però i superamenti annui del limite dei 50 g/mc troviamo ben 33 capoluoghi che superano i 35 giorni consentiti dalla normativa nell’arco dell’anno e 5 di questi misurano oltre 75 giorni di superamenti della soglia, tra cui Frosinone (110 superamenti), Torino (94) e Alessandria (86).

L'Aquila è al 13esimo posto sui 90 capoluoghi, con un valore medio di 19.0 (il limite per la protezione della salute umana è di 40 g/mc).

Ozono (media del n° giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 g/mc registrato da tutte le centraline presenti in territorio comunale)

Nell’ultimo secolo la concentrazione dell’ozono (gas altamente velenoso per gli esseri viventi) negli strati più bassi dell’atmosfera è raddoppiata e sempre più ricorrenti e pericolosi sono i suoi picchi estivi. Molte amministrazioni hanno già da tempo avviato un monitoraggio sistematico e sono 86 i comuni che nel 2014 hanno rilevato la concentrazione di questo inquinante. Nel 2014, scendono a 28 (erano 51 nel 2013 e 50 nel 2012) i capoluoghi di provincia che superano, in media, il valore obiettivo per la protezione della salute umana, ovvero 25 giorni all’anno di superamento del limite giornaliero di 120 g/mc come media mobile su 8 ore. Le situazioni critiche, nelle quali si osserva almeno in una centralina un numero di giorni di superamento della soglia di 120 g/mc pari o maggiori a due volte il valore obiettivo, sono 6, con i picchi di Genova (87 giorni all’anno di superamento del limite giornaliero), e Rimini (64 giorni).

L'Aquila è al 17esimo posto su 86 comuni capoluogo, con un tasso di 2.0.

Gestione delle acque

Consumi idrici domestici (consumi giornalieri pro capite di acqua potabile per uso domestico - l/ab)

Sono 15 le città per le quali non sono disponibili i dati dei consumi giornalieri per abitante. Sono quattro i capoluoghi che si attestano oltre i 200 litri per abitante al giorno di acqua potabile consumata: Catanzaro, Milano, Pavia e Reggio Calabria. Ascoli Piceno è l’unica città che riesce ad arrivare ai 100 litri giornalieri per abitante, seguita da Pistoia (108 litri) e Prato (109 litri). Nel 2014 il valore medio dei consumi idrici domestici tra tutti i capoluoghi è pari a 154,44 litri al giorno pro capite, in linea con il dato del 2013.

L'Aquila è al 43esimo posto su 89, con un valore medio di 149.3 l/ab, poco sotto il valore medio tra tutti i capoluoghi.

Dispersione della rete (differenza percentuale tra l’acqua immessa e quella consumata per usi civili, industriali e agricoli)

Non è possibile, per via della ridotta disaggregazione dei dati, definire con precisione la quantità di acqua potabile dispersa. Per questo motivo, la ricerca assume quale stima delle probabili dispersioni che la quota di acqua immessa in rete e non consumata per usi civili (domestici, servizi, usi pubblici e usi gratuiti), industriali ed agricoli sia, in qualche modo, dispersa. Sono quindi implicitamente considerate, insieme alle vere e proprie perdite fisiche, tutte le altre dispersioni dovute al cattivo funzionamento della rete, agli eventuali sversamenti e sfori nei serbatoi, alla mancata fatturazione e non contabilizzazione come gratuita, ai furti e ai prelievi abusivi. Sono 9 le città che hanno perdite pari o inferiori al 15% (Ascoli Piceno, Foggia, Macerata, Milano, Monza, Piacenza, Pordenone, Udine e Trento), 12 invece i capoluoghi nei quali le perdite sono superiori al 50% (Bari, Cagliari, Catania, Catanzaro, Cosenza, Frosinone, Grosseto, Latina, Matera, Palermo, Rieti, Salerno).

L'Aquila è messa molto male, al 74esimo posto, con una percentuale di perdite altissima, pari al 44,4%.

