Le cifre dovranno essere confermate. C'è ancora la discussione parlamentare per limare e, eventualmente, fare qualche aggiustamento. Inoltre, andranno analizzati i stanziamenti previsti per gli anni a seguire. A leggere le linee guida della Legge di stabilità per il 2014, però, non c'è affatto da stare allegri. Anzi.
Il governo Letta prevede uno sforzo economico di 300milioni di euro per la ricostruzione dell'Aquila e dei comuni del cratere. Briciole. Una miseria rispetto alle reali necessità. E non si tratta di nuove risorse. A confermarlo a NewsTown la senatrice Stefania Pezzopane: "Il governo, con la Legge di stabilità, prevede un anticipo dei fondi già stanziati in giugno, con il decreto 43. Stiamo tentando di arrivare ad ottenere la rateizzazione del miliardo e 200milioni in due tranche, nel 2014 e nel 2015. Il problema è che le risorse sono assolutamente insufficienti: lo sforzo fatto, grazie a Legnini e Fassina, ci aiuta nell'immediato perché la ricostruzione non si ferma, ma c'è assoluto bisogno di nuovi stanziamenti". Inizia, in altre parole, una nuova battaglia istituzionale.
"In sostanza, quelle risorse diventano soltanto disponibili subito invece che spalmate in 6 anni, sono risorse anticipate", spiega Pezzopane in una nota. "Ma rimangono invariate, senza ulteriori finanziamenti. Ora attendo di approfondire la relazione tecnica per verificare meglio le procedure previste. Non solo mantengo la mia interrogazione e sto raccogliendo le adesioni di tanti senatori, ma soprattutto appena avrò il testo del ddl approvato dal governo preparerò appositi emendamenti. Ho gia' concordato con il sindaco Dell'Aquila Massimo Cialente di incontrarci venerdì anche con i sindaci degli altri comuni, i sindacati e le categorie produttive. E' necessario organizzare le iniziative da intraprendere e la mobilitazione necessaria. Il ministro Trigilia batta un colpo".
"Siamo al carta vince carta perde, una scelta degna di Totò", il commento dell'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano. "Ho chiesto avere il testo, perché non mi è stato ancora inviato ma a quanto mi è stato detto stamane i 300milioni sarebbero proprio un anticipo del miliardo e 200milioni già stanziato. Non è quanto il Governo aveva promesso: nell'ultima riunione romana, avevano assicurato lo stanziamento di 1miliardo e mezzo oltre ai fondi già assicurati con il decreto 43. Così, si poteva operare tranquillamente nel prossimo periodo anche se le risorse non sarebbero state comunque sufficienti. Quanto sta accadendo non è accettabile. A quanto si è capito, stanno anticipando il secondo triennio di finanziamento (600milioni per 2017-2018-2019) sul primo triennio (2014-2015-2016). Insomma, a quanto pare, potremo spendere il miliardo e 200milioni su tre anni ma, nella Legge di Stabilità, non ci sono nuove risorse".
La situazione ad oggi. Le somme assegnate per la ricostruzione dalla delibera Cipe, approvata nel dicembre 2012, ammontano a 1miliardo e 445 milioni di euro, così ripartiti: 985 milioni per il comune dell'Aquila (575 per il centro storico e 410 per le periferie) e 460 per i Comuni del Cratere (204 per i centri storici e 256 per le perfierie).
I 985 milioni di euro destinati all'Aquila sono spalmati in 3 anni: 660 per il 2013 (300 milioni per i centri storici e 360 per le periferie); 167 per il 2014 (142 per i centri storici e 25 per le periferie); 158 milioni per il 2015 (133 per i centri storici e 25 per le periferie). “In base ai dati forniti dall'assessorato alla ricostruzione del comune dell'Aquila”, ha spiegato qualche giorno fa la senatrice Pezzopane, “dei 660 milioni previsti per il 2013 il Comune ne ha in cassa 555,9 milioni ma ne ha già impegnati 602 (302 per le periferie e 299 per il centro storico). Per il 2013, dunque, c'è un'insufficienza economica di 46 milioni di euro, che impedisce il trasferimento del primo 46% ai conti correnti aperti dai cittadini in base al protocollo sottoscritto da ABI e Comune. Così, di fatto, i lavori non possono avere inizio anche perché il dato negativo è destinato ad aumentare fino a 100 milioni non appena sarà concluso l'esame di altri progetti.
