Venerdì, 12 Maggio 2017 03:47

L'Aquila, caro affitti in centro: ecco l'accordo per abbassare i canoni

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Il Comune dell’Aquila corre ai ripari contro il caro affitti in centro storico. E lo fa attraverso un accordo territoriale stipulato con una lunga lista di associazioni di categoria e ordini professionali (Confabitare, Confedilizia, Federproprietà, U.P.P.I., Apimprese, Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Ordine degli Architetti, Ordine degli Avvocati, Ordine dei Consulenti del Lavoro, Ordine dei Dottori Commercialisti, Ordine degli Ingegneri, Ordine dei Medici, Ordine dei Tributaristi) collegato al bando Fare Centro.

La bozza definitiva dell’intesa è praticamente pronta (è disponibile QUI), mancano solo le firme delle parti. Al momento, il documento è al vaglio dei dirigenti e degli uffici competenti ma il sindaco Massimo Cialente confida di portarlo in giunta, per l’approvazione, già il prossimo martedì.

Vediamo di cosa si tratta.

L’accordo mira in sostanza a calmierare i canoni di locazione – giunti ormai a livelli stellari (anche 30 euro a metro quadro, ma c’è anche chi chiede di più) –  degli immobili adibiti a uso commerciale e professionale situati nei centri storici dell’Aquila e delle frazioni, al fine di incentivare e favorire il ritorno di artigiani, commercianti, professionisti e partite Iva.

Anziché imporre un tetto massimo al costo degli affitti (cosa che il comune non può fare), l’intesa introduce un sistema di premialità legate al bando Fare Centro. In pratica, chi decide di aderire (l’adesione ovviamente non è obbligatoria ma volontaria) sottoscrivendo un contratto di affitto con canoni concordati al ribasso – calcolati in base a delle tabelle di cui parleremo tra poco – otterrà 5 punti in più nella valutazione delle domande di Fare Centro, per la cui presentazione c’è tempo fino al 25 giugno.

L’adesione all’accordo, si diceva, è facoltativa, non è previsto nessun obbligo per i proprietari degli immobili. Tutto viene demandato al loro “atteggiamento responsabile, che riconosce le difficoltà cui andranno incontro gli esercizi commerciali e artigianali e gli studi professionali per almeno altri 4/5 anni, quanto a disagi, interruzioni di utenze e forniture, impraticabilità di strade e parcheggi limitrofi alle sedi scelte, considerando che in nessuna zona della città oggi sono stati ultimati tutti i lavori di ricostruzione”.  

Ma come vengono calcolati i nuovi canoni?

Attraverso una tabella nella quale vengono indicate delle microzone commerciali(ce ne sono quattro per il centro storico dell’Aquila e due per le frazioni) e, per ciascuna di essa, un prezzo mensile al metro quadro minimo e massimo. I valori dei canoni vengono determinati anche in base ad altri elementi e parametri, come i metri quadri utili - Fascia A: immobili con superficie superiore a mq 100, Fascia B quelli con superficie fra 50 e 100 mq, Fascia C i locali con dimensione fino a 50 mq – e una serie di caratteristiche qualitative degli immobili (scarica allegato 1 e 2).

tabella copia copia

Al momento della stipula del contratto d’affitto, gli affittuari si impegnano a versare ai proprietari, nel primo quinquennio di locazione, canoni ridotti ma man mano crescenti: dal 60% del primo anno a salire, fino ad arrivare al 90% del quinto, per tornare poi al 100% a partire dal sesto.

“Più di così non possiamo fare” dice Cialente “il modello di intervento che abbiamo pensato con Fare Centro vogliono adottarlo anche altre regioni e città italiane”.

Ieri  il primo cittadino si era scagliato su Facebook contro i proprietari-strozzini: “Ma ditemi voi” aveva scritto Cialente “se è possibile che vi siano proprietari di negozi nel centro storico, in edifici ristrutturati con i soldi degli italiani, compresi quindi noi aquilani, che stanno chiedendo sino a 28 euro al metro quadro di affitto a commercianti che vorrebbero tornare anche per far rivivere la nostra città. Ma ci rendiamo conto? Magari sono gli stessi che predicano, anche e soprattutto sui social, che la città non ha futuro, che il centro storico non riparte. Cominciamo a dire pubblicamente chi sono. E’ una vergogna”.

Ultima modifica il Venerdì, 12 Maggio 2017 19:59

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