Giovedì, 27 Luglio 2017 16:27

Call center Inps, Cretarola: "Su clausola sociale intervenga ministro"

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“E’ indispensabile chiedere al ministro del Lavoro un intervento nei confronti dell’Inps finalizzato al chiarimento della corretta applicazione della volontà del Parlamento Italiano” sulla clausola sociale.

A chiederlo, in una nota indirizzata alle autorità politiche locali e nazionali (parlamentari abruzzesi, giunta e assessori regionali, presidente della provincia, sindaco dell’Aquila e consiglieri comunali) e ai sindacati è Venanzio Cretarola, presidente dell’associazione Lavoriamo per L’Aquila, che difende i diritti dei lavoratori del contact center Inps.

Tra qualche giorno si apriranno le buste con le offerte per il rinnovo della commessa e i lavoratori dell’Aquila sono preoccupati perché, nel bando di gara, l’Inps non ha voluto inserire la cosiddetta clausola sociale, che avrebbe imposto all’azienda subentrante di riassumere tutti i lavoratori con lo stesso inquadramento e lo stesso trattamento salariale.

La nota completa

La vertenza relativa al rinnovo della commessa per il call center Inps si trova nel punto più cruciale e i problemi prioritari restano tuttora irrisolti.

Grazie alla mobilitazione degli ultimi mesi, portata avanti dai 560 attuali occupati e dall'associazione Lavoriamo per L'Aquila che li rappresenta tutti, alcuni elementi fra quelli richiesti sono stati inseriti nel bando di gara in corso, ma i punti prioritari (garanzia occupazionale per tutti gli attuali addetti, salvaguardia del trattamento normativo ed economico, mantenimento dell'attuale sede di lavoro) hanno registrato la ferma opposizione dell'Inps.

Noi abbiamo da sempre sostenuto la necessità (e l’obbligo normativo) che l’Inps dovesse inserire nel testo del bando di gara in corso la corretta interpretazione della legge sulla clausola sociale prevedendo esplicitamente che, in caso di subentro di nuova impresa nel medesimo appalto, il rapporto di lavoro degli addetti al medesimo servizio “continua” senza interruzione, con il mantenimento degli stessi trattamenti normativi ed economici procedendo al solo cambiamento del datore di lavoro.

Recentemente è giunta l’ennesima conferma alle nostre interpretazioni delle norme vigenti.

Nel mese di giugno il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha sottoscritto un accordo con tutti i sindacati di settore sulla corretta applicazione della clausola sociale introdotta dal recente codice appalti.

L’accordo stabilisce che, in caso di subentro di diversa azienda nello stesso servizio, tutti i bandi di gara dovranno rispettare il seguente principio:

“Le parti concordano sulla circostanza che il trasferimento (dei lavoratori) previsto dalla suddetta norma avviene, inoltre, senza soluzione di continuità, non essendovi dubbi in ordine al fatto che non si tratta di una nuova assunzione, ma di prosecuzione dell’originario rapporto di lavoro con conservazione di tutti i diritti e doveri derivanti dal codice civile e dalle leggi speciali in materia”.

L’accordo quindi non si limita a concordare la procedura ma chiarisce la corretta applicazione alle norme relative alla clausola sociale.

Proprio come noi abbiamo sempre sostenuto.

L’Inps ha rifiutato di inserire nel bando di gara per il contact center nazionale (e nei chiarimenti successivi) questa corretta interpretazione.

Questa incomprensibile e deplorevole decisione - insieme alla previsione di 60 punti su 100 per l’offerta economica (pubblicata 3 giorni prima dell’entrata in vigore della nuova normativa che prevede un massimo di 30 punti) - favorisce oggettivamente e scorrettamente il rischio di propagare ulteriormente la strategia finalizzata alla riduzione del trattamento normativo ed economico dei lavoratori, come già avvenuto in diversi casi di cambio di gestore.

E’ indispensabile quindi chiedere urgentemente al ministro del Lavoro un intervento nei confronti dell’Inps, ente controllato dallo stesso ministero, finalizzato al chiarimento della corretta applicazione della volontà del Parlamento Italiano.

Richiediamo un urgente incontro per ogni approfondimento si ritenga opportuno e per concordare un’azione comune per il rispetto della legalità e dei legittimi interessi dei lavoratori.

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