Un segno meno, preoccupante; lo pone il rapporto Svimez 2017 innanzi al pil abruzzese, l'unica regione del meridione italiano che peggiora rispetto all'anno passato.
Crescono Campania (+2,4%), Basilicata (+2,1%), Molise (+1,6%), Calabria (+0,9%), Puglia (+0,7%), Sardegna (+0,6%), Sicilia (+0,3%): l'Abruzzo invece si attesta al -0,2%. "Il Mezzogiorno - si legge nel rapporto - è uscito dalla lunga recessione e, nel 2016, ha consolidato la ripresa, registrando una performance per il secondo anno superiore, se pur di poco, rispetto al resto del Paese. Il tasso di occupazione nel Mezzogiorno è ancora il più basso d’Europa (35%, inferiore alla media dell'Unione europa), nonostante nei primi 8 mesi del 2017 siano stati incentivati oltre 90 mila rapporti di lavoro nell’ambito della misura 'Occupazione Sud”. La povertà e le politiche di austerità deprimono i consumi", sottolinea il rapporto; "il Sud è un’area non più giovane né tantomeno il serbatoio di nascite del Paese. L’industria manifatturiera è cresciuta nel biennio di oltre il 7%, più del doppio del resto del Paese (3%); influiscono positivamente le politiche di sviluppo territoriale mentre restano le difficoltà delle imprese del Sud ad accedere agli strumenti di politica industriale nazionale".
E' chiaro come la stretta integrazione e interdipendenza tra Sud e Nord rafforzi la necessità di politiche meridionaliste per far crescere l’intero Paese. "Le previsioni per il 2017 e il 2018 confermano che il Mezzogiorno è in grado di agganciare la ripresa - sottolinea Svimez - facendo segnare tassi di crescita di poco inferiori a quelli del Centro-Nord. Tuttavia, la ripresa congiunturale è insufficiente ad affrontare le emergenze sociali. Il Governo nell’ultimo anno ha riavviato le politiche per il Sud; fondamentali due interventi: le Zes e la 'clausola del 34%' sugli investimenti ordinari".
Tornando in Abruzzo, i dati sul prodotto interno lordo hanno 'scatenato' le reazioni delle opposizioni al governo D'Alfonso. Il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano ha parlato di "bocciatura severa e senza sconti"; l’Abruzzo - ha aggiunto - "è l’unica Regione del Mezzogiorno ad avere un dato di crescita del pil con il meno davanti. Non solo quindi perdiamo punti importanti rispetto allo scorso anno, ma addirittura arriviamo ad essere in decremento, a dispetto dei parametri di tutte le altre regioni del sud che invece sono in crescita. Possiamo interpretare tutti gli altri numeri come vogliamo ma una cosa è certa: a fronte di una promessa sbandierata agli abruzzesi quattro anni fa in campagna elettorale, quella per cui i parametri dell’Abruzzo avrebbero agganciato quelli delle virtuose regioni del nord Italia, stiamo invece retrocedendo verso i parametri del centro sud e questo, assolutamente, non depone bene per la nostra economia", l'affondo. "D’altronde - ha inteso sottolineare Di Stefano - non potrebbe essere altrimenti; basti pensare, ad esempio, ad uno dei settori più importanti del nostro tessuto economico, l’agricoltura, che vede un ritardo allucinante sull’emanazione dei bandi per l’erogazione dei fondi Europei o a un altro settore fondamentale come la sanità che, purtroppo, vede il debito che sta riprendendo ad aumentare, come non era mai stato nel precedente quinquennio a guida centrodestra".
Durissimo anche il commento dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. "Oramai, questi sono dati consolidati dei quali siamo costretti a prendere atto ogni anno", le parole di Sara Marcozzi. "La politica degli annunci del presidente regionale D’Alfonso sta dando i suoi frutti: distruzione delle piccole imprese, indebolimento dei grandi insediamenti, povertà in continuo aumento e consumi fermi al palo. Abbiamo urgente bisogno di mandare a casa questa classe politica e avviare un efficace piano di rilancio per la regione che passi attraverso il turismo, il sostegno al credito alle piccole e medie imprese, l’istituzione del reddito di cittadinanza (unico strumento per rilanciare i consumi), l’implementazione della rete dei trasporti e un piano di investimenti su piccole infrastrutture che mettano in sicurezza il territorio: ospedali, scuole, abitazioni, strade".
"I partiti hanno sonoramente fallito, è ora che il popolo abruzzese affidi al M5S la possibilità di risollevare la regione da questo disastro", ha ribadito Marcozzi.
Di tutt'altro avviso Silvio Paolucci, assessore regionale al Bilancio, e non poteva essere altrimenti. "Il rapporto Svimez offre diversi spunti positivi per quanto riguarda il nostro territorio", la sua lettura. "L'Abruzzo si conferma terra cerniera tra nord e sud, con dati che la pongono nettamente al di sopra dei valori registrati nel resto del Mezzogiorno e che guardano al centro Italia".
Per quanto riguarda l'occupazione - ha specificato Paolucci - "la variazione tra 2016 e 2015 segna un +0,5% (da 521.600 a 524.200 unità) mentre diminuisce del 3,2% il tasso di persone in cerca di occupazione (da 69.100 a 66.900). Allo stesso modo cresce (+1,2%) il tasso di occupazione, passando dal 54,5% al 55,7%, e si riduce (-0,5%) il tasso di disoccupazione, che passa dal 12,6% al 12,1%. Numeri che distanziano di gran lunga il dato medio del Mezzogiorno, che vede il tasso di occupazione al 43,4% e quello di disoccupazione al 19,6%".
