Anche le piattaforme petrolifere presenti a largo della costa adriatica abruzzese sono soggette all'imposta comunale sugli immobili (Ici). Lo ha stabilito la Corte di Cassazione di Roma, accogliendo il ricorso dell'amministrazione comunale di Pineto (Teramo), contro l'imposta mai pagata dal colosso petrolifero Eni.
Il comune abruzzese di poco più di 14mila abitanti ha dunque la sua rivincita contro una delle multinazionali del petrolio, che estrae idrocarburi attraverso quattro piattaforme presenti non lontano dalla costa teramana. Le sentenze delle commissioni tribunarie provinciale e regionale, infatti, avevano negli anni scorsi esentato l'Eni dal pagamento del tributo richiesto dal Comune di Pineto.
Quest'ultimo aveva inviato avvisi di accertamento per gli anni dal 1993 al 1998 del valore di quasi 14 milioni di euro a titolo di maggior imposta, di poco più di 14milioni di euro a titolo di sanzioni, e poco meno di cinque milioni di euro per interessi. In tutto, più di 30 milioni di euro.
Nel 2009 le commissioni avevano ritenuto non sussistesse il potere impositivo del Comune sul mare territoriale, e aveva sentenziato la "intassabilità" delle piattaforme, in quanto non iscritte al catasto e "ricadenti nella categoria E dei beni esentati dall'Ici". La Corte di Cassazione, invece, ha ribaltato questo paradigma: "Le piattaforme petrolifere - si legge nella sentenza, svelata dall'agenzia Ansa - sono soggette ad Ici e sono classificabili nella categoria D/7, stante la riconducibilità delle stesse al concetto di immobile ai fini civili e fiscali, alla loro suscettibilità di accatastamento ed a produrre un reddito proprio in quanto la redditività deve essere riferita allo svolgimento di attività imprenditoriale-industriale e non alla diretta produzione di un reddito da parte della struttura". Secondo l'Eni, che ha commentato nella serata di ieri, il pagamento dell'Ici sarebbe invece escluso dall'ultima Legge di Stabilità.
La decisione della Suprema Corte è destinata a far discutere, arrivando peraltro nei mesi immediatamente successivi all'atteso referendum sulle trivellazioni, promosso da comitati ed enti contrari alla petrolizzazione delle coste, che si svolgerà il prossimo 17 aprile.