E siamo alla quarta variazione di bilancio, deliberata dalla Giunta comunale il 29 novembre scorso e approvata a maggioranza, stamane, dalla Commissione competente, con il voto contrario dei consiglieri Giorgio De Matteis, Angelo Mancini, Emanuele Imprudente, Luigi D'Eramo, Gianni Padovani e Giuseppe Ludovici; astenuto Antonio Nardantonio.
Una variazione da 4 milioni di euro che, a questo punto, arrivati a metà dell'ultimo mese dell'anno, definisce finalmente il bilancio compiuto del Comune dell'Aquila.
Ne abbiamo scritto diffusamente, in passato: approvare un bilancio di previsione alla fine di maggio, approntare l'assestamento ad agosto inoltrato, e arrivare a variarlo fino alla fine dell'anno è una cattiva prassi amministrativa che significa, per l'Ente, l'impossibilità di 'governare' con una progettualità capace di guardare al lungo periodo e, di conseguenza, la rincorsa affannata a coprire le spese correnti senza che vi sia un chiaro, e definito, indirizzo politico.
Noti - e discussi ampiamente - i motivi che hanno portato a questa situazione: ricorderete il lungo tiro alla fune col Governo Renzi per reperire i fondi necessari a chiudere il bilancio di previsione; per la prima volta, l'esecutivo non aveva apposto neppure un euro a compensazione delle maggiori spese e delle minori entrate sopportate dal Comune dell'Aquila, e dagli altri Enti del cratere, nel post terremoto. Eppure, già a dicembre 2015 l'amministrazione aveva 'certificato' esigenze per 24 milioni di euro: la sottosegreteria Paola De Micheli, però, chiese una verifica all'Ufficio speciale per la ricostruzione e, così, i tempi si allungarono. All'ultimo respiro, si arrivò alla fine di maggio all'approvazione del documento finanziario, un bilancio tecnico, lacrime e sangue, con la promessa dell'esecutivo che sarebbero stati garantiti - di lì a qualche giorno, col Decreto Enti locali - 16 milioni di euro, 8 in meno dei 24 richiesti. Con l'assestamento - venne spiegato - si sarebbe varato poi il bilancio 'vero e proprio' col decreto che, nel frattempo, avrebbe completato l'iter d'approvazione in Parlamento.
Non è andata esattamente così. Il decreto, in effetti, è stato approvato, e i 16 milioni garantiti, ma il diavolo, si sa, si nasconde nei dettagli. E alla pubblicazione dell'atto in Gazzetta ufficiale, ecco la sorpresa: nessuno si era accorto che all'articolo 3, nero su bianco, era scritto che il contributo veniva destinato "al ristoro per le entrate tributarie delle tasse per la raccolta di rifiuti solidi urbani afferenti agli esercizi precedenti al 2016". E' il termine precedenti che scatena un putiferio. Quella semplice parolina, infatti, avrebbe reso impossibile, per l'amministrazione, coprire con i soldi del Governo la spesa per il contratto di servizio con Asm da 14.5 milioni di euro, di cui 3, appunto, sarebbero dovuti provenire dalle risorse assicurate dall'esecutivo. Un errore - grave - che poteva significare un ulteriore aumento della Tari del 27%.
Per evitarlo, è iniziata un'altra battaglia politica per emendare l'articolo 3: dunque, in fase di conversione del Decreto alla Camera è stato approvato l'emedamento istruito dal deputato Antonio Castricone (Pd) che ha chiesto e ottenuto venissero definitivamente soppresse le parole "afferenti agli esercizi precedenti al 2016", poi passato anche per il voto del Senato.
Dunque, l'assestamento - il bilancio vero proprio - è stato finalmente approvato alla fine di agosto. E da allora, si sono susseguite 3 variazioni di bilancio già approvate dal Consiglio comunale, e l'ultima che arriverà in tempi brevi dopo il passaggio in Commissione discusso stamane, che hanno dato un senso compiuto, come detto, al bilancio dell'Ente. Alla fine dell'anno.
Una stortura che potrebbe ripetersi, anche per il 2017. Infatti, è già iniziata la 'solita' battaglia per ottenere i fondi salva bilanci per il Comune dell'Aquila e le amministrazioni del cratere. La senatrice Stefania Pezzopane ha tentato di inserire un emendamento, in tal senso, nel decreto legge sul sisma del Centro Italia: è stato dichiarato, tuttavia, inammissibile per materia. A quel punto, l'intesa col Governo era di affrontare le questioni inerenti i terremoti 2009 in Abruzzo e 2012 in Emilia Romagna nella legge di Bilancio ma, come noto, la crisi dell'esecutivo seguita all'esito referendario ha portato all'apposizione della fiducia tecnica sul provvedimento e, dunque, allo stralcio della proposta.
Insomma, l'emendamento - come gli altri istruiti dalla senatrice democrat - dovranno essere riproposti in fase di discussione del decreto Milleproroghe o in altri provvedimenti utili, sperando che, stavolta, l'esecutivo Gentiloni sia in grado di dare pronta risposta alle esigenze dei comuni del cratere. Altrimenti, assisteremo - ancora, e di nuovo - al valzer di annunci, smentite, lettere e minacce per ottenere quanto necessario a chiudere i bilanci, aggravate, stavolta, dalla campagna elettorale per le amministrative della primavera del 2017 che, a L'Aquila, renderebbero la situazione ancora più esplosiva.
Tornando al previsionale 2016, il Consiglio comunale sarà chiamato, entro il 31 dicembre, ad approvare la variazione di bilancio da 4 milioni discussa stamane in Commissione. Una variazione che, per metà, supplisce alle spese per la pubblica illuminazione e, per l'altra, 'muove' soldi da un capitolo all'altro di bilancio senza che sia stato chiarito ai consiglieri commissari, e di riflesso alla città, il motivo che ha reso necessarie le variazioni. Al deliberato, non sono state allegate specificazioni dettagliate, si parla soltanto di "richieste in atti, come modificate ed integrate per le vie brevi" dai dirigenti dei vari settori "interessati, a vario titolo" che "hanno formulato le istanze di variazione al bilancio di previsione 2016/2018". Nient'altro, alla faccia della trasparenza.
Il presidente della Commissione, Giustino Masciocco, ha ottenuto, quantomeno, che la copia delle richieste dettagliate di modifica al bilancio di previsione avanzate dai dirigenti venga trasmessa, già nel pomeriggio, ai Consiglieri comunali; anche perché, stamane si è parlato chiaramente di 'marchette' per accontentare questo o quel consigliere con l'iscrizione in bilancio di cifre destinate a interventi localistici da 'spendere' in campagna elettorale. Ed è necessario, dunque, fare chiarezza su ogni proposta di variazione. In questo senso, sarà interessante assistere al Consiglio comunale, quando verrà convocato.