Lunedì, 19 Giugno 2017 12:13

Abruzzo, occupazione: -3.7%. E' il dato peggiore degli ultimi 10 anni

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Tra il quarto trimestre 2016 e il primo trimestre 2017, gli occupati in Abruzzo hanno registrato una flessione di 18.000 unità; in valore percentuale, il decremento è stato del 3,7%, di gran lunga superiore al dato nazionale che ha segnato una diminuzione dello 0,4%.

A determinare il decremento due variazioni di diversa intensità: una flessione più lieve di 6.000 unità dei dipendenti e un'altra più pesante di 12.000 unità degli autonomi. Questa la fotografia scattata dall'economista Aldo Ronci su elaborazione dei dati sull'occupazione pubblicati dall'Istat il 9 giugno scorso.

In particolare, nel 1/o trimestre 2017 si registra un incremento di 1.000 disoccupati (+1,4% in controtendenza con il decremento dello 0,7% nazionale). I 464 mila occupati nel periodo considerato contro i 482mila del 4/o trimestre 2016 "è il peggiore dato trimestrale degli ultimi dieci anni", spiega Ronci che considera "allarmante la flessione del 3,7% che pone l'Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale".

E dopo i dati negativi dell'Istat del primo trimestre 2017, è arrivata un'altra doccia fredda dai numeri resi pubblici dalla Cna Abruzzo che descrivono uno scenario preoccupante. "In Abruzzo, abbiamo il peggiore dato trimestrale registrato negli ultimi dieci anni", ha sottolineato il presidente della commissione vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo. "Dal report della Cna – ha spiegato - apprendiamo come il tasso di occupazione in Abruzzo nel primo trimestre 2017 è stato del 53,9%, valore che rimane ancora più basso del 57,2% nazionale registrando uno spread negativo di 3,3 punti percentuali. I disoccupati hanno registrato un incremento dell'1,4% in controtendenza rispetto al dato nazionale che ha segnato una decrescita dello 0,7%. Il tasso di disoccupazione nel primo trimestre 2017, in Abruzzo, è stato del 13,7%: in Italia ha segnato il 12,1%%; il dato assegna all'Abruzzo uno spread dell'1,6%. Poi ci sono gli inattivi che passano da 304 mila del IV trimestre 2016 a 316 mila del I trimestre 2017 registrando un incremento di 12 mila unità. In termini percentuali, l'incremento degli inattivi è stato del 4,2% valore di molto superiore a quello medio nazionale che è stato dello 0,5%. Queste cifre oggi piazzano l'Abruzzo al terzultimo posto della graduatoria nazionale".

A questo – ha aggiunto Febbo - "si aggiungono altri elementi negativi quali meno esportazioni dove crescono di soli 24 milioni contro i 264 del primo trimestre di un anno fa e, in valore percentuale, l'incremento è stato di appena l'1,2% (contro una media nazionale del 9,9%); le imprese, invece, scendono di 972 unità, per una decrescita dello 0,66%. Quindi abbiamo una quadro clinico da rianimazione per la Regione Abruzzo dove non ci resta che constatare, numeri alla mano, lo stato di grave crisi in cui versa l'economia abruzzese".

In questi anni, abbiamo visto pochissime politiche incisive per il sistema produttivo. "Ormai da tempo rilevo come il governo regionale si sia incartato bloccando sia la macchina amministrativa che le risorse fondamentali e indispensabili come quelle provenienti dalla comunità europea e tutti i fondi strutturali derivanti dallo stato. Oggi è vitale – ha concluso il consigliere regionale -  iniettare nel nostro sistema produttivo nuove risorse con l'apertura di bandi ma questo purtroppo, nonostante le rassicurazioni e le promesse, non avviene affatto. Oggi assistiamo solo ad annunci ma poi la Regione produce il nulla e il vuoto assoluto. D'altronde siamo ancora in attesa dei centomila posti di lavoro promessi da D'Alfonso mentre l'Abruzzo precipita nel baratro della recessione e disoccupazione dilagante".

Ultima modifica il Lunedì, 19 Giugno 2017 12:38

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