Capacità di depurazione (indice composto da: % abitanti allacciati agli impianti di depurazione, giorni di funzionamento dell’impianto di depurazione, capacità di abbattimento del COD)

L’indice sulla capacità di depurazione è composto prendendo in considerazione diverse tipologie di dati: gli abitanti allacciati al servizio di depurazione; il numero dei giorni di funzionamento dell’impianto di depurazione; l’eventuale superamento della soglia di 125 mg/l in uscita della domanda chimica di ossigeno (COD = Chemical Oxygen Demand); l’efficienza di depurazione (ovvero il rapporto tra COD in uscita e COD in ingresso). Sono 4 i comuni in cui solo la metà, o meno, della popolazione viene servita dal depuratore, tutti comuni meridionali: Benevento (che registra il 21% di capacità di depurazione), Catania (24%), Messina (48%) e Palermo (49%). In testa alla classifica troviamo invece 48 capoluoghi in grado di servire più del 95% degli abitanti, tra questi 15 raggiungono quota 100%, riuscendo a coprire la totalità della popolazione.

L'Aquila è al 27esimo posto, in grado di servire il 98% della popolazione.

Rifiuti

Produzione di rifiuti urbani (produzione annua pro capite di rifiuti urbani (kg/ab)

La produzione di rifiuti rappresenta una delle pressioni ambientali maggiori delle nostre città e non solo laddove sono scoppiate delle vere e proprie emergenze legate alla loro raccolta e smaltimento. Per questo motivo la riduzione della produzione dei rifiuti è un obiettivo importante presente in tutti i documenti e nelle politiche europee e nazionali. Nel 2014 la produzione pro capite di rifiuti urbani si è attestata in un intervallo che va da 366 kg a 798 kg/ab, con una media di 540 kg pro capite. Sono 4 le città che restano al di sotto di quota 400 kg/abitante all’anno: Nuoro (366 kg/ab), Belluno (397 kg/ab), Benevento (398 kg/ab) e Crotone (399 kg/ab). Dall’altra parte della classifica, sfiorano gli 800 chili procapite all’anno Rimini (798 kg/ab) e Pisa (796 kg/ab), in calo rispetto all’anno precedente.

L'Aquila è al 31esimo posto su 102 città censite, con una media di 477 kg/ab, al di sotto della media nazionale di 540. Va detto, però, che spesso le maggiori produzioni di rifiuti caratterizzano città a elevata affluenza turistica e di popolazione pendolare o studentesca (non residente) oppure quelle dove è maggiore la commistione con rifiuti assimilabili dall’industria. L'Aquila ha una popolazione pendolare studentesca che, evidentemente, alza il dato della produzione seppure non in maniera così significativa.

Raccolta differenziata (% di rifiuti differenziati - frazioni recuperabili - sul totale dei rifiuti urbani prodotti)

La percentuale di raccolta differenziata (RD) sul totale dei rifiuti urbani nel 2014 conferma la lenta crescita già registrata nelle ultime edizioni e si attesta su un valore medio di 43,90. Tuttavia anche quest’anno i dati testimoniano che il raggiungimento degli obiettivi di legge è ancora lontano: quello per il 2012, fissato al 65%, è stato raggiunto solo da 12 città, mentre la soglia del 35%, prevista per il 2006, non è stata ancora raggiunta da 36 comuni.

L'Aquila si comporta malissimo, attestandosi al 76esimo posto, con un valore medio del 31,4%, ben al di sotto del valore medio italiano (43,9%), e lontanissima dagli obiettivi di legge (65% per il 2012). Il capoluogo di Regione è tra i 36 comuni che non hanno ancora raggiunto la soglia del 35% fissata per il 2016.

Trasporto pubblico
 

Passeggeri (passeggeri trasportati annualmente per abitante dal trasporto pubblico - viaggi/ab - )

Gli indicatori del trasporto pubblico mantengono la suddivisione per categorie di città in base al numero di abitanti. Ciò dipende dall’incidenza che il bacino di utenza (quindi il numero di abitanti, ma anche l’estensione geografica del capoluogo) ha sul dato finale. La media del servizio resta, ancora in modo evidente, direttamente proporzionale alla popolazione: nelle città di piccole dimensioni si contano in media 38 viaggi all’anno per ogni cittadino residente, che passano a 70 in quelle medie e 201 nelle grandi. Come per i dati sui rifiuti solidi urbani, anche per quelli sul trasporto pubblico è opportuno precisare che il valore dei passeggeri trasportati (viaggi/ab/anno) è comunque influenzato da due fattori importanti che determinano notevoli variazioni: la presenza turistica e l'incidenza del pendolarismo.

