Mercoledì, 15 Giugno 2016 10:00

Banca d'Italia, rapporto sull'economia in Abruzzo: recessione si è arrestata

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Viene presentato in questi minuti, all'Auditorium del Parco dell'Aquila, il rapporto ‘L’economia dell’Abruzzo’, a cura della Banca d’Italia [qui il programma dei lavori]. Un rapporto che, finalmente, dopo anni di segni meno, racconta come la profonda fase recessiva, nel 2015, si sia arrestata. Seppure permangano elementi di forte preoccupazione per l'economia della nostra Regione.

L'anno passato, l'attività economia in Abruzzo ha mostrato un lieve recupero. Secondo le stime attualmente disponibili, il prodotto regionale - in termini reali - è tuttavia aumentato in misura inferiore al dato medio nazionale. La ripresa è stata sostenuta principalmente dal buon andamento della produzione nell'industria (+4.8%), trainata dalla crescita degli ordinativi sia dall'estero che sul mercato interno. In particolare, l'attività produttiva ha mostrato una vivace espansione nel comparto dei mezzi di trasporto (+14.9%). Le imprese di grandi dimensioni del manifatturiero hanno registrato incrementi della produzione (+10.1%) nettamente superiori rispetto alle piccole e medie imprese (+0.9%), in linea con la tendenza osservata negli anni precedenti. Anche all'interno dei distretti industriali - sistemi locali manifatturieri che in Abruzzo avevano toccato in passato livelli di diffusione significativi - il modello produttivo incentrato sulle piccole e medie imprese operanti nei settori tradizionali evidenzia difficoltà persistenti e appare in progressivo arretramento.

Gli scambi con l'estero hanno rappresentato un punto di forza dell'economia regionale; le esportazioni di beni sono cresciute del 7.3%, sospinte dalle vendite nei paesi dell'UE e negli Stati Uniti. Come nell'anno precedente, la crescita dell'export è stata trainata dal settore dei mezzi di trasporto, le cui vendite all'estero sono cresciute del 15.8%; sono aumentate, inoltre, le esportazioni delle imprese operanti nei settori dell'elettronica e della chimica farmaceutica. Tra i comparti con produzioni tradizionali, le vendite all'estero sono cresciute nell'industria alimentare mentre si sono ulteriormente contratte nel tessile, abbigliamento e prodotti in pelle. Secondo le indagini condotte dalle filiali di Banca d'Italia, gli investimenti fissi delle imprese industriali con sede in Abruzzo hanno mostrato segnali di ripresa, dopo il marcato arretramento dell'anno precedente, in particolare tra le imprese di maggiori dimensioni e con più elevata propensione all'export.

L'attività produttiva nell'edilizia è apparsa in miglioramento, con riflessi positivi sull'occupazione. I nuovi bandi di gara per le opere pubbliche hanno registrato una marcata espansione (+70%). Nel mercato immobiliare, il numero di compravendite - in calo da alcuni anni - è tornato a crescere (+7.2%). Il valore aggiunto nei servizi, dopo la contrazione registrata nel 2014, ha sostanzialmente ristagnato; vi ha contribuito, in particolare, la debolezza del commercio, mentre significativi miglioramenti hanno interessato i comparti del turismo e dei trasporti. Prevalentemente, nell'ambito dei servizi operano le start-up innovative abruzzesi che si sono iscritte negli ultimi anni nell'apposito elenco del registro delle imprese. Le prime evidenze raccolte indicano come la diffusione del fenomeno in regione sia in linea con la media nazionale.

Il numero di occupati, in marcato calo nel biennio precedente, ha registrato un moderato incremento (+0.6%). Al vivace recupero del primo semestre, è tuttavia seguita una nuova flessione a partire dalla seconda metà dell'anno. Le ore autorizzate di 'Cassa integrazione guadagni' sono sensibilmente diminuite, in  particolare nella componente ordinaria (-46.7%). Rimane ancora elevato il tasso di disoccupazione (12.6%), soprattutto nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni (27.6%). Nel 2015, si è ampliata (al 28.5%), superando la media nazionale, la quota di giovani che non sono occupati e non sono coinvolti in alcuna esperienza formativa.

Anche i giovani in possesso della laurea fronteggiano notevoli difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro. Da un lato, appare contenuta la domanda di lavoratori con grado di istruzione elevato espressa dalle imprese (circa 10 laureati ogni 100 nuove assunzioni previste nel 2015 in regione; 12 nel Mezzogiorno). D'altro lato, in Abruzzo, a fronte di un alto tasso di immatricolazione all'università (53.7% nel periodo 2004/07, a fronte del 43.3% in Italia), la durata del periodo del percorso di studio universitario è maggiore (il 39.9% degli immatricolati ha completato gli studi in corso o, al più, con un anno di ritardo, a fronte del 44.6% a livello nazionale), contribuendo a ritardare il momento di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.

Nel 2015, si è progressivamente consolidata la ripresa del credito (+1% a dicembre, sui 12 mesi); vi hanno concorso sia l'ulteriore miglioramento delle condizioni di offerta, favorito dal contributo espansivo delle misure di politica monetaria, sia la maggiore domanda di fondi da parte di imprese e famiglie. I prestiti bancari alle imprese di maggiori dimensioni sono tornati a crescere (+2.1%), mentre hanno continuato a contrarsi per le piccole aziende (-2.1%). Analogalmente a quanto osservato nell'anno precedente, la dinamica del credito è apparsa generalmente migliore per le imprese connotate da un minor grado di rischiosità. A fronte della robusta espansione registrata nel manifatturiero, si è protratto il calo degli affidamenti alle imprese di costruzioni. I tassi di interesse a breve termine praticati alle imprese sono scesi, in particolare per le imprese di maggiore dimensione.

I prestiti alle famiglie sono aumentati (+1.3%), in particolare nella forma del credito al consumo (+2.4%). In linea con la ripresa delle compravendite immobiliari, sono fortemente cresciute le erogazioni di nuovi mutui destinati all'acquisto di abitazioni (+56.4%), in particolare nella componente a tasso fisso.

La qualità del credito ha mostrato segnali di miglioramento. Si è ridotta l'incidenza delle nuove sofferenze sui prestiti alle imprese (dall'8.2% al 5.5%); la quota dei crediti deteriorati diversi dalle sofferenze, già in calo nel 2014, è ulteriormente diminuita (al 10.2%).

I depositi bancari, il principale strumento in cui è investita la ricchezza finanziaria delle famiglie abruzzesi, sono cresciuti anche nel 2015 (+1.3%), sebbene unicamente nella forma dei conti correnti (+5.6%); è invece diminuito l'investimento in obbligazioni bancarie (-34.9%) e in titoli di Stato (-16.8%), a favore dell'acquisto di quote di fondi comuni (+22.6%). In linea con la tendenza osservata negli ultimi anni, il numero di sportelli bancari presenti in regione è lievemente diminuito. 

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Giugno 2016 12:37

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