Mercoledì, 09 Dicembre 2015 15:53

Abruzzo: debito monstre e tagli. E la Corte dei Conti boccia ancora la Regione

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Ci aspettano anni di lacrime e sangue. E non sembra affatto, e semplicemente, un modo di dire.

A qualche giorno dalla discussione, in aula, della Legge finanziaria regionale, la Giunta guidata da Luciano D'Alfonso sta graffiando il fondo del barile per evitare tagli drastici che potrebbero compromettere persino le politiche di investimento per lo sviluppo.

La strada, però, è stretta e accidentata: Regione Abruzzo ha accumulato, negli anni, un debito di oltre 530milioni. L'assessore Silvio Paolucci sperava di poterlo spalmare su trent'anni, più o meno 17milioni e mezzo l'anno, e invece, da Roma, è arrivato un indigesto altolà: dilazione si, ma su 7 anni. A far di calcolo, l'Ente dovrà sopportare un debito di quasi 76milioni l'anno.

Un vero e proprio salasso.

L'unica deroga concessa dal Governo Renzi riguarda la possibilità di spalmare su trent'anni la restituzione dei 170milioni erogati per pagare i debiti con i fornitori ed utilizzati, in realtà, da Regione Abruzzo così come da altre amministrazioni regionali italiane, per sostenere la spesa corrente.

Non c'è tempo da perdere, insomma, e la Giunta regionale è chiamata a trovare risorse fresche, il più in fretta possibile. Per questo, già martedì prossimo, verrà portata all'attenzione del Consiglio la Legge che dovrebbe consentire all'esecutivo di accendere un mutuo da 100milioni di euro per ridurre il peso del debito. "Una scelta in contrasto con l'accordo stipulato con le minoranze - sottolinea Domenico Pettinari, del M5S - Ci avevano promesso che la legge non sarebbe stata portata avanti e invece ora ci troviamo a dover discutere dell'ipotesi di indebitarci per pagare un debito: pagheremo per i prossimi trent'anni rate da sei milioni l'anno, di cui quattro milioni di interessi".

L'accensione del mutuo, però, permetterà almeno di ridurre il debito a 430milioni che, su sette anni, significa 61milioni e mezzo l'anno.

Dove trovarli? Per l'anno che verrà, l'assessore Paolucci spera di trovare 25milioni dalla chiusura di vecchie cartolarizzazioni, 20milioni dal recupero dalle tasse ridotte nel 2014 dal governo Chiodi, decisione poi bocciata dalla Corte costituzionale perché assunta in regime di prorogatio della Giunta, a qualche mese dalle elezioni che avrebbero incoronato Luciano D'Alfonso, e altri 2milioni dalla spesa per la compartecipazione dei ticket sanitari, con il bugdet che verrà ridotto da 12 a 10milioni. Restano da trovare, più o meno, 14milioni che potrebbero arrivare, appunto, dal taglio dei cofinanziamenti ai Fas e, dunque, dalla riduzione drastica delle politiche di investimento per lo sviluppo.

Così, Regione Abruzzo potrebbe far fronte alla rata del debito per il 2016: per gli anni a venire, si vedrà.

Certo è che il margine di manovra politico è davvero ridottissimo: il bilancio regionale, infatti, è sempre più ingessato.

Come non bastasse, ad inizio del mese di dicembre è arrivata la seconda stroncatura della sezione di controllo della Corte dei Conti al bilancio regionale che segue la prima, del luglio scorso. La sezione di controllo ha sanzionato, di nuovo, Regione Abruzzo perché non ha ancora presentato la relazione sul bilancio di previsione 2015 e non ha neppure approvato nei termini stabiliti dalla legge il documento di programmazione economica finanziaria.

La relazione della Corte dei Conti fa riferimento al rapporto del Presidente del collegio dei revisori che, l’8 giugno scorso, ha presentato la sua relazione sul bilancio pluriennale 2015-2017. Ebbene, il bilancio - scrive la Corte - "non offre copertura finanziaria a nuove o maggiori spese": in altre parole, non ci sono stanziamenti per gli esercizi a venire. Gli unici investimenti sono finanziati con risorse nazionali o comunitarie. Non solo. Il bilancio 2015 "non tiene conto del disavanzo che scaturisce dagli esercizi precedenti". Le indicazioni fornite, insomma, "non trovano corrispondenza nella effettiva situazione finanziaria dell’ente".

Una gestione del bilancio, a dirla più chiaramente, "inattendibile". Come per la relazione del luglio scorso, anche stavolta il documento verrà inviato al Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi "per le determinazioni di competenza, anche ai fini delle valutazioni di competenza ai sensi degli artt. 120 e 126 della Costituzione".

L'articolo 126 prevede lo scioglimento del Consiglio regionale in caso di gravi violazioni di legge.

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Dicembre 2015 16:33

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