A L'Aquila, sono molti gli studenti universitari pendolari, gli studenti delle scuole superiori che arrivano dai paesi e dalle frazioni tutt'intorno alla città e i lavoratori che pendolano, in entrata e in uscita. La città si attesta al 13esimo posto sulle 45 piccole città censite, con 48 viaggi all'anno per ogni cittadino residente, al di sopra della media di 38.

Offerta (percorrenza annua per abitante del trasporto pubblico (Km-vetture/ab)

L’offerta di trasporto pubblico viene calcolata come i chilometri percorsi annualmente dalle vetture per ogni abitante residente, scegliendo il numero di abitanti in maniera analoga a quanto fatto per il precedente indicatore di uso del trasporto pubblico. Analogamente a quanto è accaduto per l’indicatore precedente, Siena è la migliore tra le città piccole con 56 km-vetture/ab, seguita da L’Aquila (54 km-vetture/ab), che si attesta al secondo posto. A leggere il dato, 'pesa' evidentemente la dispersione cui è stata sottoposta la città nel post-sisma, con i mezzi pubblici 'costretti' a percorrere molti più km, vista l'espansione del capoluogo, rispetto ad altre città con un numero di abitanti simile. Dunque, il dato - assai positivo - è un pò 'drogato' dalla particolare situazione che si vive nel post terremoto.

Mobilità

Tasso di motorizzazione auto (Auto circolanti ogni 100 abitanti)

La conoscenza del tasso di motorizzazione rispetto alle auto è un indicatore di grande aiuto per descrivere la qualità della vita negli ambienti urbani. La densità automobilistica, infatti, costituisce senza alcun dubbio uno degli elementi maggiormente problematici per le città e distingue sfavorevolmente l’Italia nel panorama mondiale: rispetto ad alcune grandi capitali europee (Londra, Parigi e Berlino) che registrano valori di circa 32 auto/100 ab, il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani si conferma a livelli praticamente doppi, con 64,9 auto ogni 100 abitanti (erano 64,8 lo scorso anno).

L'Aquila è messa malissimo, al 101esimo posto su 104, tra le 10 città che registrano un tasso superiore a 70 auto su 100: siamo a 76. Si tratta di un dato drammatico, su cui bisognerà riflettere.

Tasso di motorizzazione motocicli (motocicli circolanti ogni 100 abitanti)

Il tasso di motorizzazione relativo ai motocicli, pur rappresentando una soluzione alla congestione del traffico, costituisce comunque una pressione sulla qualità ambientale delle città italiane. La media generale dei capoluoghi esaminati ci dice che ogni 100 abitanti ci sono in media 12,3 motocicli circolanti. L'Aquila si attesta al 30esimo posto, con 10 motocicli ogni 100 abitanti.

Incidentalità stradale (numero di vittime in incidenti stradali ogni 100.000 abitanti)

La media delle vittime per incidente stradale nei comuni capoluogo di provincia oggetto dello studio è stata di 4.5 vittime ogni 100 mila abitanti, quasi una in meno rispetto alla passata edizione. L'Aquila, pur avendo un altissimo numero di automobili circolanti, per fortuna, ha un tasso basso di incidentalità: si classifica al 10mo posto, con un tasso vittime/100mila abitanti di 1.44.

Isole pedonali (estensione pro capite della superficie stradale pedonalizzata (mq/ab)

Cresce l’estensione media delle isole pedonali presenti nei comuni che passa dai 0,36 m2 per abitante dello scorso anno ai 0,40 m2 per abitante nel 2014. Sono 7 (erano 6 l’anno passato) i comuni che superano la soglia di 1 m2 per abitante: Firenze (1,04 m2/ab), Cremona (1,08 m2/ab), Oristano (1,22 m2/ab), Lucca (1,42 m2/ab), Terni (1,69 m2/ab) e Verbania (2,10 m2/ab), a cui si aggiunge il caso particolare di Venezia (5,01 m2/ab).

