Bilancio di previsione del Comune dell'Aquila: oltre gli annunci, la 'via' per l'approvazione del documento di programmazione economico-finanziaria è sempre più stretta. E apre scenari cupi, per i prossimi mesi.
Ma andiamo con ordine. Ieri mattina, si è riunita la Commissione bilancio, in seconda convocazione, assente il presidente Giustino Masciocco per motivi personali che hanno il sapore, però, di un mal di pancia 'politico'. Doveva arrivare il via libera al documento di previsione istruito dalla Giunta comunale: la seduta, però, è stata aggiornata a stamane, per dare modo ai consiglieri di analizzare il documento, voce per voce, prima del via libera definitivo. Che arriverà in giornata, appunto, in tempo per il Consiglio comunale che è stato convocato dal presidente Carlo Benedetti per lunedì 23 maggio, in prima convocazione, e martedì 25 maggio, in seconda, ultimo giorno utile per votare il documento pena lo scioglimento dell'assise.
Fin qui, l'iter amministrativo. C'è poi l'aspetto politico. Come spiegato, il bilancio di previsione istruito dalla Giunta comunale è un bilancio 'tecnico' che garantisce la sopravvivenza dell'ente tagliando, tuttavia, i pur minimi servizi che l'Ente dovrebbe garantire ai cittadini. Mancano, infatti, i fondi richiesti al Governo per sanare le maggiori spese e i mancati introiti dovuti al post-terremoto. Eccolo, il nodo ancora da sciogliere: al di là dei sorrisi, in occasione della visita del premier Matteo Renzi a L'Aquila, e oltre i pur timidi annunci, non è ancora chiaro quanto il Governo assicurerà al Comune.
L'anno scorso erano arrivati 24 milioni di euro e, anche quest'anno, almeno in un primo momento, l'amministrazione comunale aveva chiesto la stessa somma. Gli uffici del Mef, però, e l'esecutivo, hanno voluto vederci chiaro, chiedendo al titolare dell'Usra, Raniero Fabrizi, di verificare la fondatezza delle richieste avanzate. E Fabrizi ha certificato che il Comune dell'Aquila, a ristoro delle maggiori spese e delle minori entrate, necessita in effetti di almeno 18.9 milioni di euro. Cifra attestata anche dagli uffici regionali, impegnati alla verifica dal governatore Luciano D'Alfonso.
A margine della visita a L'Aquila del premier segretario, il sindaco Massimo Cialente ha spiegato a NewsTown che si accontenterebbe anche di 18 milioni, 6 milioni in meno dell'anno scorso, ma ha sottolineato che "sotto i 18 milioni non possiamo andare". Mercoledì scorso, 18 maggio, i maggiorenti del Pd aquilano - lo stesso Cialente, Stefania Pezzopane, Giovanni Lolli, Pierpaolo Pietrucci, Stefano Albano e Stefano Palumbo - sono stati ricevuti a Roma da Lorenzo Guerini, vice segretario del Partito Democratico. A Guerini, sono state illustrate - di nuovo - le necessità del Comune dell'Aquila, e le difficoltà nell'approntare un bilancio a 'zero', come l'ha definito l'assessore Giovanni Cocciante. Risposte concrete, tuttavia, non sono ancora arrivate.
Non è in dubbio il trasferimento delle risorse, lo ribadiamo, piuttosto l'entità delle risorse che verranno trasferite. La soluzione tampone concertata da Governo e Comune è nota: il consiglio dovrebbe approvare il bilancio con la garanzia di un documento che il Governo invierà all'assise per assicurare l'effettivo trasferimento di risorse. Ma non è chiaro che cifra l'esecutivo scriverà sul documento.
Spifferi romani raccontano che il Governo sarebbe intenzionato a garantire 'solo' 12 milioni di euro, a copertura dei capitoli di bilancio destinati al sociale. Dovesse arrivare una proposta del genere, il sindaco Massimo Cialente la giudicherebbe 'irricevibile'. Con le conseguenze che potete facilmente immaginare.
Anche arrivassero 18 milioni di euro, tuttavia, i problemi non potrebbero dirsi certo risolti. E per due ragioni, almeno.
