Martedì, 24 Novembre 2015 14:33

L'Aquila: l'installazione del Comune per sensibilizzare sulla violenza di genere

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Sarà celebrata domani, 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Questa ricorrenza assume una significato particolare nel momento storico che stiamo vivendo: la donna sta cercando, a fatica, di uscire dal silenzio della violenza, attraverso campagne di sensibilizzazione e una sempre maggiore attenzione sul tema. I risultati però non sembrano essere soddisfacenti: se da una parte vi è un aumento delle denunce (secondo i dati Istat, l'11,8% nel 2014 rispetto al 6,7% dei cinque anni precedenti) dall'altra, una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il più delle volte da parte del proprio partner. Insomma, a quattro anni dalla Convenzione di Istanbul - stipulata nel 2011 tra gli Stati membri del Consiglio d’Europa per la prevenzione e la lotta contro la violenza maschile - la situazione non sembra essere migliorata.

Di fronte a questi dati, dunque, non possiamo ritenerci soddisfatti. E' per questo che domani saranno molte le inziative in tutta Italia per dire "basta alla violenza". Anche il Comune dell'Aquila contribuirà, seppur in maniera simbolica: verrà allestita sui balconi della nuova sede del Comune in centro storico, a Palazzo Fibbioni, un'installazione artistica di Lea Contestabile e Annamaria Giancarli.

A presentare l'iniziativa, stamane, proprio a Palazzo Fibbioni, è stata l'assessora alla Cultura, Betty Leone, l'assessora alle Pari Oppurtunità, Emanuela Iorio e l'assessora alle Politiche sociali, Emanuela Di Giovambattista, insieme alla scrittrice Annamaria Giancarli.

"La violenza sulle donne - ha detto Betty Leone - è una cosa di cui ancora non si parla abbastanza. Nonostante le molte campagne contro il femminicidio, la società ha ancora difficoltà a risoconoscere questo fenomeno. Uso la parola femminicidio nonostante abbia suscitato molte polemiche perché credo che, quando occorre, vadano usate parole di questa durezza".

Sul processo lungo e difficile che condurrà alla fine delle violenze, si è pronunciata invece l'assessora Emanuela Iorio. "E' necessario - ha spiegato - cambiare modelli culturali, anche perché il fenomeno si acuisce nelle società che presentano situazioni economiche difficili, come appunto la città dell'Aquila, nel post-terremoto".

Come sappiamo, la violenza, in fondo, è solo il riflesso di una mentalità che spinge l'uomo a considerare la donna, di sua proprietà, nel bene e nel male. Le conseguenze di questa forma mentis non si vedono, dunque, solo dentro le mura di casa ma anche fuori, nella società, dove, come sottolinea anche Iorio, "le donne fanno poi fatica ad emergere in campo lavorativo".

Un impegno quello del Comune che, è stato ribadito più volte, non vuole essere solo simbolico. "Negli ultimi tempi - ha dichiarato l'assessora Emanuela Di Giovambattista - la presenza delle donne nelle varie filiere delle istituzioni ha consentito di portare alcuni importanti risultati in questo campo". Dal tavolo di confronto con la Provincia che, nel maggio scorso, ha permesso di sottoscrivere una convenzione per l'istituzione della Casa delle Donne, presso l'ex- orfanotrofio nel complesso di Collemaggio, alla delibera risalente al 9 giugno che avrebbe istituito un tavolo tecnico per la progettazione partecipata dello stesso spazio. La sede in questione, pronta nel 2017, sarà finanziata con i fondi Carfagna (3 milioni di euro), stanziati subito dopo il terremoto e destinati al sovvenzionamento di attività e progetti sociali.

Quella dell'apertura della Casa delle Donne è, in realtà, una battaglia iniziata nell'ottobre del 2010 dal Comitato Donne Terre Mutate, che ha avuto il suo esito solo lo scorso 7 novembre, con l'inaugurazione di una sede provvisoria in via Colagrande, nel quartiere del Torrione. La città dell'Aquila, inoltre non ha ancora una casa rifugio dove poter ospitare, in risertvatezza e sicurezza, donne costrette a fuggire dalla propria casa. In compenso, come spiega Di Giovambattista, nell'anno 2014/2015 sono stati stanziati 20mila euro destinati, tra le altre cose, al collocamento e residenzialità delle donne. Un modo, dunque, per poter rispondere a queste esigenze particolari, attraverso il pagamento di strutture adatte. Inoltre, nel bilancio del 2015 vi sarebbe un capitolo dedicato solo al Centro Antiviolenza, con un fnanziamento di 10mila euro anche se, spiega ancora l'assessora, si vuole stipulare una convenzione specifica con l'ente.

Le intenzioni del Comune sembrerebbero essere mirate ad una volontà di risoluzione di queste problematiche del territorio. Vedremo se i tempi
sapranno rispondere all'impellenza della questione. Ciò che è certo è che, se come la stessa assessora Iorio aveva spiegato, si tratta di un problema culturale, il Comune avrebbe forse dovuto puntare a qualche iniziativa che non sia solo visiva e simbolica. Sarebbe necessaria da parte delle istituzioni, come per ogni crimine, una qualche forma di prevenzione. In questo caso, basterebbe forse inculcare nelle più giovani e nei più giovani, una maggiore consapevolezza del ruolo che oggi la donna puo' e deve rivestire all'interno della società: fino a quando il suo potere si limiterà alle mura di casa, la donna sarà sempre vittima di un meccanismo malato che vede la sua emancipazione come un contentino e, non come una prerogativa per mantenere l'equilibrio della società.

"Quando parliamo di violenza sulle donne - ha detto la scrittrice Annamaria Giancarli - non possiamo definirla come 'amori malati', perché così tendiamo a scagionare chi commette questo crimine. Si tratta di una violenza silenziosa, chiusa, nascosta, dove anche le donne si sentono, in qualche modo, colpevoli. Dopo gli anni gloriosi del femminismo, che hanno messo in atto una rivoluzione senza una goccia di sangue, la situazione resta problematica".

"Le donne hanno portato avanti - ha aggiunto - un avanzamento culturale della società, scardinando un tipo di mnetalità, di vita e di assetto familiare. Non sempre, però, questa crescita è corrisposta ad una crescita maschile. Oggi credo che le donne abbiano gli strumenti e la visione globale giusta per andare avanti e non abbassare mai la guardia".

Il 25 novembre apertura della Casa delle Donne. "Sono appena spenti gli echi della bellissima inaugurazione del 7 e 8 novembre, che la Casa delle Donne decide di aprire di nuovo le sue porte e le sue luci, in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne". Lo annunciano, in una nota, le animatrici della struttura: "La sede di via Angelo Colagrande 3A – 3B sarà aperta mercoledì 25 Novembre dalle 18 in poi, in modo che chi non ha potuto partecipare all’inaugurazione possa visitarla. Il numero da chiamare per avere una consulenza o un aiuto è: 3400905655".

Ultima modifica il Martedì, 24 Novembre 2015 15:49

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