In merito al prodotto pro capite, l'Abruzzo fa registrare 22.853,30 euro per abitante (+0,1%), una cifra che pone la regione molto al di sopra rispetto al dato medio del Sud (17.146,00) e in avvicinamento verso la media nazionale (25.890,50). "Quanto al dato del prodotto interno lordo - ha aggiunto Paolucci - un dato 'vecchio' in quanto noto sin dal luglio scorso, è vero che nel 2016 si è registrata una flessione dello 0,2, ma si tratta di una caratteristica comune alle regioni colpite dal sisma verificatosi nei mesi di agosto e ottobre, con Umbria (-1,1) e Marche (-0,2) più penalizzate rispetto al Lazio (+0,1) che fa marcare un aumento contenuto. Altri dati economici fanno segnare un forte aumento delle esportazioni (+9,7%) e un buon accrescimento dei depositi bancari (+2,4%)".
Il rapporto Svimez termina con una serie di proposte: una di queste, quella sulla logistica, prevede l'istituzione di nuovi corridoi trasversali al bacino del Mediterraneo e al suo interno auspica la creazione di un asse centro-settentrionale che vada dalla Spagna (Barcellona) all'Est europeo passando per Civitavecchia, Ortona/Pescara e la Croazia. "Un suggerimento che va verso lo schema al quale la Giunta D'Alfonso sta lavorando sin dal suo insediamento", ha concluso l'assessore.
Lombardo (UIL): "Regione poco attraente e competitiva"
Una regione poco attraente e competitiva, alle prese con un'insicurezza di fondo e che, dunque, ha bisogno di una spinta decisa per tornare a crescere in maniera solida e costante.
È l'analisi di Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo, all'indomani della presentazione del Rapporto Svimez. "A fronte di un reddito pro capite e di un'occupazione sostanzialmente rimasti stabili - commenta - siamo in presenza di un Pil che arretra e di una propensione al risparmio che torna a crescere. In altri termini, c'è una sfiducia ancora molto diffusa verso il futuro, dovuta al tracollo della piccola e media impresa, che rappresenta la spina dorsale della nostra economia, e a numerose crisi aziendali ancora aperte, a partire da Honeywell e Hatria, con migliaia di posti di lavoro a rischio".
Come se ne esce? "L'Abruzzo deve tornare ad essere attrattivo e competitivo, per fare in modo che le aziende che investono possano rimanere nel tempo. Per cui, in primo luogo è importante che le decisioni che si prendono siano rapide e senza incertezze: più volte abbiamo detto che rimane ancora troppo lenta la cantierizzazione del Masterplan, il solo strumento che allo stato attuale potrebbe rilanciare gli investimenti pubblici e infrastrutture come strade e porti, di cui le imprese hanno un grande bisogno in un mercato globale che corre oggi alla velocità della luce. Lo stesso vale per le cosiddette Zone Economiche Speciali, di cui si parla da qualche tempo: anche in questo caso auspichiamo che si decida in fretta, perché potrebbero essere fattori di attrazione e competizione molto forti, rispetto ad altri territori che non beneficerebbero di condizioni sicuramente in grado di incentivare impresa e lavoro. Infine, in una regione dove asset importanti come l'automotive, la chimica farmaceutica, l'agroalimentare e il tessile rimangono comparti importanti, si investa ancora di più in ricerca e sviluppo per fare in modo di essere pronti ad agganciare la quarta rivoluzione industriale che cambierà le capacità progettuali e di produzione nel prossimo futuro. In tal senso, massima priorità va data anche alla formazione, affinché le competenze possano essere sempre più centrali nella crescita e e nella competizione produttiva. È giunta l'ora - conclude Lombardo - di rimboccarsi le maniche e lavorare tutti insieme per il rilancio concreto dell'Abruzzo che ad oggi, rispetto alle regioni del sud, rimane la sola regione che fa fatica a crescere".
Marcozzi: "Fallimento della politica degli annunci di D'Alfonso"
"Tutte le regioni del mezzogiorno crescono: Campania (+2,4%), Basilicata (+2,1%), Molise (+1,6%), Calabria (+0,9%), Puglia (+0,7%), Sardegna (+0,6%), Sicilia (+0,3%). Tutte tranne l'Abruzzo che arretra dello 0,2%.Questa è la fotografia desolante ritratta dall'ultimo rapporto Svimez".
Ad affermarlo è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi.
"Questi sono gli effetti della totale mancanza di visione strategica per l'Abruzzo che centro-sinistra e centro-destra hanno prodotto negli ultimi 10 anni "commenta Marcozzi "Oramai questi sono dati consolidati dei quali siamo costretti a prendere atto ogni anno. La politica degli annunci del Presidente D'Alfonso sta dando i suoi frutti: distruzione delle piccole-imprese, indebolimento dei grandi insediamenti, povertà in continuo aumento e consumi fermi al palo. Abbiamo urgente bisogno di mandare a casa questa classe politica e avviare un efficace piano di rilancio per la regione che passi attraverso il turismo, il sostegno al credito alle Pmi, l'istituzione del reddito di cittadinanza (unico strumento per rilanciare i consumi), l'implementazione della rete dei trasporti e un piano di investimenti su piccole infrastrutture che mettano in sicurezza il territorio: ospedali, scuole, abitazioni, strade. I partiti hanno sonoramente fallito, è ora che il popolo abruzzese affidi al M5S la possibilità di risollevare la regione da questo disastro".