Ieri, la proposta di alcune associazioni che hanno chiesto al Comune dell'Aquila di poter adottare tratti dell'anello murario cittadino. Oggi, l'apertura dell'assessore Pietro Di Stefano che ha accolto l'idea con entusiasmo.
La proposta è arrivata con una lettera aperta inviata al sindaco Massimo Cialente e firmata da Archeoclub d’Italia L’Aquila, Compagnia Rosso d’Aquila, F.A.I. Delegazione dell’Aquila, Gruppo Aquilano di Azione Civica “Jemo ‘nnanzi”, Italia Nostra Sezione dell’Aquila, Lega Ambiente Abruzzo Beni Culturali e Panta Rei, associazioni composte da cittadini volontariamente partecipi della salvaguardia e della valorizzazione di un bene comune qual’è il patrimonio culturale e il paesaggio urbano dell’Aquila
L'idea è di vedersi assegnati in custodia dei tratti della cinta muraria, ampia ben cinque chilometri, e del relativo pomerio. "Le Associazioni - si legge nella lettera - intendono impegnarsi, con il lavoro volontario dei propri Soci, a collaborare al mantenimento dell’integrità del bene e degli apparati di valorizzazione e di pubblica fruizione (illuminazione, camminamenti, balaustre, ecc.)".
Come detto, il proposito è stato accolto con entusiasmo dall'assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano. "Con il tratto di via Tancredi da Pentima, nell'area della stazione ferroviaria - ha ricordato Di Stefano - è in fase di ultimazione la più imponente opera pubblica di tutti i tempi a L'Aquila: il recupero, restauro e valorizzazione dell'intera cinta muraria. Il rifacimento dell'anello, infatti, sta procedendo unitariamente con la riqualificazione delle aree sottostanti, attraverso l'apposita creazione di crinali, passaggi, camminamenti e di un'adeguata illuminazione che ne consentano una inedita fruizione da parte della cittadinanza".
"Grazie all'oramai rodata sinergia con gli uffici locali del Mibac - ha aggiunto l'Assessore - abbiamo rispettato anche la tempistica prevista dal recupero e ci avviamo verso un'ulteriore valorizzazione di questo bene collettivo anche attraverso appositi piani di recupero delle aree limitrofe, come quella di Via della Croce Rossa e quella di Santa Croce - Porta Barete. La conoscenza della storia dell'Aquila e delle sue fasi costruttive, strettamente legate ai destini della città, alla sua stessa grandezza e dunque alla sua identità, non poteva che passare dal recupero e fruizione della sua cinta muraria".
In questa ottica, "la proposta di adottare tratti dell'anello murario per la loro cura e manutenzione non può che essere accolta con entusiasmo. Un grande esempio di senso civico, collante fortissimo per tutti quei cittadini dei luoghi rinati che vogliono soffocare i tanti atti di inciviltà e vandalismo che si sono manifestati nell'imbrattamento della scalinata e dei portici di San Bernardino e di tutti quei palazzi appena recuperati e già maledettamente compromessi da azioni scellerate".