L'Aquila è in fondo alla classifica, altro dato su cui si dovrà riflettere: è tra le 14 città, infatti, con meno di 0,1 m2/ab, e - desolantemente ultima insieme a Trapani - non ha istituito alcuna isola pedonale.

Piste ciclabili (Indice che misura i metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti)

Per costruire un indicatore in grado di valutare l’offerta ciclabile di una città sono stati considerati i km di piste ciclabili in sede propria, i km di piste ciclabili in corsia riservata, i km di piste su marciapiede, i km di piste promiscue bici/pedoni e le zone con moderazione di velocità a 20 e 30 km/h. Sono inoltre richieste le piste nel verde (ovvero quei percorsi che non corrono lungo la carreggiata stradale, ad esempio nei parchi, lungo i fiumi, strade bianche, etc.) al fine di poter meglio distinguere le piste con un uso urbano e quotidiano da quelle ricreative. Queste informazioni, opportunamente pesate, concorrono a formare l’indice di “metri equivalenti” di percorsi ciclabili ogni 100 abitanti. Salgono a 8 (erano 6 lo scorso anno) i capoluoghi che superano un indice di 20 m_eq/100ab.

L'Aquila è in fondo alla classifica, ultima tra le città, con 0 metri equivalenti ogni 100 abitanti.

Energia

Consumi elettrici domestici (consumo elettrico annuale pro capite per uso domestico (kWh/utenza)

Sono 13 le città sotto i 1.000 kWh pro capite di consumi elettrici, invece sette i capoluoghi sopra i 1.300 kWh/utenza di consumi. La media dei consumi elettrici annuali procapite nei capoluoghi italiani esaminati si attesta a 1135,11 kWh pro capite.

L'Aquila è al 19esimo posto, con 1.026 kWH pro capite, al di sotto della media nazionale.

Energie rinnovabili (Solare fotovoltaico e termico, potenza installata su edifici pubblici ogni 1.000 abitanti)

L’indicatore sulle energie rinnovabili, si concentra sulla diffusione del solare termico e fotovoltaico in strutture pubbliche e rappresenta la componente principale dell’area tematica energia. L’indicatore valuta la potenza complessivamente installata su impianti solari (termici e fotovoltaici) realizzati su edifici di proprietà comunale ogni 1.000 abitanti residenti. Dai dati elaborati, Salerno distanzia tutte le altre città, con 181 kW installati ogni 1.000 abitanti, seguito da Padova, Massa e Pesaro con circa 30 kW/1.000 ab. Passano da 16 a 17 i capoluoghi che possono contare su 10 o più kiloWatt provenienti da impianti installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti, mentre sono 23 le città che non arrivano nemmeno a 1 kW/1.000 abitanti.

L'Aquila è al 28esimo posto, con un discreto 5.59 kW/1.000 abitanti, piuttosto lontana dai Comuni virtuosi (oltre i 10 kiloWatt) e, però, anche dai capoluoghi che fanno peggio, con meno di 1kW.
 

Fin qui, i 18 indicatori che hanno determinato la classifica finale, con L'Aquila al 22esimo posto sui 104 capoluoghi analizzati.

Altri indicatori
 

Ci sono altri tre indicatori  altrettanto importanti e che, però, non determinano la classifica finale. Innanzitutto, i chilometri totali di piste ciclabili, escluse insomma le piste in aree verdi, con L'Aquila – di nuovo – all'ultimo posto tra i Comuni capoluogo. Poi, il verde urbano fruibile, con la nostra città che si attesta al 96simo posto su 104, con 7.3mq per abitante (in testa alla classifica c'è Matera, con 992.3). Un dato drammatico, soprattutto se si confronta con un altro indicatore, l'ultimo preso in considerazione, con L'Aquila che figura al 4° posto tra i capoluoghi italiani per aree verdi totali: 49.9% sul totale della superficie comunale.

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Ottobre 2015 22:56

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