La prima: i fondi - con ogni probabilità - arriveranno con il Decreto Enti locali, calendarizzato per metà giugno. Trattandosi di un decreto legge, sarebbe immediatamente efficace con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: i due rami del Parlamento, però, dovrebbero poi ratificare il pacchetto legislativo entro sessanta giorni. E dunque? C'è il rischio che il decreto venga emendato, ovviamente, con la possibilità che in Parlamento venga presentata una proposta per ridurre lo stanziamento in favore dell'Aquila. Difficile, certo, se si considera che la maggioranza parlamentare dovrebbe ratificare il decreto così com'é, a meno di clamorose sorprese. Ma non impossibile. Per questo, stamane in Commissione il consigliere d'opposizione Ettore Di Cesare ha chiesto al dirigente Fabrizio Giannangeli se autorizzerebbe la spesa dei fondi garantiti con il dl 'Enti locali' prima del passaggio parlamentare. E la risposta di Giannangeli è stata piuttosto chiara: in via prudenziale, la spesa sarebbe autorizzata per un tetto massimo del 60-70% delle risorse in Decreto, per non correre il rischio di spendere soldi che potrebbero poi venir meno.
La seconda ragione: per il 2016, il Governo ha deciso di sospendere la possibilità per i Comuni di prevedere aumenti delle aliquote dei tributi oltre i livelli deliberati per il 2015. Dal blocco è stata esclusa la TARI, la tassa sulla raccolta dei rifiuti, ed infatti il Comune dell'Aquila l'ha aumentata del 20% rispetto all'anno passato. Pur avendo deliberato l'aumento, tuttavia, l'Ente prevede di incassare 11.5 milioni di euro, 3 milioni di euro in meno rispetto al Contratto di servizio sottoscritto con Asm per 14.5 milioni. La legge parla chiaro: i costi del servizio devono essere coperti completamente con la riscossione della tassa. E quindi? Fino all'anno passato, i soldi mancanti erano stati 'coperti' con i trasferimenti del governo che, in questi anni, ha assicurato le risorse senza destinarle a specifici capitoli di bilancio. Cosa accadrà quest'anno? Siano 12 milioni o 18, il Governo li destinerà a specifici capitoli? E' un'altra domanda che ancora non ha risposta.
Fossero destinati a specifici capitoli - il sociale, come detto - non si potrebbero utilizzare per coprire i 3 milioni mancanti ad assicurare il rispetto del Contratto di servizio con Asm. E il Comune dell'Aquila, a differenza da quanto si è detto e scritto nei giorni scorsi, non potrebbe assicurare la continuità del servizio aumentando, in luglio, la TARI di un ulteriore 30%. Infatti, l'IFEL - Istituto per la finanza e l'Economia locale, fondazione istituita nel 2006 dall'Anci - ha chiarito che le delibere tariffarie TARI andavano modificate entro il 30 aprile - e il Comune dell'Aquila l'ha fatto nei tempi stabiliti - e che potranno essere aggiornate entro il termine del 31 luglio "nel caso di non disponibilità del Piano finanziario del servizio di gestione rifiuti urbani relativo al 2016". Ebbene, il Consiglio comunale ha approntato il Piano finanziario del servizio proprio il 30 aprile. Dunque, stando all'IFEL, l'amministrazione attiva non potrà aggiornare le tariffe.
E i 3 milioni di euro mancanti? Le possibilità sarebbero due: non raccogliere i rifiuti per i mesi di novembre e dicembre 2016 (se il contratto di servizio è pari a 14.5 milioni di euro l'anno, significa che Asm stima un costo di 1.2 milioni al mese e, dunque, 3 milioni in meno significherebbe non poter asicurare il servizio per due mesi e mezzo), una strada evidentemente impraticabile; oppure, rimodulare il Contratto di servizio con Asm e significherebbe, non ci sono altre possibilità, il licenziamento di dipendenti della municipalizzata.
Insomma, servono 18 milioni di euro - almeno - e serve che il Governo assicuri al Comune dell'Aquila la possibilità di spenderli senza paletti. Altrimenti, l'amministrazione Cialente sarebbe destinata a concludere l'esperienza di governo ben prima della primavera 2017. Risposte dovranno arrivare nelle prossime ore.