Lunedì, 21 Ottobre 2013 22:07

Progetto Case e Map, i conti non tornano: quanto si pagherà?

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"E' caos sulla compilazione dei moduli per il censimento degli assegnatari di alloggi nei progetti Case e nei Map. In questi giorni, stiamo ricevendo migliaia di cittadini che chiedono spiegazioni sulla compilazione del modello. E la scadenza ravvicinata per la consegna del questionario sta congestionando i Caaf e gli uffici delle Associazioni dei consumatori". E' quanto ha denunciato il responsabile Adiconsum Cisl della provincia dell'Aquila, Maurizio Ferroni: "La prima contestazione che viene mossa al Comune dai cittadini", ha spiegato, "riguarda il fatto che l'amministrazione è già in possesso dei dati relativi agli assegnatari degli alloggi, censiti per ben due volte negli ultimi quattro anni. Oltre ad una palese violazione della privacy, come denunciato dagli utenti, l'avvio di un nuovo censimento, che deve contenere tutti i dati personali e del nucleo familiare, compresi quelli relativi al reddito, sta creando enormi difficoltà gestionali agli uffici competenti. Sarebbe stato più opportuno, per determinare un nuovo tariffario degli affitti da applicare ai cittadini, chiedere una semplice autocertificazione del reddito totale, con verifiche successive, a campione, da parte dell'amministrazione comunale".

E' per questi motivi che l'Adiconsum Cisl ha chiesto al Comune una proroga dei termini di consegna del modulo del censimento. “Un rinvio non è possibile”, la replica su Facebook del sindaco Cialente. “Vi sono anche altri Caf, nonché commercialisti, che l'ISEE lo compilano anche gratuitamente. Trovo tutte queste polemiche pretestuose ed ingiustificabili”.

Il primo cittadino ha inteso rispondere anche al Comitato Civico Aquilano che, domenica mattina, aveva organizzato una conferenza stampa incalzando l'amministrazione sui motivi di un nuovo censimento e, in particolare, sui dati necessari per conoscere, valutare, programmare e decidere. “Perché il censimento? Lo ripeto ancora una volta. I dati in nostro possesso sono quelli del primo censimento, dell'agosto 2009. Certo, successivamente abbiamo cercato di seguire e registrare i cambiamenti e modifiche, ma è un lavoro complicato, lungo, e che spesso richiede l'aiuto dei nuclei familiari. In quattro anni succede di tutto: nascono bambini, persone si sposano, trovano lavoro altrove, altri tornano, purtroppo qualcuno muore. Certo, questi dati li abbiamo (quasi tutti, perché molti trasferimenti non ci vengono comunicati), ma quanto tempo e quante persone servirebbero per andare a rivedere posizione per posizione, gli oltre 5600 nuclei familiari? Tempo, personale e quindi risorse anche finanziarie. Il tutto, perché questi cittadini si sentono sudditi? Non possono impiegare 30 minuti della loro vita per darci dati necessari ed aggiornati?”.

“Io non ci sto!”, sbotta il primo cittadino. “Nessuno vuole trattare le persone da sudditi, ma gli chiediamo di comportarsi da cittadini. Si reclama che si tratta di dati sensibili che violano la vita privata. Ma se lo dicono loro che li abbiamo già? Solo che, ripeto, non capisco per quale motivo, dovendo noi fare un punto preciso della situazione, dobbiamo, con i soldi di tutti gli aquilani, fare una enorme fatica, sottraendo personale al lavoro sia nella ricostruzione che nell'assistenza alla popolazione. Quali dati chiediamo in più? L'Isee, ma lo chiediamo a chi ritiene di dover essere aiutato a far fronte alle proprie difficoltà economiche. Ancora, chiediamo la presunta data di rientro nell'abitazione. Vero, è un dato che potremmo ricavare. Ma perché dobbiamo mettere per giorni i nostri funzionari a fare questo lavoro di incrocio? Chi li paga mentre fanno questo e non procedono con i SAL o il trasferimento del primo 46% del contributo alle imprese?”.