Servono, quindi, 105 milioni di euro residui per il 2013 e, ovviamente, nuove risorse per non bloccare il trend positivo dell'avvio dei cantieri, soprattutto per i centri storici. I 300 milioni previsti dalla delibera per il 2013, infatti, sono stati già tutti impegnati. L'allarme è esteso anche agli altri Comuni del Cratere: dei 460 milioni assegnati dalla delibera Cipe per l'intero triennio 2013-2015, 261 milioni sono già stati impegnati solo per il 2013.
Le linee guida della Legge di Stabiità per il 2014. La politica economica ha due priorità, sottolinea il Governo: rafforzare la ripresa in atto e intervenire sui fattori che limitano la competitività dell’economia. Punta, in questo senso, a un tasso di crescita almeno pari all’1 per cento nel 2014 e dell’ordine del 2 per cento negli anni successivi.
La Legge di stabilità è parte di un’azione di politica economica che ha già definito interventi finanziari per 11,9 miliardi nel triennio 2013-15 (5 miliardi nel 2013, 3,3 nel 2014 e 3,5 nel 2015). Ulteriori misure seguiranno in tempi brevi per migliorare la qualità della spesa pubblica (per esempio intervenendo sulla regolamentazione delle società controllate), per privatizzare parte del patrimonio pubblico, per rendere più competitivo il sistema produttivo. I risparmi derivanti dall’attività di revisione di spesa verranno destinati prioritariamente alla riduzione della pressione fiscale.
La legge effettua interventi per 27,3 miliardi nel triennio 2014-16 (11,6 nel 2014)
- 14,6 miliardi nel triennio per sgravi fiscali di cui 5 per i lavoratori, 5,6 per le imprese oltre a 1 miliardo per ristrutturazioni edilizie e ecobonus;
- 11,2 miliardi nel triennio per azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali, di cui 6,2 in conto capitale; per il 2014 si prevedono 6,4 miliardi;
- 1,5 miliardi per investimenti a livello locale e la restituzione di debiti commerciali di parte capitale.
Infine, reperisce risorse per 24,6 miliardi nel triennio (8,6 nel 2014)
- 1,1 miliardi nel triennio da introiti connessi a operazioni volontarie dei contribuenti e dalla revisione della tassazione delle svalutazioni e delle perdite su crediti degli intermediari finanziari (2,7 miliardi nel 2014);
- 1,4 miliardi nel triennio da interventi volti a limitare l’elusione fiscale (0,5 nel 2014);
- 3,8 miliardi nel triennio da aumenti dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari e da un intervento selettivo sulle cosiddette spese fiscali (1,4 nel 2014);
- 1,5 miliardi nel triennio dalla vendita di immobili (0,5 nel 2014);
- 16,1 miliardi nel triennio dal taglio della spesa pubblica (escludendo gli effetti delle dismissioni immobiliari; 3,5 miliardi nel 2014). Questo importo comprende riduzioni di spesa per 0,6 miliardi nel 2015 e 1,2 miliardi nel 2016 che dovranno derivare dall’attività di revisione della spesa delle Amministrazioni centrali e delle Amministrazioni locali, effettuata sulla base del lavoro affidato al Commissario Straordinario recentemente nominato.
