Licenziata in tronco con l’accusa di essersi assentata senza permesso dal lavoro per una settimana quando in realtà era regolarmente in ferie.
Per questo motivo, il giudice del lavoro del tribunale dell’Aquila, Anna Maria Tracanna, ha accolto il ricorso presentato dalla Cgil per conto di una dipendente del supermercato Carrefour di via Panella cacciata senza preavviso e in modo pretestuoso.
I fatti risalgono allo scorso anno.
La dipendente - una donna di cinquant’anni, madre di famiglia – dopo aver presentato regolare domanda, aveva preso una settimana di ferie. Al suo rientro, però, aveva scoperto che il supermercato l’aveva licenziata sostenendo che si era assentata dal lavoro senza autorizzazione, malgrado numerosi elementi – documenti e testimonianze di colleghi – provassero che la sua condotta era stata esemplare.
La lavoratrice, iscritta alla Filcams Cgil, aveva provato, tramite il sindacato, a contestare il licenziamento, chiedendone il ritiro. Dinanzi al rifiuto dell’azienda, la Cgil aveva fatto ricorso al giudice del lavoro, che, l’11 luglio, ha emesso la sentenza, riconoscendo illegittimo il licenziamento e ordinando all’azienda la reintegra della lavoratrice (con lo stesso inquadramento e le stesse mansioni) nonché il pagamento delle spese legali e delle mensilità non percepite dalla donna nel periodo di assenza dal lavoro.
“E’ una sentenza importante” commenta il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti “perché in precedenza in quello stesso punto vendita altri lavoratori erano stati sottoposti a vessazioni e anche in quel caso avevamo fatto ricorso al tribunale, vincendo. Voglio ringraziare l’avvocato Ramicone e i lavoratori e le lavoratrici del supermercato che, malgrado le pressioni ricevute dall’azienda, hanno, con le loro testimonianze, fatto valere in tribunale le ragioni e la dignità della ricorrente. Politicamente vorrei sottolineare che questo risultato è stato possibile grazie al fatto che questa lavoratrice era tutelata dall’articolo 18. Se fosse stata assunta con le norme attuali, vale a dire il Jobs Act, non avrebbe avuto diritto a riavere il proprio lavoro e l’azienda se la sarebbe cavata con il pagamento di un semplice indennizzo”.
Stando a quanto affermato da Trasatti e dal segretario provinciale della Filcams Cgil, Luigi Antonetti, da tempo, in quel supermercato, lavoratori e lavoratrici iscritti alla Cgil erano costretti a subire vessazioni e angherie da parte del direttore, Maurizio Panepucci, iscritto all’Ugl. Nel corso della discussione della causa intentata dalla dipendente licenziata, Panepucci è stato sospeso e sostituito con un altro direttore: “Da quello che ci dicono i lavoratori da allora il clima è notevolmente cambiato” dice Antonetti, anche se l’Ugl, negli ultimi giorni, ha denunciato casi di presunte offese e umiliazioni subite da altri dipendenti loro iscritti.
Dietro il caso specifico, insomma, ci sarebbe anche uno scontro tra sigle sindacali, come lascia intendere Antonetti: “Carrefour è un marchio importante, un’azienda che storicamente si è sempre mosrata attenta e sensibile alla tutela dei diritti dei lavoratori. Quello che sta succedendo al Carrefour dell’Aquila è l’opposto. Questa azienda si è affidata a un direttore del punto vendita, iscritto a un’altra sigla sindacale, che ha avuto comportamenti vessatori nei confronti dei nostri iscritti. Questo è stato dimostrato anche da altre sentenze del tribunale. L’unica colpa che ha l’azienda è quella di non aver verificato se il provvedimento del licenziamento fosse legittimo. Le recenti denunce dell’Ugl? Non mi risulta che siano state seguite da ricorsi o da altre azioni legali. Cosa che invece noi abbiamo sempre fatto”.