Poi, l'affondo: “Non vorrei che ci fosse dietro la volontà di non far uscire allo scoperto situazioni poco limpide”. Il censimento, spiega Cialente, serve per programmare i prossimi passi, sia per la gestione del progetto Case e Map, sia per cercare di capire come rispondere alla disperata domanda di alloggi delle famiglie meno fortunate e degli studenti universitari. La questione, però, è un'altra: “Leggo che uno degli animatori del Comitato Civico non vuole il censimento perché potrebbe essere prodromico al pagamento di un canone di compartecipazione, cosa peraltro prevista nell'ordinanza del 2009. Ebbene, anche qui, voglio essere sincero e preciso. Il progetto CASE, i Map, hanno costi di gestione, sono un condominio grande come una città. E' giusto che chi li occupa partecipi alla loro manutenzione e costi, condominiali e di gestione. Lo dovranno fare gli affittuari, ma anche i proprietari. Certo, ci piacerebbe poter non far pagare nulla a nessuno. Ma non si può. Il censimento serve quindi a capire come far pagare il meno possibile e nel modo socialmente più giusto. Ma non si può pretendere di avere ancora tutto gratis”.

Gli assegnatari del progetto Case e dei Map non ci stanno a passare per ingrati e, peggio, per scrocconi: “I cittadini non si sentono sudditi perché viene chiesto loro di 'impiegare 30 minuti della loro vita per... dati necessari e aggiornati' ma perché sanno che i dati che il Comune richiede già li ha e che l'informatizzazione della pubblica amministrazione, pagata abbondantemente con le tasse che riscuote, non rende necessario impiegare 'tempo, personale e quindi risorse anche finanziarie' ma saper mettere in campo, per l'appunto, proprio quel 'lavoro di incrocio' che l'informatizzazione consente”, la replica del Consiglio Civico Aquilano.

'Io non ci sto' scrive il Sindaco, considerando scrocconi i propri cittadini. No Sindaco, siamo noi che non ci stiamo! Fin da quando furono recapitate le bollette di acconto per i consumi di gas, energia elettrica e spese condominiali, gli abitanti delle new towns dissero ai quattro venti che era giusto pagare i consumi ma solo quelli realmente addebitabili. Nel corso di una affollatissima assemblea convenimmo con la sua proposta di pagare le prime 5 bollette recapitate e di ricevere entro giugno/luglio le nuove con l'importo relativo ai consumi reali. Siamo quasi a fine ottobre, Sindaco, e i suoi cittadini si chiedono da tempo perché le nuove bollette non sono state ancora recapitate”.

Il comitato degli assegnatari del progetto Case chiarisce, inoltre, di essere assolutamente disponibile a pagare le spese condominiali ma di avere grossi dubbi su alcune delle spese di manutenzione straordinaria: “Nella delibera di giugno, presentata in Consiglio Comunale, è allegato uno studio che indica in circa 9 milioni di euro annui, a partire dal 2014 e fino al 2017, il costo di manutenzione del Progetto Case e Map. E' del tutto normale e giusto che affittuari e proprietari debbano contribuire alle spese di gestione della manutenzione ordinaria (pulizia degli spazi comuni, manutenzione del calore, degli ascensori, del verde comune, illuminazione esterna, acqua condominiale, 450mila euro di manutenzione straordinaria) ma la somma di tutte queste voci è di 3 milioni di euro annui. E gli altri 6 milioni che mancano? E' possibile che il costo dell'amministrazione contabile sia così onerosa (due terzi della somma annua prevista!)?".

"I cittadini non sudditi vorrebbero conoscere:

  • le mansioni di quei dipendenti il cui costo stimato è di quasi 1,7 milioni di euro l'anno;
  • perché, nel costo totale, sono stati calcolati quasi 1,3 milioni annui di morosità;
  • come verranno spesi i 54.000 euro annui per computers e software;
  • e... gli 8.500 euro mensili di affitto per la Società mista che il Comune intende attivare.

Se l'Amministrazione Comunale vorrà veramente incassare quanto previsto nell'allegato alla delibera su citata, le spese condominiali che ogni famiglia residente nel Progetto C.A.S.E e M.A.P dovrà pagare saranno molto più alte di quelle riscosse in tutta Italia. Vero o no? ”.

In effetti, è vero. A leggere il piano finanziario del progetto Case e dei villaggi Map, allegato in delibera, si scoprono cose molto interessanti. A leggere le stime per il 2014, le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria ammontano a poco meno di 3milioni di euro, così ripartiti:

  • 930mila di pulizie e disinfestazione;
  • 992mila di manutenzione ordinaria;
  • 210mila di gestione aree verdi;
  • 250mila di altri costi;
  • 445mila di manutenzione straordinaria;
  • 156mila di utenze per la parti comuni.