Nelle previsioni del Governo, la legge di stabilità riuscirà ad imprimere una prima riduzione del prelievo sui lavoratori e sulle imprese. Definirà una riforma della tassazione delle banche che consenta di rafforzare la loro capacità di fornire credito a famiglie e imprese e la loro solidità patrimoniale. Ridurrà sin dal 2014 la pressione fiscale su cittadini e imprese. La pressione fiscale totale scenderà dal 44.3 al 43,8 nel 2015 e al 43,3 nel 2016. Verrà ridotta, inoltre, l’incidenza della spesa pubblica primaria sul PIL (tolti i rimborsi di debiti commerciali) dal 46,0% del 2013 al 45,5% nel 2014. L’incidenza della spesa corrente scenderà dal 43,2% al 42,5%. Verrà accresciuta fortemente nel 2014 la spesa in conto capitale (3,3 miliardi rispetto al quadro a legislazione vigente), sia a livello nazionale sia a livello locale. Si rovesciarà la tendenza alla riduzione in atto da vari anni.
L'esecutivo programma, inoltre, interventi che determineranno entrate di natura straordinaria, attualmente di difficile quantificazione. Tali risorse verranno utilizzate per il rimborso di ulteriori quote di debiti commerciali in conto capitale ed eventualmente per altre finalità di natura non strutturale. È inoltre previsto uno sforzo ulteriore di valorizzazione del patrimonio pubblico. Nell’ambito di quest’ultimo è prevista una gestione più efficace delle concessioni demaniali, di cui ora prudenzialmente non si considera l’impatto.
La manovra consentirà, nelle previsioni, di raggiungere l’obiettivo di indebitamento netto indicato nella Nota di aggiornamento del DEF. Il disavanzo nel 2014 risulterà pari al 2,5 per cento del PIL, per effetto di misure di sostegno all’economia pari allo 0,2 per cento del prodotto. La Legge di stabilità include inoltre una norma che definisce interventi strutturali dell’ordine di 3 miliardi l’anno nel triennio 2015-17 al fine di raggiungere il saldo programmato per il 2015, 2016 e 2017 (rispettivamente 1,6%, 0,8% e 0,1% del PIL).
La legge di stabilità per il 2014 in sintesi
1. Si definiscono interventi con oneri nel 2014 per 11,6 mld:
- 3,7 mld per sgravi fiscali, di cui: 2,5 mld per il lavoro, 1 mld per ridurre i contributi sociali sulle imprese, 1mld per trasferire risorse ai Comuni per ridurre il prelievo della service tax (Tirse), 0,13 mld per l’IVA sulle cooperative sociali, 0,07 mld per contributi al trasferimento di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato;
- 1 mld per gli investimenti degli enti territoriali;
- 0,5 mld per pagare debiti commerciali in conto capitale (importo a cui si aggiungeranno i proventi connessi con operazioni di rientro dei capitali e con la rivalutazione del capitale della Banca d’Italia);
- 3,9 mld(di cui 0,8 in conto capitale) per spese connesse con “politiche invariate”; di cui: 0,85 mld per le missioni all’estero, 0,6 mld per la cassa integrazione in deroga, 0,3 mld per la ricostruzione dell’Aquila, 0,3 mld per la manutenzione straordinaria della rete autostradale, 0,06 mld per il semestre di Presidenza UE, 0,38 mld per il 5 per 1000, 0,33 mld per gli interventi per gli autotrasportatori, 0,23 mld per università e policlinici universitari, 0,1 mld per i lavoratori socialmente utili, 0,3 mld per il Fondo Politiche Sociali, 0,25 mld per il Fondo per i non autosufficienti, 0,25 mld per la Carta acquisti e altre misure di contrasto alla povertà;
- 2,5 mld (di cui 1,6 in conto capitale) per nuovi progetti di spesa.
2. Si reperiscono risorse per 8,6 mld
- 3,5 mld derivano da tagli di spesa;
- 3,2 mld derivano da dismissioni, rivalutazione cespiti e partecipazioni, trattamento perdite;
- 2,2 mld dalla revisione del trattamento delle perdite di banche, assicurazioni e altri intermediari;
- 1,9 mld derivano da interventi fiscali.