Martedì, 12 Novembre 2013 16:30

Commercio, lievi segnali di ripresa ma la crisi continua. Lavoro, aumenta la Cig. Cgil: "Soldi finiti"

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Il Cresa ha diffuso oggi i risultati dell'indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al I semestre 2013.

Alla conferenza stampa sono intervenuti i dirigenti regionali di Confcommercio - Giandomenico Di Sante (Presidente) e Celso Cioni (Direttore) - e Confesercenti - Bruno Santori (Presidente) e Enzo Giammarino (Direttore).

I principali indicatori segnalano una lieve attenuazione della fase negativa congiunturale. Particolarmente negativa è risultata la performance delle medie e grandi strutture di vendita (-12% la contrazione su base annua); la riduzione delle vendite nella ristorazione e nel commercio al dettaglio si colloca intorno al -6% rispetto al primo semestre 2012. Sembra subire una battuta d'arresto la fase di aumento dei prezzi di vendita, soprattutto con riferimento agli esercizi di minori dimensioni; al contrario, hanno mostrato un certo incremento i prezzi sostenuti dalle imprese per il proprio approvvigionamento.

In controtendenza appare l'occupazione, con un aumento del 2,3% su base annua, ascrivibile esclusivamente alla dinamica dei pubblici esercizi. Come accennato all'inizio, il clima di fiducia degli imprenditori per i prossimi sei mesi resta negativo nonostante non manchino segnali di ottimismo che sono da accogliere con cautela ma anche con grande attenzione.

"I dati presentati oggi ci restituiscono la fotografia di una crisi profonda: il primo semestre dell'anno conferma senza possibilità di equivoco la difficoltà di ripartire dei consumi anche se sembra di trovarsi di fronte ad un attenuarsi della caduta - sottolinea il Presidente del Cresa Lorenzo Santilli. Il rallentamento nella caduta delle vendite è un segnale che va sottolineato ma aspettiamo la fine dell'anno per avere un quadro più esaustivo sul quale pronunciarci in maniera più compiuta".

"Nonostante gli spiragli di ripresa sembrino gradualmente allontanarsi, in particolare per la nostra regione, la fase di caduta più acuta probabilmente si è esaurita. La perdita di potere d'acquisto delle famiglie, sulle quali più di ogni altro gravano gli effetti della crisi, rischia di peggiorare - evidenzia il Direttore Francesco Prosperococco - a seconda della direzione che assumeranno i provvedimenti di politica economica in discussione in questi giorni".

I rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti hanno evidenziato come il vistoso calo delle vendite nella grande distribuzione fosse, in realtà, previsto nella sua gravità soprattutto in considerazione dei risvolti occupazionali e sociali che esso comporta.

Nel commentare i dati della congiuntura economica nell'attuale fase ciclica negativa, hanno inoltre sottolineato l'importante funzione sociale svolta dal comparto considerata la particolare conformazione orografica del territorio regionale. In riferimento a ciò, è stata considerato non piu' rinviabile uno sforzo congiunto in direzione della programmazione regionale 2014-2020 sia sugli aspetti che più direttamente investono i settori rappresentati sia nella più generale impostazione delle politiche di sostegno allo sviluppo che sono in corso di definizione. L'indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al I semestre 2013 è stata condotta per il Cresa dalla società Questlab su un campione di 606 imprese con almeno 3 addetti

La contrazione dei consumi ha coinvolto i comparti del commercio al dettaglio con un calo del 6,4% rispetto al primo semestre del 2012 e ancor di più i soggetti della grande distribuzione organizzata, le cui vendite hanno mostrato un calo del 12% su base annua. Sotto il profilo dimensionale la flessione delle vendite negli esercizi più piccoli (fino a 9 addetti) è stata consistente (-9%), non compensata dal pur discreto aumento di quelli più grandi (4,2%). Sembra essersi interrotta la fase di aumento dei prezzi di vendita (-0,4% tendenziale) soprattutto con riferimento agli esercizi di minori dimensioni.

Sono restati sostanzialmente invariati i prezzi praticati dai pubblici esercizi; al contrario, hanno mostrato un certo incremento i prezzi sostenuti dalle imprese per il proprio approvvigionamento, in particolare per gli esercizi che svolgono attività di ristorazione. Sotto il profilo dei costi complessivi, a fronte di una leggera flessione di cui ha beneficiato la grande distribuzione organizzata, per i restanti settori l'aumento e' stato consistente (13,7% e 8,8%, rispettivamente, per la ristorazione ed il commercio al dettaglio).