E i restanti 6milioni? Le spese che il Comune sosterrebbe comunque, con o senza nuova società, si aggirano intorno ai 3milioni: il resto è per la costituzione della NewCo, società mista pubblico-privata. Verrà messa a gara la partecipazione di un privato che sarà chiamato ad occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi, con propri mezzi e con proprio personale. Costerà poco più di 2milioni. Con alcuni numeri che lasciano quantomeno interdetti: 

  • 130mila di costi del governo societario (consiglio di amministrazione, collegio revisori);
  • 36mila per convegni;
  • 17mila per consulenze tecniche;
  • 20 mila per attività di marketing;
  • 103mila per il funzionamento delle strutture (affitti, utenze);
  • 27mila per consulenze specialistiche;
  • 40mila per servizi esterni nell'amministrazione dei condomini;
  • 30mila per materiali di consumo;
  • 54mila per i servizi informatici (pc, stampanti etc)
  • 343mila per assicurazioni.

Passi la spesa di 36mila euro in convegni (perché sia necessario organizzare dei convegni, non è dato sapersi), i 130mila per l'ennesimo consiglio di amministrazione e l'ennesimo collegio di revisori di conti, i 20mila euro per le attività di marketing (anche qui, un bel punto interrogativo) e i 30mila euro per i materiali di consumo: c'è da chiedersi, però, quanti computer e stampanti verranno acquistati con 54mila euro. E poi, davvero saranno necessari 103mila euro l'anno, 8mila e 500 euro al mese, per affitti e utenze della struttura?

Come già sottolineato da NewsTown, la Giunta con la decisione di costituire la società a partecipazione pubblico-privata ha assunto 500mila euro in più di spese annue rispetto a quanto sarebbe costato il semplice affidamento della manutenzione ad aziende private. Il senso dell’operazione, evidentemente, è costituire una società che possa assorbire i lavoratori in esubero delle altre partecipate del Comune, come il Centro turistico del Gran Sasso e il SED. Attualmente, però, come giusto, la spesa è sostenuta dal Comune, quindi da tutti i cittadini. Da domani, sarà ad esclusivo carico degli assegnatari del progetto C.a.s.e. e M.a.p. E non è affatto equo.

Non è chiaro, inoltre, come l'amministrazione intenda sostenere i costi. Pagheranno tutti, ha sottolineato Cialente. Detto che le giovani coppie, gli studenti, chi insomma affitterà in futuro gli alloggi sarà chiamato a pagare un canone di locazione di 2.08euro a mq per le Case, 1.8 per i Map e 5euro al mese di canone condominiale, chi ancora oggi è costretto nei villaggi provvisori quanto dovrà versare di canone di compartecipazione? Per capirlo, bisognerà aspettare i risultati del censimento.

Qualcosa, però, si può già dire. Lo Stato coprirà le spese per 5milioni. Restano da trovarne 4. Considerata la lentezza della ricostruzione, non si libereranno molti alloggi nei prossimi mesi da poter affittare: i costi, dunque, dovranno essere coperti quasi esclusivamente con i canoni di compartecipazione. L’assessore Moroni, presentando la delibera, parlò di “una proiezione di ricavi da canoni e/o da compensazioni pubbliche di 1milione e 100mila euro per il 2014". Gli alloggi sono 5600 e, dunque, stiamo parlando di 196euro l'anno per ogni alloggio. Senza considerare il 30% di morosità previsto. E i restanti 2milioni e 900mila euro, dove si intende trovarli? Se anche entro la fine del 2013 venissero affittati 1000 alloggi di 70mq - assolutamente irreale, alla fine di agosto gli alloggi assegnati a chi aveva fatto richiesta per l'affitto erano solo 15 - a 150 euro al mese, la proiezione dei ricavi per il 2014 non supererebbe il milione e 800mila euro. Senza considerare l'eventuale morosità. Mancherebbe ancora più di 1milione e, come detto, calcolando numeri assolutamente irreali.

Insomma, si prospettano spese ben più importanti di semplici canoni condominiali. La preoccupazione degli assegnatari di Case e Map, dunque, è più che giustificata. Così come la loro richiesta di maggiore trasparenza.

Ultima modifica il Mercoledì, 23 Ottobre 2013 01:03

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