Venerdì, 26 Aprile 2019 11:10

Tasse, appello di Ance, Confindustria e Apindustria: "Ora o mai più"

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Ora o mai più.

Stamane, Confindustria, Ance ed Apindustria, con i rispettivi rappresentanti Ezio Rainaldi, Adolfo Cicchetti e Massimiliano Mari Fiamma, hanno inteso evidenziare la centralità delle prossime settimane nel tentativo di risolvere l'annosa vicenda della restituzione delle tasse non versate a seguito del terremoto richiesta dall'Unione Europea. Il prossimo 30 giugno scadrà la proroga, l'ennesima, per l'avvio delle procedure di riscossione: non si dovesse intervenire, 130 imprese del territorio sarebbero costrette a restituire, in un'unica soluzione, una cifra che si attesta tra i 75 e gli 80 milioni di euro. 

Si tratterebbe di una mazzata per il tessuto economico del cratere, già sofferente.  

In questi mesi, è stato svelato stamane, è stata avviata una interlocuzione proficua con gli uffici tecnici dello Stato che ha definito una possibile soluzione, almeno per ciò che attiene l'innalzamento della soglia de minimis da 200 a 500 mila euro, con una interpretazione autentica della norma che aveva garantito la sospensione delle tasse. Inoltre, è stato consegnato un dossier al vice presidente della Commissione Europea, Federica Mogherini. "A questo punto - ha chiarito Ezio Rainaldi - vogliamo sapere se il Governo, col supporto delle Istituzioni locali, ha la forza e la volontà di ottenere il provvedimento nelle prossime settimane, in un momento propizio, considerato che il 26 maggio si andrà al voto per il rinnovo del Parlamento europeo e, di solito, a finire legislatura si chiudono una serie di vicende rimaste inevase. Si tratta di una battaglia che deve vederci uniti, tutti: non vogliamo essere lasciati da soli, soprattutto dal punto di vista politico", le parole di Rainaldi.

Un appello condiviso dal presidente dell'Ance provinciale Adolfo Cicchetti che ha tenuto a ribadire come questo sia davvero "un momento decisivo: si vada alla definizione di un'interpretazione autentica della norma sul de minimis", la richiesta; d'altra parte, il trascinarsi della vicenda "incomincia a ledere in modo impattatne sulla agibilità strategia ed operativa delle imprese del territorio. In un momento già particolare, e soprattutto per il comparto edile dove, negli ultimi due anni, si è registrata una perdita secca di posti di lavoro in provincia di circa 2mila unità, il rischio di dover restituire migliaia di euro sta danneggiando le imprese in funzione del loro obiettivo imprenditoriale, con ripercussioni negative sul'indotto diretto e indiretto".

Cicchetti ha chiarito che le associazioni di categoria vogliono essere di supporto alle Istituzioni locali e nazionali e, così, di impulso affinché si arrivi ad una definizione della vicenda. 

Intanto, la prima richiesta - a stretto giro - è una ulteriore proroga almeno fino alla fine dell'anno. "Ci ritroviamo, come sempre, a dover rincorrere, a discutere di proroghe e non di soluzioni: a questo punto, uno slittamente dei termini è inevitabile, se si vuole evitare il peggio. Non possiamo che chiedere una proroga, almeno a fine anno", ha aggiunto Massimiliano Mari Fiamma, "e probabilmente non basterà; il 26 maggio si vota per il Parlamento Europeo, le Istituzioni comuntarie però verranno rinnovate in autunno: dunque, se non si dovesse trovare una soluzione nelle prossime settimane, si slitterebbe inevitabilmente a fine anno. Purtroppo, questa non è una partita che possiamo vincere da soli", ha aggiunto Mari Fiamma; "con i nostri associati siamo già pronti per i ricorsi legali, ma la partita politica non può vederci isolati. Abbiamo bisogno di aiuto. Fino ad oggi, siamo riusciti almeno a tamponare la situazione, evitando l'avvio delle procedure di riscossione in tre occasioni. Non basta, però. In questo senso, bene ha fatto il governatore Marco Marsilio a riattivare il tavolo di partenariato in Regione: tuttavia, a quel tavolo manca una rappresentanza del Governo: i parlamentari abruzzesi del Movimento 5 Stelle non hanno mai partecipato, sebbene invitati, la Lega c'è stata all'inizio, col deputato Luigi D'Eramo, ma poi si è eclissata".

Eppure, il Governo potrebbe fare molto: "oggi, l'esecutivo può alzare l'asticella del de minimis a 500 mila euro, riconoscendo, cioé, come al momento della sospensione delle tasse fosse vigente il temporary framework, con un atto governativo; inoltre, potrebbe interpretare la norma nel senso della franchigia: significa che le imprese sarebbero chiamate a restituire solo le somme che eccedono la soglia dei 200 mila euro, o dei 500 mila euro si dovesse applicare il temporary framework. Tuttavia, il Governo continua a tentennare, come i precedenti: sentiamo di poter dire che nessun esecutivo, in questi anni, ha mai agito come avrebbe dovuto".

In questa battaglia, il protagonismo del Governo sarà determinante, e lo ribadisce anche Ezio Rainaldi: "il nostro appello è che tutte le forze politiche trovino una coesione nel sostenere le ragioni del territorio. E' uno sfogo, il nostro. C'è chi ha il potere di intervenire e chi non ce l'ha: noi non l'abbiamo mai avuto. Fino ad oggi, la nostra parte l'abbiamo fatta, la facciamo e vogliamo continuare a farla: le imprese del territorio hanno subito una fortissima concorrenza in questi anni, come è giusto che fosse, ma vorremmo poter giocare ad armi pari, non frenati dal rischio di dover restituire centinaia di migliaia di euro che, al contrario, potremmo investire sul territorio creando occupazione. Non possiamo più andare avanti così, è ora di trovare una soluzione".

Ultima modifica il Sabato, 27 Aprile 2019 08:43

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