Venerdì, 21 Giugno 2013 00:54

Gestione CASE e MAP, la delibera torna in aula: cosa si nasconde dietro la proposta?

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Torna in aula la delibera sul nuovo modello di gestione del progetto C.a.s.e. e dei villaggi M.a.p. proposta dalla Giunta. La seduta del Consiglio è stata convocata per questa mattina alle 9:30 dopo che, settimana scorsa, il voto era saltato per assenza del numero legale. Un documento che non piace ai residenti dei nuovi quartieri, alle opposizioni e anche ad alcuni consiglieri di maggioranza che non hanno nascosto, in fase di discussione, dei dubbi sui provvedimenti che la Giunta intende assumere.

In effetti, nella proposta di votazione ci sono troppe questioni non ancora chiarite. E non hanno rassicurato affatto le parole dell’assessore alle opere pubbliche Alfredo Moroni che, in una intervista ad Abruzzo Web, ha spiegato, tra le altre cose, che il discusso canone di compartecipazione non sarà altro che quello comunemente chiamato di condominio che tutti pagano all’amministratore per coprire le spese di manutenzione della palazzina.

Sarà davvero così? Gli abitanti del progetto C.a.s.e. e M.a.p., in particolare quelli del Consiglio civico aquilano non ne sono convinti. Così come mostra dei dubbi il consigliere di opposizione, Ettore Di Cesare, che ha studiato da vicino la delibera e ha lavorato con il Consiglio civico a possibili modifiche.

“Il succo della delibera”, spiega a NewsTown il capogruppo di Appello per L’Aquila, “è l’intenzione di dar vita ad una società mista, pubblico-privata. Verrà messa a gara la partecipazione di un privato che sarà chiamato ad occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi, con propri mezzi e con proprio personale”.

Non era più semplice indire un bando per individuare delle aziende a cui affidare la manutenzione? Che senso ha creare una nuova società?

“Il senso dell’operazione è costituire una società che possa assorbire i lavoratori in esubero delle altre partecipate del Comune, come il Centro turistico del Gran Sasso e il SED”.

Avete fatto i conti di quanto costerà l’operazione?

“I conti li ha fatti la Giunta, basta sfogliare l’allegato alla delibera a pagina 43. Si individuano tre macro voci: i costi annui di manutenzione sono pari a 2.838.740 euro. La costituzione di una nuova partecipata costerà, invece, 2milioni e 100mila euro l’anno. Poi ci sono i costi altri, che il Comune sosterrebbe comunque con o senza nuova società: parliamo di 2.926.471 euro. Il totale annuo è pari a 7.866.011 euro”.

Con questa scelta, dunque, la Giunta decide di assumere 2 milioni di spese annue in più rispetto al semplice affidamento ad aziende private della manutenzione degli alloggi C.a.s.e. e M.a.p.

“Non proprio. Ammesso e non concesso che 1.683.000 euro il Comune li pagherebbe ugualmente come costo del personale se i lavoratori rimanessero in organico al Ctgs o al Sed, parliamo comunque di mezzo milione di euro in più ogni anno. Solo per dare una delle tante cifre: 130.000 euro l'anno per consiglio e collegio della nuova società... La domanda è: per quanti anni bisognerà moltiplicare il mezzo milione?”

Abbiamo fatto di conto. Resta da capire come l’amministrazione intende sostenere i costi. L’assessore Moroni ha confermato che agli abitanti sarà richiesto un contributo di compartecipazione e non un vero e proprio affitto. Quindi?

