Giovedì, 22 Agosto 2013 08:20

L'Aquila, la Tosap, le imprese e la redistribuzione delle ricchezze

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Il tema della redistribuzione delle ricchezze sul nostro territorio torna a far discutere. Dopo il terremoto, si sa, alcune categorie sono svantaggiate rispetto ad altre. In alcuni casi le cause di taluni sbilanciamenti dal punto di vista del reddito sono imputabili all'andamento fisiologico dell'economia post-sisma, in altri la causa deriva da precise scelte politiche. Ci ritroviamo così in una città che più che il capoluogo d'Abruzzo sembra la periferia di una metropoli centroamericana, dolorosamente nota per le sue disparità sociali: professionisti che a causa degli appalti per la ricostruzione percepiscono percentuali che si tramutano in cifre a sei zeri convivono con migliaia di persone che con il terremoto hanno perso molto (se non tutto) e con altre che appartengono a categorie (lavoratori precari, esercenti o certi operatori culturali) che soffrono maggiormente la crisi economica.

Il primo a fare una proposta di redistribuzione delle ricchezze sul nostro territorio fu 3e32, che l'estate scorsa, in occasione di una delle tante visite dell'allora ministro della Coesione sociale Fabrizio Barca, propose di destinare una piccola percentuale dei proventi dalle parcelle dei progettisti - applicata in maniera progressiva rispetto al numero di appalti e pratiche gestiti - in un fondo per la creazione di cooperative sociali e occupazione giovanile. l'idea, ovviamente, scatenò la reazione indignata di diversi ingegneri e progettisti, ma non ricevette troppa attenzione né da parte di Barca, né da parte della governance locale.

Il 19 giugno scorso il sindaco Massimo Cialente rilanciò con una lettera inviata alla stampa e rivolta principalmente alle categorie produttive (Ance, Confindustria, Apindustria, Cna e Confartigianato) e agli ordini professionali, in cui chiedeva alle imprese che durante la ricostruzione hanno "la possibilità di ricavare giusti margini di guadagno, di prendersi una sorta di 'impegno di solidarietà' destinando una piccola quota alle società sportive che portano avanti i colori della città, e soprattutto gestiscono i settori giovanili, e alle istituzioni culturali e sociali che operano tra mille difficoltà". La lettera, all'interno della quale si faceva un esplicito riferimento ad un auspicabile aiuto all'Aquila Rugby (non ci è chiaro perché la società neroverde dovrebbe ricevere più attenzioni delle altre società sportive e istituzioni culturali e sociali di livello) non ha suscitato risposte, fino a una conferenza stampa alla vigilia di ferragosto, convocata per presentare il bilancio de I Cantieri dell'Immaginario. In quella occasione il primo cittadino annunciò l'aumento della Tosap (la tassa sull'occupazione del suolo pubblico), i cui proventi andrebbero reinvestiti nei tre settori della cultura, dello sport e del sociale: “Aumenteremo la Tosap: le imprese, soprattutto le ditte di fuori, molte delle quali hanno preso lavori per decine di milioni di euro, devono sapere che qui non si può venire solo a prendere soldi”, dichiarò in quell'occasione Cialente.

Nonostante il periodo di ferie estive, stavolta l'annuncio del Sindaco ha suscitato eccome delle reazioni, come quelle di Luciano Mari Fiamma (presidente di Apindustria) che, in un'intervista al quotidiano Il Centro di qualche giorno fa, ha attaccato il primo cittadino: “Recita da qualche tempo la parte del solista. Non mi piacciono i suoi atteggiamenti da despota. Deve confrontarsi con gli altri prima di decidere”. A Mari Fiamma non è piaciuta neanche la proposta di aumento della Tosap, in quanto colpirebbe tutti indistintamente, anche le piccole imprese che faticano in questi tempi di crisi. Effettivamente, la tassa sull'occupazione del suolo pubblico viene pagata (per i ponteggi, ad esempio) dalla grande impresa arrivata a L'Aquila per ricostruire il centro storico, ma anche dal piccolo bar che occupa il suolo pubblico con tavolini e sedie all'aperto.

Finora, l'ultimo in ordine di tempo a intervenire sulla faccenda è stato Paolo Tella, vicepresidente di Confesercenti, che ieri in una nota alla stampa ha dichiarato che “Non è possibile che tutto gravi sulle tasche delle imprese locali così come non deve essere lasciato solo il Comune nel sostegno delle iniziative culturali cittadine; c’è bisogno di un riequilibrio di relazioni e rapporti che tenga conto di tutto il sistema economico locale, serve una condivisione collettiva programmata negli anni”. Ogni sistema economico locale, insomma, è un mix di commercio, cultura, industria e artigianato che deve avere un proprio equilibrio. Tuttavia, Tella la pensa come il Sindaco sui grandi gruppi imprenditoriali che arrivano a L'Aquila da fuori città (o fuori regione, come nel caso delle grandi cooperative toscane ed emiliane): “Il ruolo di tutela del sistema economico locale dovrebbe essere esteso anche ad una serie di iniziative tese, ad esempio, a privilegiare le piccole imprese locali nei subappalti da parte dei grandi gruppi extralocali, quelli che vengono identificati come acquisitori che non lasciano niente al territorio. Altrimenti l’aumento delle tasse locali costituirebbe un altro aggravio per noi che, oltre ad aver subìto il danno del terremoto, subiremmo anche la beffa di maggiori oneri fiscali”. Anche in questo caso però un eventuale annuncio, da parte delle istituzioni, di tassazione maggiorata sui profitti delle grandi imprese non aquilane risulterebbe velleitario, se non consapevolmente populista. E' una strada piuttosto tortuosa, perché sconfinerebbe nella “concorrenza sleale”, per non parlare dei principi basilari dell'Unione Europea, che verrebbero lesi ancora di più (eloquente è l'affaire sulla procedura di infrazione europea riguardo i presunti “aiuti di stato” alle imprese terremotate).

E allora in che modo una più giusta redistribuzione delle ricchezze su e per il nostro territorio può essere d'aiuto all'economia locale? Ad esempio, può esserci d'aiuto il concetto di microzonazione, uno studio analitico sulle variabili e i casi che ha l'obiettivo di creare una rappresentazione puntiforme del territorio, rispetto a quella generalizzata e generalizzante. Finora la microzonazione è stato utilizzata quasi esclusivamente in campo sismico e geologico, ma dopo il sisma del 2009 l'antropologo dell'Università dell'Aquila Antonello Ciccozzi proposte una microzonazione del danno sociale prodotto da eventi catastrofici, utile a individuare i nuclei familiari più colpiti dal sisma, dal punto di vista sociale ed economico. La microzonazione sociale fu sostenuta anche dallo stesso 3e32 e da altre associazioni cittadine. Si potrebbe adattare quello stesso principio anche per lo svolgimento di un'analisi specifica del tessuto economico aquilano, che permetterebbe una lettura più realistica e dettagliata dello scenario e, successivamente, un'applicazione di una tassa in tal senso.

Il problema - uno dei problemi - è che però spesso la politica - che sia quella delle istituzioni o delle corporazioni, si fa a colpi di comunicati stampa e accuse reciproche, annunci clamorosi non seguiti da azioni reali e prese di posizioni che più che di risoluzione puzzano, a volte, di populismo. Nel frattempo, le diseguaglianze aumentano, come il disagio economico e sociale.

Ultima modifica il Venerdì, 23 Agosto 2013 01:56

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