Bilanci, prosegue l'iter in Commissione.
La giunta comunale ha istruito il consuntivo 2015 e il previsionale 2016: i documenti sono al vaglio della Commissione presieduta da Giustino Masciocco che, stamane, ha dato il via libera al documento di rendiconto, con i voti favorevoli della maggioranza e quelli contrari delle opposizioni. In giornata, arriverà il parere dei revisori sul previsionale e, dunque, la Commissione verrà convocata per martedì 17 e giovedì 19 maggio così da procedere all'approvazione. Giusto in tempo per la convocazione del Consiglio comunale fissata dal presidente Carlo Benedetti per lunedì 23 maggio, in prima convocazione, e martedì 25, in seconda, ultimo giorno utile per il via libera definitivo dell'assise: scadranno proprio il 25 maggio, infatti, i venti giorni di deroga concessi dal Prefetto per approvare il documento finanziario di previsione, pena lo scioglimento del Consiglio comunale.
La maggioranza di centrosinistra sarà chiamata ad approvare un bilancio di previsione tecnico, asfittico, fatto di tagli indiscriminati ai pur minimi servizi che andrebbero garantiti ai cittadini, e con l'aumento della Tari del 20%. Infatti, i fondi attesi dal Governo per le minori entrate e le maggiori spese sostenute dall'Ente a seguito del terremoto dell'aprile 2009 non arriveranno certo in tempo utile per il voto del Consiglio.
Sarà un voto alla 'cieca', insomma. E' probabile che l'esecutivo assicuri il Consiglio comunale sull'effettivo trasferimento dei fondi, in tempi più o meno brevi, con una qualche comunicazione ufficiale, così da garantire l'assise al momento del voto. Sta di fatto che il previsionale sarà approvato senza che le risorse siano in 'cassa', con la consapevolezza che, non dovessere arrivare, sarebbe impossibile per la Giunta proseguire nell'attività di governo.
Inutile tornare sulla polemica politica, sull'atto di sfiducia del Governo che non si è fidato dei conti presentati dall'Ente - 24 milioni, la richiesta, come noto - affidando una revisione all'Ufficio speciale - 18.9 milioni, più 4 da discutere - che, però, pare non aver ancor convinto l'Esecutivo, tanto che è intervenuto il governatore Luciano D'Alfonso 'offrendo' i suoi uffici per una ulteriore valutazione che, a quanto si apprende, sarebbe simile a quella fornita dall'Usra.
Sta di fatto che il bilancio consuntivo passato stamane in Commissione 'racconta' di spese incomprensibili per un Ente che sta approvando un previsionale 'lacrime e sangue' con l'aumento del 20% della Tari. L'anno passato, il Comune dell'Aquila ha speso 3 milioni e 477 mila euro in contenziosi, passività pregresse e altri debiti di competenza. Altri 237 mila euro per liti, arbitrati e risarcimenti. E ancora: oltre 42 mila euro di propine e competenze per gli avvocati comunali. Parliamo di oltre 3 milioni e 831 mila euro per oneri straordinari di gestione corrente. "Spese che derivano, in parte, da un malcostume dei dirigenti - ha sottolineato il consigliere comunale Raffaele Daniele - che non assumono la responsabilità delle scelte, aspettano che ci siano contenziosi, dunque sentenze che generano debiti fuori bilancio, così che non possano configurarsi più come responsabilità diretta dei dirigenti".
Vanno aggiunti altri costi, dovuti a 'cattiva amministrazione': il Comune dell'Aquila, l'anno passato, ha versato circa 2.5 milioni di interessi passivi sui mutui in ammortamento. Non solo. Il consuntivo certifica la scarsa capacità dell'Ente di riscuotere entrate tributarie ed extratributarie: per dire, al 31 dicembre 2015 il fondo credito di dubbia esigibilità ammonta a quasi 26 milioni di euro. In alcuni casi, si tratta di riscuotere debiti che attengono anche agli anni '90.
Ci sono poi altre questioni, sollevate dal consigliere Ettore Di Cesare. Un paio, tra le altre: ogni anno, il Comune dell'Aquila spende 1 milione di euro per l'affitto delle sedi istituzionali, pur avendo in cassa 32 milioni di euro per realizzare la sede unica. "E non c'è ancora nemmeno un progetto preliminare", ha sottolineato Di Cesare. Il Comune dell'Aquila, inoltre, ha in cassa, già da anni, 48 milioni di euro per la ricostruzione delle scuole. Ad oggi, però, si è arrivati all'approvazione del progetto esecutivo per il solo edificio che ospitava, a Pettino, la scuola 'Mariele Ventre'. Un progetto che è arrivato ad approvazione con due anni e mezzo di ritardo, rispetto agli annunci dell'allora assessore alle Opere pubbliche, Alfredo Moroni.
Innanzi all'inerzia amministrativa, l'Ente spende circa 700mila euro l'anno per la manutenzione dei Moduli ad uso scolastico. "E' comprensibile che innanzi all'incapacità di spesa dell'amministrazione, pur essendo stati trasferiti milioni di euro per le opere pubbliche, il Governo si dimostri scettico rispetto alle cifre richieste", l'affondo di Di Cesare. Che poi - ha aggiunto il consigliere Giorgio De Matteis - "il rendiconto 2015 non giustifica affatto le richieste avanzate al Governo: le minori entrate e le maggiori spese non sono state adeguatamente motivate e, come non bastasse, non si è fatto nulla, in questi anni, per ridurre le pretese".