Sembra apparire in controtendenza l'occupazione, che ha segnato un aumento non trascurabile su base annua (2,3%) ascrivibile esclusivamente alla dinamica dei pubblici esercizi. Il clima di fiducia degli imprenditori per i prossimi sei mesi resta negativo nonostante non manchino segnali di ottimismo che sono da accogliere con cautela ma anche con grande attenzione.

Per quanto riguarda le vendite, il saldo tra previsioni di aumento e di riduzione è risultato pari a -40 punti percentuali (era di circa 60 nel semestre precedente). Meno sfavorevoli le aspettative sui prezzi di vendita e sull'occupazione. Risulta invece positiva la differenza tra giudizi positivi e negativi con riferimento agli ordini rivolti ai fornitori che sembrerebbe rivelare previsioni di maggiori vendite future.


Lavoro, aumenta la cassa integrazione. Cgil: "Soldi finiti". Anche Gatti lancia l'allarme


Le ore di cassa integrazione in Abruzzo autorizzate dall'Inps nel periodo gennaio-ottobre 2013 sono state oltre 30 milioni, 3 milioni e 700 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2012. A fornire il dato è Sandro Giovarruscio, della segreteria regionale della Cgil. Nelle quattro province sono state autorizzate rispettivamente: all'Aquila 7 milioni 288 mila ore di cassa integrazione, a Teramo 8 milioni 243 mila, a Pescara 3 milioni 464 mila e a Chieti 11 milioni 24 mila.

Secondo il sindacalista il dato complessivo della nostra regione è fortemente sottostimato in quanto le autorizzazioni ai pagamenti della cassa integrazione in deroga sono notevolmente in ritardo per mancanza di risorse.

I lavoratori abruzzesi interessati dalla cassa integrazione, in questi dieci mesi dell'anno, sono stati mediamente 17.338 (posizioni di lavoro a zero ore), di cui circa 5000 in cassa integrazione in deroga. I lavoratori in cassa integrazione inoltre continuano a perdere salario: infatti ogni lavoratore in cassa integrazione a zero ore nel 2013 ha già perso 6.600 euro, tale che in Abruzzo la perdita complessiva del monte salari e' stata di circa 114 milioni di euro.

In tale contesto - osserva Giovarruscio - è necessario un rifinanziamento della cassa integrazione e della mobilità in deroga, in quanto le risorse stanziate dal governo a favore della regione Abruzzo - ad oggi circa 70 milioni - non sono sufficienti: servono infatti almeno altri 35 milioni per coprire tutto il 2013, altrimenti tantissimi lavoratori rimarranno senza reddito e senza lavoro. Per queste ragioni Cgil Cisl Uil nazionali martedì 19 novembre hanno organizzato un presidio davanti al ministero dello Sviluppo economico, al quale parteciperanno molti lavoratori abruzzesi. Infine - conclude l'esponente della Cgil - invitiamo il presidente della giunta regionale, i parlamentari abruzzesi e tutte le istituzioni ad intervenire nei confronti del governo affinche' trovi le risorse necessarie in tempi brevi, poiche' la situazione e' diventata insostenibile.

"L'ipotizzata insufficienza di risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga appare una beffa che dobbiamo assolutamente tutti insieme evitare." Questo uno dei passaggi chiave della lettera inviata a tutti i parlamentari eletti in Abruzzo dall'assessore al Lavoro, Paolo Gatti, per sensibilizzarli in vista del voto sulla Legge di Stabilità sulla questione della cassa integrazione in deroga, le cui risorse non appaiono essere sufficienti rispetto alle esigenze che la crisi economica e occupazionale sta creando.

L'assessore Gatti prosegue fornendo alcuni numeri della cassa integrazione in Abruzzo nell'anno in corso: "Nel solo 2013 le aziende che hanno fatto richiesta di cassa integrazione in deroga in Abruzzo sono state 1541; l'effettivo utilizzo è stato dell'81% ed ammonta a 42 milioni 120 mila euro, a testimoniare il grande senso di responsabilità delle nostre imprese".

Infine conclude con un invito ai parlamentari: "C'è tanto da poter tagliare nel bilancio dello Stato, conoscete bene le inefficienze e le caste protette che in esso trovano asilo. Occorre agire con forza e coraggio per salvaguardare il sistema produttivo nazionale e abruzzese. Confido - conclude Paolo Gatti - insieme alle imprese e ai lavoratori dell'Abruzzo in un segno tangibile, attraverso la vostra azione parlamentare"

Ultima modifica il Martedì, 12 Novembre 2013 22:37

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