Martedì, 19 Marzo 2013 17:29

Zona franca urbana: la posizione della CGIL

di 

La zona franca urbana, meglio dire la zona franca de minimis, è questione importante per il futuro del nostro territorio. Questione delicata e fondamentale.

 

Non si può immaginare ricostruzione senza la rinascita economica delle piccole e medie imprese, incapaci per ora di assicurare occupazione stabile e di qualità. Che effetti avrà la Zfu? Vi abbiamo proposto l'intervista ad Ettore Perrotti, coordinatore dei giovani commercialisti d'Abruzzo, che in merito ai 90 milioni stanziati oramai quattro anni fa con la Legge 77 ha le idee molto chiare: bisognava investire i fondi su alcuni settori strategici per la crescita economica, più che distribuirli a pioggia. L'opinione di Umberto Trasatti, segretario provinciale della CGIL, è un pò diversa: "Credo sia legittimo un ragionamento sull'esigenza di investire le risorse su settori produttivi che potrebbero fare da volano per l'economia del territorio, è altrettanto legittima però la posizione di chi ha pensato che tutte le micro e piccole imprese, in gravissima crisi vista la delicata congiuntura economica, dovessero avere l'opportunità di attingere ai finanziamenti".

Se tutte le imprese del territorio presenteranno domanda, però, i benefici economici saranno davvero contenuti.

Il problema è un altro: nonostante il bando sia stato pubblicato qualche mese fa, le domande presentate sono solo 62. E tra meno di un mese scadranno i termini. Le imprese del cratere sono in grandissima difficoltà, dopo quattro anni sono veramente piegate. C'è poi grande incertezza sulla vicenda della restituzione o meno del 100% dei contributi e delle tasse sospese, che pesa come un macigno su questo territorio. Come emerso ieri, nell'incontro organizzato dalla Camera di commercio, la preoccupazione di tante piccole e micro imprese è che la decontribuzione e detassazione ottenuta in funzione della legge di stabilità venga considerata aiuto di stato . Cosa scrivere nella domanda? Bisogna segnalare che si è goduto del beneficio della sospensione delle tasse? Sarà considerato aiuto di stato? E se si, sarà conteggiato come de minimis? Nessuno ha saputo sciogliere questi nodi, tanto che il Ministero ha consigliato di inviare la richiesta allegando una dichiarazione per segnalare di aver usufruito del beneficio. E' stato detto alle imprese di utilizzare le risorse solo dopo che si sarà espressa la commissione europea. C'è ancora troppa confusione.

Problemi tecnici a parte, la zona franca urbana sarà davvero efficace?

Abbiamo 90 milioni di euro, stanziati dal decreto Abruzzo nel luglio del 2009. Sono passati quattro anni e quelle risorse non sono state ancora spese. E la nostra economia è al collasso. Dobbiamo spendere quei soldi e soddisfare le richiste delle piccole e medie imprese che hanno un disperato bisogno di aiuto. Stiamo parlando di 180 miliardi delle vecchie lire. Se poi si vuol fare un ragionamento diverso, se vogliamo incentivare settori dell'economia che potrebbero essere trainanti per il futuro della città, si possono utilizzare i 100 milioni messi a disposizione dalla Legge Barca, che destina il 5% delle risorse per la ricostruzione al sostegno all'impresa. Sono altri 200 miliardi di vecchie lire, che potrebbere sostenere progetti di investimento capaci di puntare alla ricerca e all'innovazione creando occupazione. Insomma, possiamo e dobbiamo tenere insieme i due piani. Il sostegno alle piccole e micro imprese, che hanno disperato bisogno di un po' d'ossigeno, e sarebbe stato davvero difficile scegliere a chi destinare i fondi, e incentivi mirati alla media e grande impresa con le risorse stanziate dalla Legge Barca. Spero che il territorio non si lasci sfuggire questa occasione.

Il problema è sempre lo stesso: i soldi sono pochi, certo, ma non siamo capaci di spenderli.

Beh, tra i 90 milioni del de minimis e i 100 milioni del fondo Barca, abbiamo 380 miliardi di vecchie lire da investire per le imprese del cratere. E sappiamo che il 90% sono nel comune dell'Aquila. Non sono pochi se si avrà la capacità di investirli per ottenerne risultati virtuosi per il territorio. Sono passati quattro anni e i fondi sono ancora bloccati. Chi ha la responsabilità di questi ritardi? La responsabilità è antica. Il decreto Abruzzo parlava di Zona franca urbana, un errore gravissimo perchè la Zfu è soggetta dalla Comunità Europea a vincoli che escludono il nostro territorio. Possono accedervi particolari realtà urbane, come il quartiere Rancitelli a Pescara per intenderci. Abbiamo perso degli anni perchè la politica, la Regione Abruzzo in particolare, ha iniziato ad annunciare che avremmo ottenuto la Zfu in un mese, in due mesi... De Matteis ci si è giocato la campagna elettorale, finché non siamo stati ricevuti a Bruxelles e il Parlamento Europeo ha spiegato che non avevamo i requisiti. Hanno detto chiaramente che, sin dal primo giorno, bisognava puntare al de minimis. Così, Gianni Chiodi ha messo una pezza per accontentare tutti e l'ha chiamata Zona franca de minimis. Altro non è che il de minimis, però, che avremmo potuto ottenere già a luglio del 2009, quando molte delle imprese del territorio potevano ancora salvarsi. Adesso finalmente questi soldi ci sono e vanno assolutamente utilizzati. Solo in seguito, con i soldi della Legge Barca, penseremo a sostenere progetti di qualità in settori strategici come il farmaceutico e l'ITC, con investimenti che speriamo siano in grado di creare occupazione stabile e di qualità per i nostri giovani.

Ultima modifica il Martedì, 19 Marzo 2013 17:42

Articoli correlati (da tag)

Chiudi