“L’Assessore, nell’intervista, parla di costi annui di gestione pari a 9 milioni. Detto che non capisco perché, visto che in delibera sono 7milioni e 866mila euro, prendiamo la cifra per corretta. Lo Stato coprirà le spese per 5 milioni: restano da trovare 4 milioni di euro. Ora, cosa si intende per canone di compartecipazione? Il contributo richiesto a chi è proprietario di case E. Il canone di locazione, invece, è l’affitto che verrà pagato dagli studenti, dalle giovani coppie, da chi in altre parole affitterà un giorno gli alloggi: 2,08 euro al mq per il progetto C.a.s.e. e 1,84 euro per i M.a.p. Considerando che si inizierà a pagare da ottobre 2013, e che è difficile prevedere che si liberino molti alloggi vista la lentezza della ricostruzione, i costi per ora dovranno essere coperti quasi esclusivamente con i canoni di compartecipazione dei proprietari di casa E. E’ ancora lontano, purtroppo, il momento in cui gli alloggi potranno essere affittati”.

L’assessore Moroni parla di “una proiezione di ricavi da canoni e/o da compensazioni pubbliche” di 1 milione e 100 mila euro per il 2014". I restanti 2milioni e 900mila euro dove li troveranno?

“La Giunta parla di un canone di compartecipazione pari a 10 euro al mese per alloggio. Ora, dato che le C.a.s.e e i M.a.p sono 5600, il totale sarebbe 56mila euro al mese, pari a 672mila euro annui. E stiamo considerando che pagheranno tutti. In realtà, l’assessore Moroni sottolinea che il 30% degli aventi diritto all’alloggio saranno esentati dal pagamento del canone perché hanno un reddito basso. La cifra, dunque, scende ulteriormente a 470mila euro. Che è un bel po’ di meno del milione e 100mila euro dichiarati. Ammesso e non concesso, comunque, che davvero nel 2014 si ricavino 1milione e 100mila euro, la delibera non chiarisce chi coprirà i 2milioni e 900mila euro che mancano”.

Tra l’altro, gli abitanti di C.a.s.e. e M.a.p. non hanno mai detto di non voler pagare l’affitto o il canone di compartecipazione che dir si voglia. Vorrebbero solo maggiore trasparenza.

“Ho parlato con moltissimi degli abitanti dei villaggi provvisori. Tutti dicono che è giusto pagare, eccetto chi ha difficoltà economiche naturalmente. Ma se devono compartecipare alle spese vorrebbero che la natura delle stesse fosse spiegata una volta per tutte. Chiedono trasparenza, tutto qua”.

Dopo aver chiarito il quadro economico, è giusto porsi altre domande: se si devono salvare i posti di lavoro delle municipalizzate in perdita del Comune, perché il costo devono accollarselo solo gli abitanti di C.a.s.e. e M.a.p?

“Attualmente la spesa è sostenuta dal Comune e dunque, come è giusto che sia, da tutti i cittadini. Non è solo questo a lasciare perplessi, però: perché si sta decidendo di affidare l’intera manutenzione di 5600 alloggi ad una sola società? Un appalto di questo tipo, con gara europea, è destinato a grandi imprese, come sottolineato anche dal sindaco Cialente che, in Consiglio, ha contraddetto l’assessore Moroni che aveva parlato, qualche minuto prima, di consorzi di aziende locali”.

Non ci si improvvisa gestori di così tanti alloggi, però. Voi cosa avreste fatto?

“Noi non avremmo costituito una nuova società con costi annuali assolutamente evitabili. Inoltre avremmo valutato la possibilità di più appalti, divisi per lotti di abitazione (10 lotti da 500 abitazioni, per dire) o, magari, appalti per tipologia di manutenzione (le caldaie, il verde, le pulizie, gli ascensori). In questo modo si sarebbero favorite le ditte locali con il vantaggio di averle qui, più pronte a rispondere, e con dipendenti locali. Tra l’altro, il frazionamento diversificherebbe pure il rischio di contenziosi considerando che le economie di scala, in questo settore, hanno un valore relativo. Avremmo fatto bandi rigorosi con penali e controlli periodici e programmati di rispetto delle attività previste. Avremmo destinato dipendenti comunali, e quindi risorse, a questi controlli costituendo una specie di comitato permanente di vigilanza. E, magari, in questo comitato ci avremmo messo anche degli inquilini visto che compartecipano alle spese. Perché quelle case sono patrimonio di tutti”.

Ultima modifica il Venerdì, 21 Giugno 2013 17:55

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